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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La delibera anti-bivacco non vede votazione, tutto rinviato al prossimo consiglio comunale

Due emendamenti dell'opposione per i quali serve il parere della dirigente della polizia Locale stoppano il voto dei consiglieri e la maggioranza rinvia tra polemiche e difese

L’opposizione stoppa la discussione in consiglio comunale e costringe al rinvio della votazione sulla modifica del regolamento di polizia urbana. A incagliare il proseguimento dell’iter sono stati due emendamenti presentati da Gentiletti di Senso Civico e da Uniti per Terni, il primo per chiedere un ‘vademecum’ relativo alla parola ‘bivacco’, specificandone e delineandone i contorni, il secondo per estendere il divieto di accattonaggio anche davanti alle aree commerciali. Precisazioni anche sul criterio di scelta delle vie da ‘attenzionare’. “Le norme come prospettate – spiega Gentiletti - sono di mera propaganda e rischiano di creare difficoltà applicative”. La procedura ora prevede che il comandante della polizia Locale Pirro si esprima sui due atti. Poi se ne riparlerà alla prossima seduta di palazzo Spada. In sala consiliare non sono mancati toni accesi e polemiche che hanno sollecitato l’intervento dell’assessore alla Sicurezza Sara Francescangeli: “Il provvedimento – ha precisato – non è affatto disumano ma rappresenta uno strumento a tutela della sicurezza urbana e dei cittadini, si vanno a sanzionare quei comportamenti che scoraggiano l’accessibilità e la fruizione degli spazi pubblici: panchine occupate in modo stabile, parcheggiatori abusivi e non certo chi chiede un soldo per un panino in modo occasionale davanti a un supermercato, tra l’altro andiamo a recepire una norma che è nazionale”. Come è spiegato nella delibera, è vietato “bivaccare, temporaneamente o permanentemente, ovvero pernottare temporaneamente con l’utilizzo di tende, sacchi a pelo, borsoni o simili; effettuare ogni forma di accattonaggio non itinerante ovvero effettuato mediante lo stazionamento protratto che limiti l’accessibilità e la fruizione degli spazi pubblici; stazionare, tenendo comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione delle aree e dei beni ed attrezzature a loro servizio” in numerose aree, vie, strade che vengono indicate nella delibera.

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