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Guerra delle inaugurazioni, Melasecche ribatte al Pd: i soliti disperati in crisi di astinenza di potere

L’assessore, candidato alle regionali, è stato accusato dai dem di essersi intestato opere pubbliche “merito” del centrosinistra. La replica: solo ora le grandi incompiute del regime vanno verso una soluzione finale

Cominciano a sentirsi i fuochi d’artificio che segnano l’ultima settimana da campagna elettorale. E tirato in ballo, l’assessore comunale ai lavori pubblici di Terni, Enrico Melasecche – candidato consigliere nella lista della Lega – non si tira indietro e getta benzina sul fuoco della polemica innescata dal Partito democratico.

Nelle scorse ore, i dem hanno accusato l’assessore-candidato di avere impostato la sua campagna elettorale a suon di “pre-inaugurazioni” anche rispetto ad opere pubbliche che, quando era consigliere d’opposizione, osteggiava.

Melasecche si toglie i guanti di velluto e replica ai “soliti tre consiglieri comunali disperati del Pd, ormai in crisi di astinenza di potere” che “impazziscono di tanto in tanto per ciò che vedono in città. Impazziscono soprattutto per l’aria che tira di smobilizzo dai palazzi regionali. I loro padrini stanno già facendo i bagagli”.

L’occasione è dunque ghiotta per ribadire quanto fatto in questi quindici mesi nella cabina di regia di Palazzo Spada: “In città quasi tutti i parchi vedono i giochi rinnovati, strade importanti ma anche molte nelle periferie vengono bitumate, cantieri aperti nelle scuole per adeguarle sismicamente ma anche i grandi progetti procedono alacremente a cominciare dal posizionamento della fibra che vede la Open Finter procedere speditamente anche con i ripristini. Soprattutto – scrive Melasecche - le grandi incompiute del regime vedono una forte impennata verso la soluzione finale”.

Tutto questo crea acidità di stomaco a chi era abituato ad attendere il nulla del proprio sindaco, notoriamente indeciso a tutto, rispetto ad un movimentismo costituito da molti fatti e poche parole. Dalla fontana dello Zodiaco a piazza del Mercato, dal Teatro Verdi al PalaTerni. Tutte opere importanti ma che erano ormai parcheggiate nel cimitero delle incompiute da 12 anni il Verdi, 8 anni la fontana, 11 anni il mercato e nel libro dei sogni il PalaTerni”.

Ridicole quindi – sottolinea Melasecche - le loro rivendicazioni di primogenitura, anche perché sanno bene i tecnici che solo e soltanto l’avvio della nuova stagione politica ha determinato questa salutare quanto ben visibile accelerazione fra mille difficoltà date anche dalla situazione comatosa in cui versa la dirigenza della macchina comunale”.

“Piuttosto – è la stoccata finale - ci spiegasse Paparelli e si vergognasse per le incompiute della Regione sulla ferrovia centrale umbra, la piastra logistica, i mancati finanziamenti di nostra spettanza per il rifacimento del ponte sulla bretella Gabelletta-Marattana e, non ultimo, l’ampliamento del centro di canottaggio di Piediluco che dovremo noi andare a rimuovere tra pochi giorni, visto il suo totale immobilismo”.

Sarà insomma il caso di fare buona scorta di pop-corn: l’ultima settimana di campagna elettorale è appena cominciata.  

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