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Politica San Gemini

Mamma e papà “contro” genitore uno e due, presidente del consiglio comunale nell’occhio del ciclone

Ambra Giacomelli (San Gemini) rilancia un post dell’onorevole Caparvi della Lega: “La famiglia non si tocca”. Scoppia la bufera: “Dimissioni immediate”. Le repliche: “Prove tecniche di dittatura gay”

È cominciato tutto con un post, pubblicato nei giorni scorsi dall’onorevole Virginio Caparvi, parlamentare della Lega. Pubblicando la foto di un documento scolastico in cui erano indicate accanto alle firme le diciture “genitore 1” e “genitore 2”, l’onorevole e segretario della Lega Umbria, dopo avere scritto a penna “Papà” e “Mamma”, commentava così: “Non possono essere discriminanti, o pericolose, le prime due parole che pronuncia ogni essere umano. Umile ma necessaria disobbedienza civile”.

Ambra Giacomelli, presidente del consiglio comunale di San Gemini, ha ripreso quel post, accompagnandolo anche lei con un commento: “I genitori sono formati da una mamma ed un papà la famiglia non si tocca...”.

Apriti cielo. Scoppia una bufera di polemiche non tanto per la grammatica, quanto per il concetto ribadito che manda in tilt le Famiglie arcobaleno dell’Umbria e l’Umbria pride.

L’accusa

“Le dichiarazioni della presidente del consiglio comunale di San Gemini – dicono le Famiglie arcobaleno - ci lasciano l’amaro in bocca nel constatare ancora una volta che la propaganda politica, sempre più becera, si fa sulla pelle dei bambini sfruttando ogni menzogna possibile. Ci teniamo a ricordare alla signora Giacomelli, che la dicitura generica serve a rendere un modulo utilizzabile da tutte le famiglie, quelle con un papà e una mamma, con due mamme, con due papà, con un genitore solo e via dicendo. Nessuno vuole cancellare quelle parole che i nostri figli usano ogni giorno. Questa è solo la bugia usata per mascherare la volontà di escludere alcune famiglie dalla vita sociale, nascondendole dietro un muro di burocrazia”.

E l’Umbria pride rilancia: “Pur essendo ormai abituati a questo tipo di affermazioni demagogiche, che fanno un’eterna campagna elettorale sulle nostre vite, fomentando i pregiudizi già ampiamente diffusi nella società italiana, non possiamo tacere quando vengano pronunciate da persone che ricoprono un ruolo istituzionale, che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, com'è appunto il presidente del consiglio comunale. Chi ricopre tali compiti istituzionali dovrebbe dare per primo l’esempio, soprattutto quando rappresenta una comunità dove sono presenti numerose famiglie arcobaleno e su cui è radicata una fitta comunità Lgbt. Una comunità dove pure stanno crescendo in maniera preoccupante i casi di omofobia, dove le persone omosessuali vengono definite a mezzo facebook quali pervertiti, froci, sodomiti, tubercolosi, favoreggiatori dell’immigrazione clandestina ecc., dove persino un assessore si è schierato contro l’approvazione del Ddl Zan contro l’omofobia (…). Pertanto chiediamo al sindaco di San Gemini, Luciano Clementella, di dissociarsi pubblicamente da quanto sostenuto dalla Presidente del Consiglio comunale. Chiediamo inoltre di chiarire quali interventi e misure verranno prese dall’amministrazione comunale per tutelare le persone, le coppie, le famiglie Lgbt ed i loro figli dalla crescente ondata di omofobia che si sta diffondendo nel paese. Infine, vogliamo dire alla cara presidente del consiglio comunale che non siamo noi a doverci vergognare, non sono i nostri figli, i nostri amici, le nostre famiglie, i cittadini Lgbt di San Gemini che con la loro esistenza contribuiscono a rendere il suo paese un posto più accogliente e meno provinciale, cittadini che al pari degli altri pagano i tributi dovuti con i quali vengono finanziate pure le indennità spettanti alle cariche pubbliche. Per tutti questi motivi chiediamo le dimissioni immediate della presidente del consiglio comunale di San Gemini”.

Sul punto è intervenuto anche l’ex sindaco di San Gemini, e attuale senatore di Italia Viva, Leonardo Grimani, definendo le parole di Giacomelli “fortemente discriminatorie e tese a rappresentare con violenza verbale un’inaccettabile posizione di parte. Il tema della famiglia non può essere trattato con tale superficialità prendendo spunto da un modulo su cui apporre le firme al fine di insultare tutte le famiglie che non siano composte da un uomo e una donna.  La stagione di governo legata a Matteo Renzi ha prodotto un’importante legge sulle unioni civili che ha permesso a molte donne e uomini di poter coronare il proprio desiderio di amore in modo degno e adeguato ad un Paese moderno. Saremo sempre in prima fila nelle battaglie tese alla salvaguardia e alla difesa dei diritti dell’individuo. Mi unisco quindi allo sdegno per questa posizione assunta, augurandomi che il sindaco colga l’occasione per dissociarsi e confermarle lo spirito democratico e liberale della città di San Gemini”.

La difesa

“Solidarietà ad Ambra Giacomelli, presidente del consiglio comunale di San Gemini, attaccata da feroci polemiche per aver detto che una famiglia è composta da un papà e una mamma e non da un genitore1 e un genitore2. Addirittura – dice la senatrice della Lega, Valeria Alessandrini - le comunità Lgbt adesso vogliono impedire alle persone di esprimere un parere personale? Ecco cosa si nasconde dietro la volontà di approvare la legge Zan. Non vogliono punire le discriminazioni, come vogliono farci credere e come tra l'altro già avviene, ma vogliono limitare la libertà di pensiero e di espressione. Io non ci sto!”.

Il senatore del carroccio Simone Pillon parla invece di “rove tecniche di dittatura gay”. “A Sangemini (ma in realtà si scrive San Gemini, ndr) la presidente del consiglio comunale Giacomelli della Lega ha condiviso sui social il post del segretario regionale onorevole Caparvi che aveva corretto i moduli della scuola, sostituendo mamma e papà alle parole genitore 1 e genitore 2. Il risultato? Le associazioni Lgbt sono insorte e hanno chiesto le dimissioni della presidente. Roba da non credere... Pazienza ragazz*, pazienza... Ancora il vostro amato pdl Zan non è entrato in vigore. Poi potrete chiedere l'arresto (e io aggiungerei anche pene corporali) per chi oserà pronunciare le odiose e discriminatorie parole papà e mamma, ma prima di allora dovrete sopportare questo intollerabile sopruso. PS. Vorrei conoscere la reazione della vostra mamma quando vi rivolgerete a lei con l’epiteto genitore 2. Spero abbia a portata di mano il mattarello. PPS: Queste sarebbero le povere vittime discriminate dall’omofobia. Meditate gente, meditate...”.

Meditiamo tutti…

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