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Mense scolastiche a Terni, la proposta: per il pagamento usare anche singoli buoni pasto

Fiorini (Uniti per Terni) annuncia l’atto di indirizzo: modificare il regolamento che prevede la riduzione della retta solo dopo 30 giorni di assenza

È uno dei temi più caldi in questi giorni di “vigilia” rispetto all’inizio della scuola. Ed è anche una delle raccomandazioni per contenere la diffusione del Covid19. Ossia tenere i figli a casa da scuola nel caso in cui manifestino dei sintomi a rischio. Come qualche linea di febbre, raffreddore persistente o tosse.

Un problema che ha tante sfaccettature: dalla necessità di coniugare i tempi scuola-lavoro al costo dei servizi scolastici, come la mensa e il trasporto.

“L’amministrazione comunale di Terni – dice Emanuele Fiorini, consigliere comunale di Uniti per Terni - ha sempre dichiarato di non poter mettere in campo nessun tipo di aiuto per le famiglie e le attività economiche in difficoltà a causa della situazione ereditata (leggi dissesto finanziario). Ora, però, la questione cambia perché ho una proposta da fare e in questo caso l’amministrazione non deve tirare fuori un soldo, ma solo mettere volontà e capacità per modificare alcune regole”.

“Si tratta del metodo di pagamento della refezione scolastica”, spiega Fiorini, anticipando il contenuto di “una proposta che nasce da un confronto con diversi genitori ed insieme ad uno di questi, Leonardo Celi, abbiamo stilato l’atto di indirizzo che nei prossimi giorni provvederò a depositare”.

“Ad oggi il servizio di refezione scolastica alla scuola dell’infanzia comunale e statale e alla scuola primaria a tempo pieno è affidato in concessione alla Gemos dall’anno scolastico 2017/2018. Per usufruirne è previsto il pagamento di una retta mensile, dovuta anche laddove il bambino sia assente da scuola fino a 29 giorni consecutivi. Solo se l’assenza si protrae per almeno 30 giorni consecutivi si può chiedere una riduzione della retta nella misura del 50%”.

“Per l’anno scolastico che sta per iniziare – rileva Fiorini - in ottemperanza a quanto stabilito al fine di contenere la diffusione del Covid19, è previsto che i bambini non possano andare a scuola se presentano tosse o raffreddore, dunque mancheranno più volte in un mese considerando che per un bambino nel periodo invernale prendersi il raffreddore è molto frequente. Le famiglie, però, saranno obbligate a pagare la retta per intero”.

“Viste anche le tante difficoltà di questo terribile periodo, nell’atto abbiamo chiesto di revisionare il metodo di pagamento – illustra il consigliere comunale - ovverosia introdurre la possibilità di pagare la mensa anche tramite singoli buoni pasto. In questo modo le famiglie potranno pagare solo il servizio di cui effettivamente usufruiranno”.

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