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“Il sostegno alla maternità comincia dal concepimento e va ben oltre la nascita”

Neonato abbandonato, il Popolo della Famiglia Umbria scrive all’assessore regionale alla sanità: i principi non negoziabili non diventino questioni indiscutibili

Pubblichiamo la lettera che il presidente del Popolo della Famiglia Umbria, Claudio Iacono, ha scritto all’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, nella quale sono contenute una serie di proposte per il sostegno alla vita, partendo dalla riflessione sul caso del bambino abbandonato dalla madre a Terni e morto  nel parcheggio di un supermercato.

Egregio assessore Luca Barberini,

dopo il triste evento che la scorsa settimana che ha portato una ventisettenne ternana ad abbandonare il proprio bambino nel parcheggio di un supermercato, mantenendo il confronto su un piano strettamente politico, crediamo che lei rappresenti, per il ruolo che ricopre, un interlocutore privilegiato per valutare alcune proposte che stimiamo evidentemente necessarie ed impellenti per far fronte a tutte quelle situazioni analoghe a quella che si è drammaticamente consumata qualche giorno fa.

Il Popolo della Famiglia, come partito politico, non ha mai nascosto il proprio impegno, con linee chiare e decise, a difesa della vita, nella declinazione di tutti i diritti inalienabili della persona umana dal concepimento fino alla morte naturale. Questi principi, proprio perché giudicati da noi “non negoziabili”, è bene che non diventino per nessuno “questioni indiscutibili”, soprattutto quando vogliamo richiamare l’attenzione delle Istituzioni. La morte del bambino di Terni deve far comprendere che il sostegno alla maternità comincia dal concepimento e va ben oltre la nascita.

Per settimane ci siamo scontrati sulla questione dei manifesti pro-life, prima la rimozione dei cartelloni da parte del sindaco di Roma Virginia Raggi, poi la Cgil locale che ha criticato un’iniziativa analoga nelle nostre città umbre, giudicandola troppo severa per le donne. Da un lato chi ritiene l’aborto un diritto ed una conquista irrinunciabile, dall’altro lato una parte di equivalente dignità che lo considera un infanticidio a tutti gli effetti, sebbene la legge italiana non lo ritenga tale. Quando sosteniamo questo (e vorremmo che i nostri interlocutori lo capissero bene) vogliamo essere dalla parte delle donne, anche di quelle che non hanno avuto nessuno a fianco che potesse proporre un piano B.

Non è vero che con il Popolo della Famiglia non si dialoga ed a conclusione di queste considerazioni introduttive, presentiamo alla sua attenzione alcune proposte operative.

Promozione sul territorio della nostra regione di tutte quelle associazioni di volontariato e di iniziativa privata (Movimento per la vita, Associazione Giovanni XXIII, Aiutiamoli a vivere, …) che, senza particolari sussidi da parte delle Istituzioni, sostengono opere di reale aiuto in una situazione di apparente clandestinità, come se promuovere la difesa della vita entrasse in automatica collisione con coloro che sostengono la liceità dell’aborto; auspichiamo quindi la costituzione e la promozione di una rete di collaborazione tra amministrazioni locali, associazioni, SSN ed i medici per adottare campagne informative ed azioni capillari sul territorio regionale per prevenire ed, eventualmente, intervenire per la difesa della vita e per il sostegno alle donne in difficoltà.

Istituzione e promozione in ogni ospedale di presidi medici del tipo: “una culla per la vita”, per permettere a una madre che non possa, o non voglia tenere un neonato, di lasciarlo in un luogo protetto, nel rispetto della privacy delle persone che si trovano a gestire situazioni difficili (non è dunque un caso che Terni è tutt’ora sprovvista di tale presidio).

Lancio di una campagna pubblicitaria presso tutti centri della salute, i medici di famiglia, gli assistenti sociali, con l’aiuto dei mass-media, per informare i cittadini che esiste già ora la concreta e permanente possibilità di “partorire nell’anonimato” in ogni ospedale.

Confermando la nostra decisa disponibilità a collaborare per sostenere e realizzare quanto proposto, nell’auspicio che, nella fermezza delle idee di ciascuno, si possa evitare che sia la cronaca a richiamare ad un’attenzione maggiore su certi temi, la salutiamo distintamente.

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