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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Piano sanitario regionale, le priorità di Palazzo Spada: “Nuovo ospedale, azienda sanitaria e specializzazione”

Il documento approvato dalla seconda commissione dopo le audizioni dei vari rappresentanti del settore

Nuovo ospedale, azienda sanitaria e alta specializzazione. Queste le priorità indicate dalla seconda commissione consiliare di Palazzo Spada in relazione al Piano sanitario regionale, in via di definizione. 

“L’amministrazione comunale di Terni ha inteso presentare - dichiara la presidente della commissione Rita Pepegna - una serie di problematiche, strutturali ed organizzative locali, che devono necessariamente trovare uno spazio nella prossima programmazione pluriennale. Ci siamo avvalsi dell’audizione dell’Ordine dei medici di Terni, dei vari sindacati medici e del comparto, dei direttori generali dell’azienda ospedaliera di Terni e dell’Ausl 2. In questa fase di ascolto delle parti interessate, sono emerse alcune situazioni di criticità di cui dovremo farci carico, evidenziando anche le enormi potenzialità delle nostre strutture sanitarie cittadine. Ringrazio tutti i consiglieri comunali -  Rossi, Orsini, Gentiletti, Filipponi, Angeletti, Musacchi, Margaritelli, Cicchini - che hanno partecipato alla stesura del documento, in particolare gli addetti ai lavori -  i dottori Armillei, Fiorelli, Tobia e Cozza  - che hanno dato un supporto tecnico”.

Il documento, che  avrà un passaggio anche in consiglio comunale, è articolato in 13 punti, tra i quali: “Realizzazione del nuovo ospedale di Terni; mantenimento delle due aziende ospedaliere e delle alte specialità; istituzione di un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, l'Irccs; piena integrazione tra aziende ospedaliere e medicina di territorio, con la creazione di strutture territoriali specializzate nella riabilitazione e nella chirurgica a bassa intensità operativa ed assistenziale; istituzione di case e ospedali di comunità nel territorio ternano allo scopo di potenziare e ottimizzare la medicina territoriale; riorganizzazione dei distretti sanitari attraverso l’utilizzo di criteri sanitario-epidemiologici e territoriali e non sulla sola base demografica; ridistribuzione dei posti letto convenzionati, senza penalizzazione per i posti pubblici esistenti, tenendo in considerazione il criterio di uniforme allocazione dei servizi sul territorio regionale”. 

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