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Mamma e papà fanno scricchiolare la maggioranza: “Servono sostegni veri per la famiglia, non slogan”

Dominici (FI): l’intitolazione di una piazza è un atto che divide il centrodestra. La risposta del Carroccio: i veri razzisti sono quelli che discriminano la famiglia tradizionale

Critiche non solo dall’opposizione, ma anche dalla stessa maggioranza di centrodestra sulla intitolazione di una piazza a Terni a mamma e papà.

“Come donna impegnata in politica, in una forza politica moderata e attenta ai valori - dichiara la consigliera comunale di Forza Italia Lucia Dominici - ho grandissimo rispetto per il ruolo della famiglia grande ed importante istituzione sociale. Nel mio piccolo la mia attività politica è incentrata proprio sul sostegno alla famiglia. Sostegno concreto nel campo dei servizi comunali compresi - quando la famiglia è in difficoltà- i servizi sociali”.

“Cosa diversa – sottolinea Dominici - è la toponomastica. La toponomastica può essere considerata l’impronta storica di una città, il messaggio che si intende lasciare alle future generazioni. La toponomastica rappresenta la condivisione con tutta la città di persone con una precisa identità che rappresentano una testimonianza di servizio e di progresso della nostra comunità. L’atto proposta da alcuni consiglieri non unisce la città e neanche la nostra maggioranza di centrodestra che sostiene con grande lealtà e partecipazione il nostro sindaco Latini”. 

“I proponenti dell’atto invece di unire su un concetto come la famiglia, hanno diviso, creando polemiche che voglio pensare siano lontane anche da chi quest’atto l’ha proposto. Credo che sia riduttivo, oggi, parlare di famiglia come solamente di mamma e di papà: oggi il valore della famiglia si misura nella coesione, nella formazione dei figli, nella condivisione di valori sociali e di rispetto reciproco.  Colgo l’occasione per ringraziare tutte le famiglie che in questi mesi drammatici di emergenza Covid stanno facendo tantissimo per occuparsi dei loro cari ammalati ma anche, in tanti casi, per fare volontariato, per esprimere a fatti solidarietà con i vicini di casa, con chi in generale è in difficoltà”.

“Difendiamo con orgoglio la famiglia naturale e il principio per il quale un bambino nasce dall’unione di un uomo ed una donna, una mamma ed un papà. Si tratta di un concetto ovvio ma che purtroppo oggi non è più tale, e va ricordato. La famiglia è alla base di ogni società fin dall’origine dell’umanità. È il luogo dove l’individuo forma la propria coscienza individuale, di vita comune, fino a quella civica. Riteniamo non solo ideologico, ma pericoloso, il tentativo della sinistra di voler distruggere la base stessa della nostra cultura e della civiltà occidentale”.

Così il gruppo consiliare della Lega Terni risponde alle polemiche relative all’intitolazione di una piazza a mamma e papà.

“Sono loro i veri razzisti -  ammoniscono i leghisti - che in forza di una volontà fintamente inclusiva ed espansiva discriminano la famiglia tradizionale e tutto ciò che considerano incompatibile con il progetto sociale che intendono realizzare. Confondendo così, in maniera ipocrita, l’innovazione tecnologica con il progresso dell’umanità (ad esempio l’utero in affitto). Quando si vogliono affermare nuovi diritti, non è necessario avere la pretesa, spesso violenta, di distruggere quelli già acquisiti”.

“Consapevoli dell’esistenza di altre forme di legami affettivi, siamo noi – continuano dal carroccio -  i primi a voler riconoscere a tutti pari diritti civili e pari dignità, avendo come modello, per ogni forma di convivenza, quello familiare. Per quanto riguarda la sfera affettiva, ognuno deve essere libero di determinarsi in piena libertà. Quello a cui non abbiamo intenzione di piegarci, è il tentativo di annientare l’individualità e di uniformare gli uomini a massa indistinta e di trasformare le prime parole che ognuno di noi pronuncia da bambino, ‘mamma e papà’, in ‘genitore uno e genitore due’. Sarebbe – concludono -  una pericolosa regressione barbara, che ci porterebbe indietro di secoli, fino a farci ripiombare nell’abisso più buio, e questo non lo possiamo permettere”.

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