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“Il nuovo ospedale di Terni? Va fatto lontano da Colle Obito, pensando a tutta l’Umbria meridionale”

“La sanità del futuro si decide ora”, incontro al Caos. Marco Sciarrini (Cittadini liberi): “Le misure nel Pnrr sono un’occasione mancata”

La sala dell’orologio del Caos di Terni ha ospitato nella giornata di ieri l’incontro “La sanità del futuro si decide ora”, organizzato dalle associazioni Cittadini liberi, Terni Valley, Pensare il domani, La Pagina, Terni città universitaria, Interamnopolis, alcuni firmatari del Manifesto 51, in collaborazione con il Cesvol, per presentare un nuovo modello di sanità regionale partendo dalla creazione di un osservatorio permanente e di un libro bianco che facciano il punto sulla situazione attuale, indicando le criticità e formulando proposte migliorative.

“Il tema della sanità regionale, la riorganizzazione del sistema sanitario, la programmazione per la destinazione dei fondi del Pnrr e il nuovo piano sanitario regionale, ma anche la sanità territoriale (le case della salute o di comunità), il nuovo ospedale di Terni e il progetto dell’ospedale Narni-Amelia, al servizio dell’area urbana integrata – hanno spiegato gli organizzatori - saranno infatti senz’altro al centro della prossima campagna elettorale per le amministrative, non solo a Terni ma anche nel resto della provincia”.

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Nella redazione introduttiva, Marco Sciarrini, presidente dell’associazione Cittadini liberi, ha spiegato le ragioni della nascita dell’osservatorio permanente sulla sanità: unire le forze per una visione condivisa su un tema strategico per il futuro dei Terni e dell’Umbria. “Le misure della sanità nel Pnrr – sottolinea – sono un’occasione mancata per l’Umbria e per Terni: mancanza di visione, nessuna integrazione, zero riforme. Le questioni centrali nella visione della sanità del futuro: il ruolo territoriale di Terni e della sua area urbana integrata; l’andamento demografico; la specifica morbilità locale; il sistema socio sanitario e assistenziale nelle dinamiche dello sviluppo locale”. In questo quadro si inserisce “il progetto sulla sanità territoriale, con al centro le case della salute (o anche ospedali di comunità) ed il welfare sociale (l’assistenza domiciliare integrata, la residenzialità, le case di quartiere). Il nuovo ospedale di Terni dovrà guardare alla città grande, con un nuovo modello sanitario regionale e l’integrazione dei servizi dell’Umbria meridionale”.

A seguire è intervenuto Giacomo Porrazzini dell’associazione Pensare il domani. “Le proposte della Regione in tema di sanità - sottolinea - danno l’impressione della improvvisazione ed episodicità, avulse da un quadro complessivo e da una logica di sistema, dai bisogni delle persone. Il bene primario della salute è sottratto ad un vero controllo democratico da parte dei cittadini e degli utenti dei servizi che non hanno, da molti anni, alcuna voce in capitolo. Si sono, nel tempo, affermate logiche aziendalistiche che mal si conciliano con i bisogni della popolazione e la difesa del sistema universalistico del Servizio Sanitario nazionale”. Anche lui rilancia il tema dell’area vasta sovracomunale “che del resto nominalmente corrisponde ai limiti territoriali delle aziende sanitarie ospedaliere”. In particolare, il focus è centrato sui 18 comuni, per 180.000 abitanti del Ternano: “In tale quadro vanno riconsiderate scelte di fondo come la medicina territoriale, i distretti a le case della salute, anche per l’integrazione fra sanitario e sociale, resa oggi più necessaria dalla esplosione di nuovi bisogni di cura da parte dei soggetti più fragili delle popolazioni”, conclude.

Alberto Pileri, dell’associazione Interamnopolis, nel suo intervento ricorda come il Covid prima e gli scenari di guerra desso hanno evidenziato la strategicità del settore della produzione e dei servizi della salute. “Emerge la necessità di un dibattito pubblico e di una rigenerazione della partecipazione, una richiesta corale, in questa fase più civica che politica, che va dalle associazione come le nostre, ai cittadini, alle professioni della sanità”. Il punto di partenza è il Pnrr, che prevede 16 miliardi di investimenti nel settore, con prevalenza in termini di progetti e risorse all’assistenza sanitaria territoriale. Fra i punti critici del piano sanitario regionale, Pileri evidenzia assetti istituzionali, logiche di integrazione territoriale e funzionale, governance del sistema.

A seguire Giocondo Talamonti dell’associazione Terni città universitaria. “La salute – sottolinea - è un bene primario, fonte di stabilità sociale e operativa e va adeguatamente tutelata e promossa con strutture in grado di fornire un’attività assistenziale di qualità così come prevede la programmazione sanitaria regionale. L’ospedale di Terni è una eccellenza, serve però un ospedale di alta specialità affidato alla comunità ternana che deve sentirsi investita del compito di difendere il proprio nosocomio. La collaborazione tra le istituzioni Regione e Università è di fondamentale rilievo se si crede e si punta alla crescita qualitativa del servizio. La presenza dell’università a Terni è irrinunciabile ai fini dello sviluppo socio economico e culturale del territorio e il nuovo ospedale deve puntare sul rafforzamento della facoltà di medicina e il consolidamento dei servizi onde evitare ostacoli alla fruizione da parte degli utenti a cominciare dall’eliminazione delle liste d’attesa”. Fra le caratteristiche del nuovo ospedale indica una moderna domotica (tecnologie digitali) con spazi dedicati allo scambio professionale e alla formazione continua.

Roberto Ruscica, dell’associazione La Pagina, evidenziando le lacune del piano sanitario regionale, sottolinea come “la progettazione dei nuovi ospedali va necessariamente calibrata sull’area vasta dell’Umbria meridionale, recuperando nella rete l’isolamento di Orvieto, tenendo conto anche del vicino ospedale di Spoleto. Deve inoltre esserci un coordinamento fra i tre progetti in campo, ovvero nuovo ospedale Narni Amelia, nuovo ospedale di Terni e clinica privata legata alla realizzazione del nuovo stadio cittadino”. Ruscica sottolinea la necessità di un rafforzamento della facoltà decentrata di medicina per garantire una risposta efficace alla carenza preoccupante di personale (esempi di nuove esperienze di decentramento a livello nazionale) ed il potenziamento delle alte specialità oltre al fatto che il nuovo ospedale della città grande va realizzato fuori dal congestionamento non a Colle Obito dato che la funzione d’area vasta e di Dea di II livello richiede una collocazione meglio accessibile di quella attuale, intrappolata nel centro urbano e lontana dalle principali arterie di comunicazione extraurbana.

Tommaso Giani di Terni Valley si concentra sulle risorse per l’innovazione in campo medico scientifico, previste dal Next Generation Eu: “Torna al centro dell’organizzazione del Ssn l’investimento sul capitale umano e tecnologico operante nell’ambito della sanità”, sottolinea. “Questione evidenziata dalla pandemia che ha portato ad un rapido aumento di bisogno di alta intensità assistenziale (si veda la carenza di posti letto in terapia intensiva all’inizio dell’emergenza) che si è aggiunto a tutti i problemi pre-esistenti come il costante incremento di prevalenza di patologie croniche nella popolazione generale”. Focus inoltre sulla necessità per gli operatori del settore di un costante percorso di formazione, in grado di gestire la complessità dei fabbisogni di salute, sulla garanzia di spazi accoglienti dove esercitare la professione in sicurezza, sulla disponibilità di strumentazione tecnica all’avanguardia (macchinari diagnostici, terapie innovative e dotazioni hardware e software per la gestione dei dati e lo svolgimento di telemedicina/teleconsulti). L’osservatorio dovrà avere un ruolo di vigilanza su tutto questo e sui progetti”. 

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