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Servizio idrico, l’intervista: “Subito un patto parasociale fra i comuni e poi un unico gestore regionale”

Gianluigi Maravalle, sindaco di Ficulle: “Ecco perché ho votato no all’aumento delle tariffe. È ormai imprescindibile una grande riforma dell’architettura istituzionale e dei servizi pubblici”

Gianluigi Maravalle, primo cittadino di Ficulle, è uno dei sindaci che all’assemblea dell’Auri ha espresso voto contrario alla rimodulazione delle tariffe del servizio idrico nel Ternano. Come motiva questa decisione?

“Premetto che ho apprezzato il serio lavoro svolto da Auri nella persona del dottor Giuseppe Rossi, anche considerando l’applicazione del nuovo metodo di calcolo delle tariffe che ormai devono tener conto dei criteri prestabiliti da Arera, l’autorità nazionale. È ormai noto che la soluzione alla grave crisi finanziaria della Sii, le cui ragioni hanno origini nelle scelte delle amministrazioni passate, prevede tre passaggi: la cessione del 15% delle quote del Sii detenute da Asm ad Umbria 2, la rimodulazione delle tariffe a carico dei cittadini e la modifica dell’attuale statuto della società consortile. Un’operazione articolata che consentirà alla Sii di accedere a nuovo capitale di credito per 30 milioni di euro. È innegabile che l’operazione, prevedendo il rimborso di quanto dovuto dalla Sii ai comuni per un totale pari a circa 10,5 milioni di euro, risolve un’annosa questione che pesa sui bilanci comunali tanto da minacciarne la tenuta, così come la rimodulazione delle tariffe archivia anche il debito riconosciuto alla società dai lodi. Ma è anche vero che nella complessa operazione manca una parte, come più volte da me ed altri segnalato: una due diligence atta a verificare i costi di gestione, che risultano fuori misura anche in base al criterio dei ‘costi efficienti’ previsto dal metodo Arera di calcolo delle tariffe. È un’azione ad oggi assente anche nelle intenzioni, ma imprescindibile.

Cos’altro non ha funzionato in questi anni di servizio idrico integrato?

“È mancata, anche se più volte richiesta, una dettagliata informazione sul futuro economico della Sii anche alla luce dell’ulteriore indebitamento, ed in questo l’ad nel suo ruolo mi ha molto sorpreso: doveva fare qualcosa in più. Ciò non toglie che ho piena fiducia nel nuovo cda, ma i soci, i comuni, devono essere ben informati: sarebbe stato apprezzato un piano industriale di risanamento-efficientamento pluriennale. In ultimo, nella rimodulazione delle tariffe, in base a quanto deliberato da Arera, è previsto un canale preferenziale per i comuni che andranno al voto nella prossima primavera, cosa che mi fa piacere per i colleghi che saranno impegnati nelle elezioni, ma che in linea di principio crea di fatto una disparità tra i cittadini della provincia. E se andiamo a fondo nella riflessione, le disparità sociali e territoriali sono il male di questa epoca, oltre tutto accentuate dagli effetti della pandemia. La cultura di una rinascita del Sistema Paese è determinato anche dalle scelte locali, che non possono prescindere dall’equità. Fuori dall’equità non può esserci il necessario sforzo comune per uscire dalla grave crisi che stiamo vivendo. Ma per quest’ultimo aspetto confido nell’intenzione dichiarata dal presidente della Sii di risolvere la questione contestualmente per tutti i comuni in unica soluzione”.

Questa nuova composizione sociale è sufficiente per avviare una nuova stagione nel Servizio idrico integrato oppure, secondo lei, si può e si deve fare dell’altro?

“Il consiglio comunale di Ficulle ha espresso voto favorevole al nuovo Statuto, a dimostrazione che il comune dell’alto Orvietano non fa la guerra come scrivono alcuni giornali ma ragiona pragmaticamente, riconoscendo il lavoro svolto dal nuovo cda ed evidentemente dal Comune di Terni, stante che nella questione della cessione delle quote ASM non entro anche perché non modifica la maggioranza in mano ai comuni.
Nel merito delle modifiche allo Statuto: sono stati eliminati i tanto discussi, quanto folli, articoli 8 e 9 che avevano consentito al precedente cda di mettere i comuni sotto scacco con la richiesta di 16 milioni destinati al ripianamento del deficit; è stato inserito l’obbligo di relazione trimestrale al cda da parte dell’ad ed è stata normata la presenza di un advisor esterno. L’ad delegato ha poteri diversi e maggiori rispetto alla gestione del personale ed alla ridisegnata figura del direttore che resta di nomina Asm. In questo quadro, a me non preoccupano i poteri dell’ad, ma le sue capacita e volontà, la sua consapevolezza di gestire una società nell’interesse dei cittadini e non solo dell’azionariato privato. Ora l’ad non ha più alibi e la società deve essere portata in efficienza e stabile continuità, anche perché le tariffe umbre sono le seconde più care d’Italia e quelle del Ternano sono maggiori di quelle del Perugino, così come gli investimenti programmati devono essere realizzati senza indugi”.

Cosa fare da domani?  

Approvato lo statuto, l’altra azione fondamentale per rafforzare il ruolo d’indirizzo e controllo della parte pubblica è la sottoscrizione di un patto parasociale tra i comuni, altrimenti è inutile avere il 51%. Un nuovo patto parasociale è un’altra questione che Ficulle ha sempre posto nel corso delle varie riunioni, ma parlando dell’argomento personalmente con il sindaco e l’assessore del Comune di Terni e con altri sindaci, riterrei ci sia la volontà di dotare la parte pubblica di tale strumento, anche in adempimento a quanto prescritto dalla Corte dei conti. Inoltre, Ficulle ha sempre posto la necessità di una riforma complessiva della società anche prevedendo la trasformazione in società per azioni, come sono praticamente tutte le società pubblico-private ad iniziare da Umbra Acque”.

È ipotizzabile, a questo punto, una riforma più ampia nella gestione dei servizi pubblici?

“Dal nostro punto di vista, il passo successivo, anche considerando le ridotte dimensioni della nostra Regione, è quello di creare una società unica regionale per la gestione del servizio idrico. E lo stesso ragionamento andrebbe fatto per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti: ovvero realizzare strumenti anche adeguati ad una riforma in macro-regioni, che è auspicabile anche alla luce della violenta dialettica Stato-Regioni alla quale assistiamo in questo periodo. Da questo punto di vista, è ormai imprescindibile una grande riforma dell’architettura istituzionale e dei servizi pubblici: decenni di riforme parziali e contro riforme hanno sgangherato lo Stato e ridotto la democrazia ad una Babele ed è ormai evidente come questo sia un fattore non secondario della crisi economico-sociale. A livello nazionale, forse, non ci sono le condizioni per una grande riforma, ma è necessario avviare una vibrante stagione riformatrice e gli amministratori locali possono avere un grande ruolo, per quanto di loro competenza”.

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