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Lo strano caso della Tevere-Nera: nessuno la vuole, ma la tassa è ancora lì

Il balzello costa ai contribuenti ternani circa due milioni di euro l’anno. La Lega promette: discontinuità con le passate gestioni. M5S ribatte: poteva già essere eliminata. Il Comitato: dieci anni di battaglie, istituzioni insensibili

Tevere-Nera, la tassa immortale. Nessuno la vuole, almeno sulla carta dei comunicati stampa. Eppure, il balzello istituito da un regio decreto del 1933 è ancora lì. A dispetto di battaglie, proclami e carte bollate. Ora che si avvicinano le elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica, sembra che la questione torni al centro del dibattito. Che però, per alcuni versi, appare surreale.

In Umbria insistono tre consorzi di bonifica: oltre al Tevere-Nera, c’è la Bonificazione Umbra e il consorzio Val di Chiana Romana e Val di Paglia. Come succede ad esempio per i rifiuti – altro capitolo paradossale nella gestione dei servizi pubblici dell’Umbria – in alcuni casi i consorzi si pestano i piedi, sovrapponendo confini, competenze e, chissà, magari anche qualche bolletta.

Per quanto riguarda il Tevere-Nera, il balzello per la bonifica costa circa due milioni di euro l’anno che vengono chiesti a quei contribuenti che risultano “proprietari di beni immobili, terreni e fabbricati, ricadenti all’interno del comprensorio di bonifica”, così come specificato proprio dal consorzio ternano.

Ora, senza scomodare la storia e le cronache degli ultimi dieci (o venti) anni, è però un bel po’ di tempo che va avanti questa battaglia per cancellare la tassa e fare in modo che la bonifica venga assicurata dalla fiscalità generale senza che i cittadini – ma non tutti - siano costretti a rimettere le mani in tasca.

“Non è più pensabile che nella nostra regione ci siano trattamenti fiscali diversi che impongono ai cittadini ternani di sborsare, ogni anno, al consorzio di bonifica circa due milioni di euro – scrive in una nota Leo Venturi, in nome e per conto del comitato che da anni chiede la dismissione del Consorzio - mentre tutto ciò non avviene in altre realtà dell’Umbria, in quanto gli interventi di tutela idrogeologica sono finanziati, per intero, dalla fiscalità generale e quindi pagati da tutti i cittadini della regione, compresi i cittadini del comprensorio ternano”.

Nella nota, Venturi esprime parole di sostegno alla recente presa di posizione della Lega che ha annunciato che “con le prossime elezioni consortili dell’ente di bonifica Tevere Nera, che avranno luogo il 20 settembre, la Lega Umbria darà un chiaro segnale di discontinuità che possa permettere a tutti i contribuenti di essere equiparati a fronte dei servizi ricevuti”. Il Carroccio dice di voler essere “vicino a chiunque proporrà candidature in discontinuità con le passate gestioni del consorzio che possano portare ad una nuova fase di rilancio dell’azione territoriale dell’ente ed al superamento del pagamento della tassa”. Cioè, sostenere un consiglio di amministrazione che il giorno dopo l’elezione vada a “suicidare” il consorzio stesso. Possibile?

E sempre nella stessa nota Venturi se la prende col sindaco Latini che, “esponente della Lega” su questo argomento è invece “latitante”. “A due anni dalla sua elezione – dice Venturi - non ha mai assunto una posizione pubblica di contrarietà a questo balzello. Anzi, nel suo programma elettorale enfatizzava il ruolo del consorzio di bonifica auspicando una più ampia e uniforme tassazione. Di fatto il primo cittadino non ha tutelato, come già successo in passato, la dignità di migliaia e migliaia di contribuenti considerati, dalle istituzioni, di serie B. Tale atteggiamento, probabilmente, è sorretto dalla speranza che attraverso il silenzio tutto passi inosservato per far sì che nulla cambi”. Possibile?

Nel dibattito, si inserisce anche Thomas De Luca (M5S) che, ovviamente, spara a zero sulla Lega. “Cosa c’entrano le elezioni del consorzio con l’iniquo e ingiusto trattamento in termini di contribuzione fiscale dei nostri cittadini? Non sarà certo il futuro organo amministrativo eletto in seno al consorzio a determinare la fine del tributo, ma c’è bisogno di una modifica della legge regionale come già proposto dal M5S. Ma allora non capiamo come mai la maggioranza abbia bocciato non meno di due mesi fa l’ordine del giorno delle minoranze per una revisione della legge ‘Norme in materia di bonifica’, utile a porre fine all’iniquità fiscale tra i vari comprensori della regione. Alcuni cittadini, laddove insistono i consorzi di bonifica, sono costretti a pagare un iniquo balzello rispetto a quelli di altri territori in cui le stesse attività di bonifica, manutenzione e gestione del territorio vengono svolte da Afor e pagate tramite la fiscalità generale. L’iniquo balzello si potrebbe eliminare portando già il 4 settembre una proposta di legge in assemblea legislativa. Se la Lega è interessata a mantenere almeno un minimo di credibilità dopo le tante promesse non mantenute (non da ultimo quella sulla pillola Ru486) presenti un progetto credibile e noi lo sosterremo”.

Si accettano scommesse su come andrà a finire. Ma soprattutto sul “se” andrà a finire.

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