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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Comune di Terni, la maggioranza dopo il vertice-verità: e vissero (quasi) tutti felici e contenti

Il centrodestra va avanti ma le differenze non mancano. Forza Italia: rigurgito partitocratico. Le “spine” del gruppo misto. E lo spartiacque delle Regionali per gli equilibri in giunta tra Lega e FdI

Il sindaco Latini morde il freno, tira la briglia e tiene a cavezza la sua maggioranza. Il gruppo che esce dalla riunione-verità di Palazzo Spada - sulla carta – è compatto. Ma non esente da fibrillazioni, distinguo e neanche troppo celate polemiche.

“Lavoriamo con una prospettiva di mandato di altri quattro anni, durante i quali potremo sviluppare, portare a termine e consolidare la programmazione che abbiamo impostato in condivisione con la maggioranza attraverso i documenti votati in consiglio comunale. Lo faremo con un confronto sempre più aperto e positivo tra l’esecutivo e la maggioranza consiliare”.
La sintesi del primo cittadino chiarisce solo in parte i dubbi che hanno portato, subito dopo il rimpasto di giunta, a chiedere una verifica di maggioranza da parte di Fratelli d’Italia e – soprattutto - del gruppo misto, con l’occupazione da parte di Emanuele Fiorini dell’aula consigliare di Palazzo Spada.

Il sindaco ha dunque rivendicato la sua autonomia politica nella scelta degli assessori e, soprattutto, ha “difeso” il suo vice, Andrea Giuli, dagli assalti di Fratelli d’Italia. Che ventiquattro ore dopo il summit ragiona più o meno così. Le richieste dopo il rimpasto “recapitato ma non condiviso” sono state quasi tutte accolte. La delega al bilancio a Orlando Masselli e l’impegno da parte del primo cittadino a trasferirgli anche quella alle aziende partecipate in un futuro abbastanza prossimo sembrano ristabilire la pace. Almeno fino alle Regionali del 27 ottobre. Quando sarà opportuno verificare il peso politico, ed elettorale, di Lega e FdI per capire se l’ambizione ad ottenere anche il vicesindaco, da parte del partito di Giorgia Meloni, sarà confermata dalle urne oppure no. Il rimpasto, insomma, da queste parti sembra essere soltanto rimandato di qualche settimana.

È stato un confronto costruttivo anche se non pienamente soddisfacente”, dice invece il consigliere del gruppo misto, Emanuele Fiorini. “Senza dubbio il comportamento del sindaco è stato istituzionalmente corretto, ma secondo me ha fatto un rimpasto di giunta da qualcuno concordato, da altri subito. E questo carica l’amministrazione di frizioni di cui non abbiamo alcun bisogno proprio perché, come ha detto lo stesso Latini, abbiamo ereditato una situazione veramente drammatica. C’è bisogno, invece, di mantenere la maggioranza unita, ma non si può chiedere coesione per poi tenere atteggiamenti politicamente non corretti. Il sindaco, prima di fare le nomine e comunicarle, avrebbe dovuto avere un confronto con coloro che si sono adoperati per la ‘conquista’ di Palazzo Spada. Per quanto riguarda il nuovo assessore al welfare – aggiunge Fiorini - ribadisco che c’è un conflitto di interessi. Le mie non sono critiche distruttive, ma costruttive. Non è certo mia intenzione affossare questa amministrazione per farla passare nelle mani di non si sa chi, ma voterò sempre quello che è conveniente per Terni e per i ternani”.

Di “rigurgito partitocratico” parla l’onorevole Raffaele Nevi, vice coordinatore regionale di Forza Italia. Il partito azzurro – rappresentato al vertice dal solo consigliere Lucia Dominici - ha da subito manifestato disappunto nei confronti del metodo utilizzato dal sindaco Latini per cucire il rimpasto di giunta. Un metodo che, sostengono gli azzurri, rischia di sperperare capacità, professionalità e risultati che invece, fino ad ora, sono stati raggiunti dall’amministrazione ternana.

Su un punto, però, sembrano trovarsi tutti d’accordo. Che appuntamenti come quello di ieri dovrebbero ripetersi più spesso, almeno una volta al mese. Almeno fino alle Regionali, poi si vedrà.

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