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Farmacie comunali, c'è la svolta: il Tar stoppa la Cgil

Giudicato inammissibile il ricorso presentato dal sindacato: dalla vendita solo un rischio potenziale per i lavoratori. Ora si riapre la partita per la cessione, Dominici: "Così rischia di essere invendibile"

Il Tar dell'Umbria riapre la partita della vendita delle farmacie comunali. "Solo un danno potenziale" dalla eventuale cessione, scrivono i giudici amministrativi nella sentenza con la quale hanno giudicato inammissibile il doppio ricorso presentato dalla segretaria della Fp Cgil, Desiree Marchetti, per conto dei dipendenti delle farmacie comunali. 

Il sindacato aveva impugnato tutti gli atti della precedente amministrazione comunale che avevano dato il via all'operazione di vendita di Farmacia Terni compresi quelli che avevano modificato lo statuto della società e portato alla rimozione dell'intero cda per nominare un amministratore unico. "Un’operazione in violazione del principio di buon andamento della pubblica amministrazione e, in particolare, dei profili di efficacia ed economicità", secondo gli avvocati Patrizia Bececco e  Claudio Biscetti. "Una scelta, quella della dismissione di parte delle quote di Farmacia Terni, definita invece "legittima" dall'avvocatura comunale che ha evidenziato come "la modifica statutaria, che ha condotto all’adozione dell’amministratore unico in luogo del precedente organo di amministrazione collegiale è stata dettata dalla necessità di rispettare i dettami della legge Madia". L'avvocatura di palazzo Spada aveva anche sostenuto il difetto di legittimazione e la carenza di interesse del ricorso affidato al sindacato anziché ai singoli lavoratori, eccezione accolta dai giudici amministrativi.

"La legittimazione del sindacato va negata - scrivono - in quanto non è data alcuna prova della ricorrenza delle condizioni enucleate dalla giurisprudenza. Non è, infatti, dimostrato che il sindacato agisca a difesa di un interesse proprio perseguito statutariamente né che non vi sia potenziale conflitto tra gli appartenenti alla categoria".

Ma il ricorso della Cgil - che dovrà pagare anche 3mila euro per la refusione delle spese di lite - è stato stoppato anche nel merito. "ll ricorso appare carente - si legge nella sentenza del collegio presieduto da Raffaele Potenza - anche sotto il profilo dell’attualità dell’interesse. Difatti, nei corposi atti depositati la ricorrente solo in alcuni passaggi afferma che il nuovo e diverso assetto societario e proprietario potrebbe riverberarsi in un possibile danno ai dipendenti in termini di minori garanzie, pur non essendovi contestazioni in ordine alla continuazione dei rapporti di lavoro in essere con i dipendenti della FarmaciaTerni. Trattasi, invero, di censure estremamente generiche che evidenziano un danno solo potenziale, qualificato dalla stessa ricorrente come “possibile", ma non concreto ed attuale. Il Collegio non ritiene di disconoscere gli interessi sottesi al ricorso, bensì affermare che tali interessi vanno qualificati come di mero fatto che non assurgono al rango di interesse legittimo in capo ad un soggetto esponenziale, nei termini di legge, dell’interesse collettivo dei lavoratori nel rapporto di lavoro. Si evidenzia, per inciso, che in merito ad interessi connessi alla tutela del rapporto di lavoro e delle correlate vicende sindacali non potrebbe che porsi la questione della giurisdizione del giudice adito".

La sentenza era particolarmente attesa a palazzo Spada come aveva dichiarato chiaramente nei giorni scorsi l'assessore alle Partecipate, Fabrizio Dominici. "Non possiamo procedere alla vendita fino a che gli atti sono sub judice", aveva detto. Ora la pronuncia del Tar è arrivata e a meno di un eventuale ricorso al Consiglio di Stato l'amministrazione comunale potrebbe procedere nel portare a termine l'operazione di cessione della gestione di Farmacia Terni. Un ulteriore argomento di discussione per la seduta della terza commissione che si tiene nel pomeriggio con l'audizione dell'amministratore unico di Farmacia Terni, Fausto Sciamanna. 

Marchetti (Fp Cgil): valutazioni non nel merito

"Faremo le nostra valutazioni insieme ai legali sul da farsi, certo è che la sentenza del Tar non entra nel merito delle questioni avendo giudicato inammissibile il ricorso". Questo il primo commento della segretaria provinciale della Fp Cgil, Desiree Marchetti, dopo la pronuncia della giustizia amministrativa. "Per noi i principi alla base del ricorso restano validi - aggiunge - e mi sembra forte la decisione di non ammettere in giudizio il sindacato che dappertutto rappresenta i lavoratori". 

Dominici: "Così rischia di essere invendibile"

Predica calma anche l'assessore alle Partecipate del Comune di Terni, Fabrizio Dominici. "A caldo è difficile fare valutazioni anche perché bisognerà capire che cosa vorranno fare i ricorrenti. Ribadisco quello che ho detto in commissione martedì: oggi l'azienda si trova in grandi difficoltà e l'ipotesi di tenerci le farmacia la valutiamo se c'è un progetto di risanamento vero da affidare a un manager capace di mettere a punto un piano industriale di rilancio. Altrimenti proseguiremo nel percorso indicato dalla precedente amministrazione con la vendita della gestione trentennale anche se temo che in queste condizioni l'azienda rischi di essere invendibile". Eppure soltanto qualche settimana fa, all'indomani dell'insediamento, Dominici si era detto più ottimista sulla possibilità che Farmacia Terni potesse riscuotere interesse sul mercato. "Una società che ha quasi il doppio dei dipendenti rispetto ad aziende simili e non guadagna come dovrebbe deve essere per forza risanata per essere resa attraente per il mercato", dice l'assessore. 

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