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Terni, per la ripresa post-Coronavirus “più spazio per bar e ristoranti”

Le opposizioni propongono di cambiare il regolamento dell'occupazione del suolo pubblico per favorire le attività del territorio

Una revisione dei regolamenti comunali rispetto all’occupazione del suolo pubblico, per dare più respiro ai ristoranti e ai bar. E’ questa la proposta delle opposizioni in consiglio comunale - M5S, Pd, Senso Civico e Terni Immagina – per supportare le attività del territorio in questa difficile fase di ripresa.
Superare, quindi, i limiti previsti nei regolamenti comunali vigenti per dare risposte concrete agli operatori: "Ad oggi - afsvariati operatori del settore stanno ricevendo dagli uffici del Comune di Terni, risposte non all'altezza rispetto alla sfida economica che stiamo vivendo. Questo non per colpa dei tecnici comunali, ma per colpa di regolamenti che sono costretti a far rispettare, nonostante siano stati pensati per la gestione ordinaria di situazioni ben differenti da quella che stiamo vivendo in questa fase di emergenza Covid-19.

Per questo riteniamo prioritario che tali regolamenti debbono essere rivisti con somma urgenza -  chiedono i gruppi del M5S, Pd, Senso Civico e Terni Immagina - ad oggi secondo il Piano Guida per l’arredo urbano allegato al regolamento Edilizio del Comune di Terni, le superfici massime occupabili per gli esercenti, arrivano fino a 40 mq per i piccoli esercizi, e aumentano in proporzione alla superficie dell’esercizio fino a un massimo di 120 mq.

Questo significa che molte attività che già oggi ricoprono l’estensione massima consentita rischiano di veder dimezzato il numero di coperti su cui fare affidamento, con potenziali gravi ricadute economiche ed occupazionali.

Una limitazione che va in antitesi delle spirito degli annunci dell’attuale amministrazione e degli interventi messi in campo dal Governo nazionale per sostenere questo settore strategico. Considerando che la ripresa dell’economia e la necessità di applicare il distanziamento sociale, rende necessario un’elasticità totale nei confronti di quelle attività che faticosamente stanno cercando di rimettersi in piedi”.

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