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Elezioni a Terni, Leonardo Latini: l’uomo che merita rispetto ed il politico rientrato in logiche di difficile comprensione

Il sindaco uscente fuori dalla contesa dopo cinque anni caratterizzati da cambi di casacca e rimpasti di giunta in sequenza

Un epilogo davvero inaspettato, dopo settimane caratterizzate da discontinuità e colpi di scena. Il sindaco uscente Leonardo Latini non verrà ricandidato dalla coalizione che ha guidato la città nell’ultima consiliatura. Una prima volta piuttosto singolare che non può lasciare indifferenti soprattutto chi, da vicino, ha seguito le vicissitudini di palazzo Spada, cercando di fornire una narrazione adeguata agli eventi.

La consiliatura appena esaurita, quantomeno sotto il profilo dell’ordinaria amministrazione, è stata caratterizzata da una instabilità piuttosto lampante. Oltre trenta cambi di casacca e tre rimpasti di giunta, portati a termine dal primo cittadino. Cinque anni complessi ed iniziati in salita poiché si ereditava un Comune in dissesto, in un contesto di piena sfiducia - da parte dei cittadini - nei confronti del palazzo e delle istituzioni più in generale.

Eppure il sindaco Latini, al netto di qualche iniziale scivolone mediatico, è riuscito a portare ‘la nave in porto’ districandosi tra mille insidie, nonostante uno scenario politico completamente diverso rispetto a quello posto in essere nel 2018. Si può essere d’accordo o meno, sulle singole scelte ma ciò che è avvenuto le scorse settimane - prima dell’annuncio ufficiale da parte della Lega che ha di fatto salutato il primo cittadino di Terni - lascia e desta svariate perplessità. L’uomo Latini merita ampio rispetto poiché, in questi cinque anni, si è costruito una propria credibilità. Diverso il discorso deve essere fatto per il politico Latini che può essere sottoposto al giudizio degli elettori, dei cittadini e naturalmente anche del partito che lo ha lanciato.

Al netto dunque delle decisioni del singolo partito, all’interno di una coalizione, sono le logiche (modalità) utilizzate che generano disorientamento, soprattutto agli occhi di chi la politica locale la segue in modo distaccato - o meglio interessato il giusto - ossia parte corposa dell’elettorato ternano. Prima confermato, poi in bilico, poi sfiduciato per poi rientrare in gioco ed essere definitivamente scaricato. Dietro il sindaco Latini ha lavorato una squadra di assessori i quali si sono avvalsi della competenza di un gruppo di dirigenti e dei vari uffici tecnici. Tra questi ci sono Federico Cini, Giovanna Scarcia, Benedetta Salvati e Cristiano Ceccotti – in quota Lega - che hanno offerto lealtà e supporto pieno nei confronti di Latini.

La parte restante della giunta, appartenente ai partiti della coalizione, segue logiche comprensibilmente diverse che non sarebbe neppure opportuno giudicare. Singolare tuttavia la scelta di annunciare Orlando Masselli – tra l’altro uno degli esponenti di spicco dell’esecutivo Latini – proprio sotto l’ufficio del primo cittadino. L’epilogo controverso di una stagione contrassegnata dalla discontinuità, rispetto alla tradizione del passato, offre molteplici spunti di riflessione. Non sarà affatto facile accantonare la figura del sindaco uscente. In primo luogo perché occorrerà ripetere fino allo sfinimento che la mancata riconferma non equivale ad una bocciatura su tutta la linea di quanto fatto, in questi cinque anni. Sarebbe una clamorosa contraddizione interna. E su questo aspetto gli altri competitor potrebbero costruire parte della propria campagna elettorale.

Al netto poi dei singoli giudizi politici, è anche doveroso dare a ‘Latini ciò che è di Latini’ e di come ha operato l’esecutivo, citando – ad esempio - la riapertura della fontana di piazza Tacito, il grande cantiere del PalaTerni ormai prossimo al traguardo, il progetto del Verdi (può piacere o meno) ed un piano di assunzioni che ha consentito all’ente di poter tornare a respirare – dal punto di vista della dotazione organica - e permettere a centinaia di potenziali aspiranti di varcare i cancelli di palazzo Spada, al termine di molteplici procedure concorsuali.

Il prossimo giovedì 6 aprile si terrà, presumibilmente, l’ultimo Consiglio comunale: dapprima l’approvazione del Dup e successivamente del bilancio per portare a termine la consiliatura, dopo la famosa seduta andata quasi deserta che sancì la sfiducia della stragrande parte della maggioranza. E sarà anche curioso rivedere la giunta riunirsi, presumibilmente per l’ultima volta, prima di entrare definitivamente in una campagna elettorale che si preannuncia piuttosto calda. Un ultimo capitolo di una storia complessa da raccontare e spiegare, soprattutto a chi sulla scheda elettorale non troverà il nome di Leonardo Latini candidato a primo cittadino.

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