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Salute

Ospedale di Terni in era Covid, mai soste per la radioterapia oncologica: 80 malati al giorno. Parla il direttore della struttura

Il professor Ernesto Maranzano: "Da quando è scoppiata l’emergenza Covid19, l’attività di cura è continuata come d’abitudine". Tutti i metodi eseguiti al Santa Maria in piena sicurezza

Non si è mai fermata l’attività “ordinaria” all’interno dell’ospedale di Terni durante la fase di emergenza del Covid19. I pazienti, soprattutto i malati oncologici che necessitano di cure costanti, hanno sempre avuto identico trattamento anche nel periodo della pandemia acuta, come spiega Ernesto Maranzano, direttore del dipartimento di oncologia e della struttura complessa di radioterapia oncologica.

“Nel 2019, la struttura complessa di radioterapia oncologica, ha trattato con radioterapia 1.073 malati affetti da tumore e circa quattromila malati hanno ricevuto una visita specialistica. Nel nostro centro, oltre alle radioterapie convenzionali, sono effettuati trattamenti di altissima specialità quali radiochirurgia dei tumori cerebrali, radioterapia stereotassica frazionata extracranica, radioterapia ad intensità modulata di dose e guidata dalle immagini di tumori di torace e addome, brachiterapia di mammella e utero. Da quando è scoppiata l’emergenza Covid19, l’attività di cura è continuata come d’abitudine attraverso due turni lavorativi giornalieri (8-14 e 14-20) cosicché 70-80 malati al giorno sono stati trattati con radioterapia. Seguendo le direttive del ministero della salute, la cura dei malati oncologici è continuata nonostante l’epidemia. In particolare sono stati adottati tutti gli accorgimenti atti a prevenire l’infezione virale. Per il personale della radioterapia oncologica: mascherine, guanti e distanza adeguata fra le persone oltre al posizionamento di barriere in plexiglass negli uffici di ricezione. Per il malato: mascherine e appuntamenti in ore precise per evitare ogni assembramento e, in sala d’aspetto, sedute opportunamente distanziate con appositi cartelli”.

Le prime visite, fatte dal medico specialista in radioterapia per la valutazione dell’indicazione al trattamento, sono state tutte assicurate come pure le consulenze richieste per i ricoverati. Le visite periodiche di controllo (il cosiddetto follow-up dei malati già sottoposti a radioterapia e da rivedere periodicamente per valutare l’andamento della malattia e/o la presenza di effetti collaterali) sono state in gran parte sospese e rimandate. Tuttavia ciascun malato in follow-up è stato contattato al telefono e consultato riguardo alle proprie condizioni di salute; l’esito di eventuali esami radiologici e/o di laboratorio a disposizione del medico venivano comunicati al malato che così non ha avuto il bisogno di recarsi in ospedale per il loro ritiro”.

“Insieme alle radioterapia dell’Università di Messina e dell’Ospedale di Rovigo, la radioterapia oncologica di Terni ha effettuato uno studio teso a valutare cosa accadeva nella nostra specialità in era Covid19 avendo come riferimento tre strutture sanitarie rappresentative di Nord, Centro e Sud Italia. I dati, raccolti fra il 17 febbraio e il 29 marzo di quest’anno e confrontati con quelli dello stesso periodo del 2019, sono in pubblicazione su una rivista oncologica internazionale”.

In sintesi, i risultati. In genere il tasso di rinuncia all’inizio del trattamento è stato inferiore al 10%; in particolare a Terni, rispetto allo 0% di rinunce del 2019, si è riscontrata una percentuale di rinunce del 9% (12/146 pazienti). I pochi che hanno rinunciato possono averlo fatto per paura di contagiarsi o per impossibilità di trovare chi li accompagnasse da casa in Ospedale a causa delle restrizioni di movimento imposte dal Covid19.

Va precisato che nessun malato ha rifiutato un trattamento programmato con intento sintomatico (esempio metastasi ossee dolenti o sanguinamento) in quanto i disturbi accusati dal malato prevalevano su ogni altra considerazione o paura.

“Tutti i lavoratori della nostra struttura complessa hanno dimostrato un alto senso di responsabilità documentato dal fatto che il numero di personale sanitario e di segreteria attivamente operante in ospedale non è cambiato fra l’anno scorso e l’attuale. Con l’inizio della cosiddetta fase 2, si prevede l’inizio graduale delle visite ambulatoriali periodiche di follow-up con appuntamenti cadenzati ad intervalli di 30 minuti”.

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