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Scuola

“Caro diario, oggi ti vorrei parlare dell’emergenza Covid”, gli studenti raccontano il Coronavirus

Si chiama “Le lezioni del Coronavirus” uno dei capitoli di Raccontiamoci, il progetto realizzato dagli allievi dei licei Angeloni di Terni coordinato dalla professoressa Manola Conti

Didattica a distanza, quarantena, insicurezza. E ancora, timidi raggi di sole che illuminano giornate che sono però tute uguali. Alla fine di questo secondo anno scolastico dell’era Coronavirus, leggere i pensieri che i ragazzi hanno affidato ai loro diari significa non solo ripercorrere a ritroso questi lunghissimi mesi. Ma anche aprire una finestra sulle ferite – ma non solo – che il Coronavirus ha lasciato in quella che probabilmente è una delle categorie più colpite dall’emergenza: gli studenti.

raccontiamoci copertina-2Si chiama “Le lezioni del Coronavirus” ed è uno dei capitoli di Raccontiamoci. Diari di ragazzi dei Licei Angeloni, il progetto coordinato dalla professoressa Manola Conti giunto alla seconda edizione per i licei Angeloni e realizzato con il patrocinio di Bct, Lions Club Terni e Rotary Club Terni e che quest’anno oltre che in versione cartacea è stato prodotto anche in ebook. Grazie al valore riservato al dialogo costruttivo da parte della dirigente scolastica Patrizia Stilo, con questa esperienza 65 ragazzi hanno partecipato per due anni alla stesura dello “Zibaldone” - curato dalla professoressa Conti - in cui i testi prendono le mosse da progetti, quali “Siamo chi siamo”, “Talent di scrittura” e “Musicalità del paesaggio sonoro” e da libri discussi in classe.

manola conti-2Lo scorso 26 maggio si è tenuta la presentazione del lavoro (qui il link): nell’aula magna dell’istituto di via Cesare Battisti erano presenti dieci studenti in rappresentanza delle tre classi, la dirigente Patrizia Stilo, il professore di pedagogia dell’Università degli Studi in Perugia, Gaetano Mollo, la professoressa di lettere Manola Conti, il moderatore Alberto Favilla. Collegati a distanza la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Umbria di Terni, dottoressa Alessandra Giuliani e l’assessore alla cultura del Comune di Terni, Cinzia Fabrizi, oltre a Maria Rita Chiassai (Lions Club Terni), Patrizio Fratini (Avis Terni), Ivana Donati (Fulgineamente), i genitori e dalle aule le classi II L, II M e III M.

“In questo capitolo - spiega l’introduzione ai testi - sono raccolti emozioni e pensieri circa la necessità per tutti noi di confrontarci con l'epidemia da Covid19, per il secondo anno scolastico, cercando di vedere - accanto alle difficoltà - gli aspetti positivi. Abbiamo riflettuto su due lettere del professor Gaetano Mollo, relativamente a cosa ci insegna il coronavirus ed immaginato quando la pandemia sarà solo un brutto ricordo”.

Pubblichiamo di seguito alcuni degli scritti degli studenti dell’Angeloni. In fondo all’articolo sarà inoltre possibile scaricare il volume completo. Buona lettura.

Thomas C.

Dicembre 2020

Il Coronavirus è iniziato in Cina ed arrivato in tanti Stati. A marzo 2020 ha condotto alla pandemia. L’Italia è stato uno dei Paesi colpiti per primi, soprattutto la Lombardia che ha molti contatti economici e sociali con il mondo.

Nelle terapie intensive degli ospedali si sono avute difficoltà a gestire i numerosi malati.

Il governo ha emanato una serie di restrizioni, fino a dichiarare la chiusura di varie attività, alcune delle quali si sono organizzate con il lavoro da casa, inclusa la scuola, per altre è stata la fine. Il virus e i provvedimenti hanno creato danni economici. Inoltre ha iniziato ad essere sempre maggiore il malessere psicologico e sociale. Verso l’estate, quando il virus sembrava placato, alcune persone, dopo la segregazione, hanno avuto una scarsa accortezza, che ha portato a non rispettare i provvedimenti, ad assembrarsi.

Da settembre 2020, è iniziata la seconda ondata di contagi. La fascia di età coinvolta si è allargata. La riapertura delle scuole ha contribuito alla diffusione perché i trasporti dovevano essere organizzati in modo migliore, suddivisi in fasce orarie.

Le conseguenze sono state inevitabili, misure abbastanza drastiche da parte del governo, con tante restrizioni; alle regioni sono stati attribuiti colori diversi in base alla gravità di contagi, ricoveri e morti. Una regione può passare da un colore ad un altro in base al miglioramento o al peggioramento della situazione. Questo ha provocato di nuovo un blocco dell’economia ed isolamenti sociali. Anche Natale sarà un periodo diverso da come siamo abituati a viverlo.

Penso che si poteva evitare di arrivare a questo punto se fossimo stati più responsabili.

Ginevra C.

8/12/2020

Eccoci, per il secondo anno scolastico, a confrontarci con il coronavirus!

Questa ondata improvvisa non ce l’aspettavamo. Le regioni italiane sono classificate in zone gialla, arancione e rossa, a seconda dei contagi. Da ieri l’Umbria è tornata zona gialla e in Italia sembra che i casi stiano lentamente scendendo. Ci sono poliziotti e carabinieri che sorvegliano il territorio e poca gente in giro, i locali chiudono la sera alle ore 18 e c’è il coprifuoco alle 22.

Per quanto riguarda la scuola, è stato brutto rientrare a settembre e un mese dopo circa ritornare in didattica distanza. Credo non abbia funzionato il fatto che non sono stati attuati lo scaglionamento degli orari di ingresso e uscita e il potenziamento delle linee del trasporto scolastico.

Quest’ultima ondata mi ha colpito particolarmente, perché i miei nonni materni sono risultati positivi al covid - 19, anche se con sintomi lievi. Ora stanno meglio e sono in attesa del tampone per terminare l’isolamento.

Emanuele

15 aprile 2021

Purtroppo è più di un anno che viviamo una situazione terribile, che nessuno di noi avrebbe immaginato, neppure nei peggiori incubi. Il maledetto virus covid - 19 ci sta facendo vivere nella paura e nell’incertezza. La vita è cambiata e chissà se tornerà ad essere quella di prima. Dopo un lungo lockdown, in cui siamo stati costretti a stare chiusi in casa, lontani da tutti, si pensava di tornare alla normalità e che il virus in parte fosse stato dominato. Durante l’estate, c’è stato un “liberi tutti”, che a settembre ha portato a conseguenze disastrose, è arrivata la seconda ondata, con la sua potenza, ci ha fatto crollare nuovamente nella disperazione. Nuovi morti, ospedali al collasso, attività chiuse, limitazioni alla libertà, scuole chiuse. Tutto si è fermato di nuovo, sospesi in una situazione surreale, ma la speranza di trovare una soluzione non è crollata. Sono arrivati i vaccini e nonostante ancora siamo molto limitati, la situazione sta migliorando.

Irene

Lettera al Coronavirus.

È passato quasi un anno dall’inizio dell’emergenza covid-19, che ormai è quotidianità ma all’inizio appariva come passeggera, talmente lontana da noi che sembrava irreale; poi le vite di tutti sono cambiate. Gli adulti hanno affrontato responsabilità e gli adolescenti paure; i bambini sono stati la gioia e a volte la causa di ulteriori problemi per i genitori; gli anziani sono diventati più vulnerabili.

Un anno fa non avevamo paura della vicinanza agli altri, non temevamo un abbraccio. Le mascherine sembravano un oggetto da chirurgo, non una necessità, un accessorio indispensabile per farci vivere pacificamente con il virus. Ora, per esperienza personale, molte persone sono chiuse in casa da mesi.

Potevamo uscire, sembrava un’azione scontata che nemmeno davamo peso ad una passeggiata con gli amici, una cena in famiglia nella pizzeria preferita o un pomeriggio al cinema, che ora desideriamo, non ci spettano di diritto ma sono comunque un modo per sentirci liberi.

Covid-19, ora te ne stai andando, ma con te devi portare via la paura: abbiamo voglia di nuove speranze.

Francesco

8/04/2021

La quarantena significa che non bisogna uscire di casa per aspettare l’esito del tampone. Io sono stato a casa circa 20 giorni. Non ero contento perché mia sorella si è contagiata probabilmente sull’autobus, quando è andata con i compagni. A Pasqua c’è stata la zona rossa per tutta Italia, ma sono stato a mangiare sul balcone come l’anno scorso. Io oggi sono tornato a scuola quindi ho detto che sono libero ma gli altri stanno a distanza.  Sono chiusi i bar, i ristoranti, le pizzerie, i cinema, lo stadio, i musei e le palestre. Non vedo l’ora che ritorniamo in zona gialla, ma ancora stanno discutendo per i contagi e siamo in arancione nella regione Umbria.  

Leonardo

12/12/2020

Ai problemi che assillano la società s’è aggiunto il covid-19, pericoloso e invisibile, che attacca in modo subdolo. Siamo in piena pandemia. A creare confusione ci sono i negazionisti che non ammettono l’esistenza del virus e si comportano da irresponsabili, fanno delle sfilate senza mascherina per convincere a fare altrettanto: niente mascherina, perché è un bavaglio!

Il virus esiste e provoca morti, ha sovvertito il modo di vivere delle persone, danneggiandone la salute, la vita sociale, l’economia, ha messo in ginocchio il sistema sanitario nazionale da compromettere la vita di medici e infermieri. Anche la scuola è stata danneggiata, perché non si possono svolgere le lezioni in presenza e la didattica a distanza non sempre risulta efficace. Dobbiamo affrontare la situazione con senso di responsabilità, rispettando le regole. Sono convinto che se non abbassiamo la guardia, vinceremo la battaglia. Guardando, con speranza, ai vaccini in arrivo.

Meri

12/12/2020

Inizialmente ho avuto un po’ di paura, perché erano tutti in panico e i telegiornali forse ingigantivano la malattia Covid 19; dopo un paio di settimane non ero così preoccupata, almeno per me stessa, perché se lo avessi preso io, non sarebbe stato gradevole, però nemmeno così grave. Al contrario se lo avesse preso uno dei miei genitori come avremmo fatto con il lavoro? Se lo avesse preso uno dei miei nonni, con i problemi che già hanno con la vecchiaia, come sarebbe finita?

Quindi cercavo di non entrare in contatto con persone che non conoscevo e di stare con poca gente.

Il 9 marzo, con il nuovo decreto, Conte ha indetto il lockdown, si poteva uscire solo per i servizi essenziali. A quel punto alcuni si sono precipitati a fare scorte di cibo. Io ero sempre preoccupata, per la mia famiglia.

I primi giorni in realtà ero felice di non poter uscire, perché io sono una tipa da casa, non amo particolarmente uscire, solo con amici più stretti e in luoghi non troppo affollati. Con il passare del tempo la dad è diventata pesante; ero nervosa, soprattutto quando dovevo registrare gli audio per strumento. Arrivata l’estate, senza feste e con la mascherina, tutti erano però più tranquilli.

A settembre è stato bello tornare in classe con i compagni, solo che non potevamo stare vicini e dovevamo indossare sempre le mascherine.

La situazione degli autobus però era sempre la stessa, completamente pieni, come se non ci fosse un’epidemia e alcuni ragazzi prima di entrare a scuola erano troppo vicini.

Il 21 ottobre hanno chiuso ancora una volta le scuole. La nostra classe ha un computer con un audio che a volte smette di funzionare e noi non sentiamo più i professori e viceversa, mentre i rientri di strumento possiamo farli in presenza.

Sono preoccupata soprattutto per i nonni, perché ultimamente hanno avuto dei problemi di salute. Speriamo che il 2021 sia un anno migliore.

LEGGI | La versione integrale di RACCONTIAMOCI

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