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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scuola

Scuola, il tempo stringe ma sulla riapertura “regnano caos e incertezze”

La denuncia di Flc Cgil: ministero confuso ed enti locali inadempienti, così si vanifica il grande lavoro di dirigenti scolastici, degli amministrativi e dei docenti

“Come riapriranno le scuole? Rispondere a questa domanda a meno di un mese dalla ripresa delle attività didattiche, è ancora incredibilmente complicato. Regnano il caos e l’incertezza. La sola cosa che sappiamo è che sarà gestita come un’emergenza una situazione che, al contrario, il ministero ha avuto tutto il tempo e il modo di organizzare e panificare con provvedimenti seri e articolati. Evidentemente la scuola non è tra le priorità governative”.

Ad affermarlo è una nota della Flc Cgil Terni, la categoria che per la Cgil organizza tutto il mondo del lavoro di scuola, università e ricerca.

“Gli interventi che andavano fatti – prosegue il comunicato – chiesti da tempo dal sindacato, sono stati accuratamente trascurati, a partire da quello sugli organici che, oltre a riconoscere dignità e diritti a chi lavora nella scuola da anni, avrebbe anche permesso un funzionale ampliamento degli spazi disponibili per la didattica. Ora qualsiasi nuova disposizione è sicuramente tardiva e non fa altro che intervenire sulle mancanze mostrate finora da un ministero che ha emanato provvedimenti confusi, animato discussioni lunari come quella sui costosissimi banchi monoposto a rotelle e polemiche gratuite contro i sindacati, scaricando la responsabilità dell’apertura scolastica sui dirigenti scolastici che hanno trascorso l’intera estate a scuola, lavorando senza sosta per cercare di garantire la ripresa delle attività didattiche in sicurezza nonostante il caos ministeriale”.

Secondo il sindacato, la responsabilità della situazione non è però “un’esclusiva del governo nazionale”. “La confusione generata dalla mancata chiarezza ministeriale – sottolinea Flc Cgil - rischia infatti di diventare un alibi anche per altri attori amministrativi, come gli enti locali, che in una fase in cui la ripresa della scuola in presenza è una priorità sociale, culturale, etica per il Paese, stanno affrontando con una certa inerzia il compito di provvedere all’edilizia scolastica, assegnato loro dal Titolo V della Costituzione”.

“A soli 20 giorni dalla ripresa dell’attività didattica – denuncia l’organizzazione sindacale – dobbiamo infatti registrare forti ritardi nell’esecuzione dei lavori di edilizia leggera necessari per garantire la presenza degli studenti a scuola nel rispetto del distanziamento richiesto dal protocollo di sicurezza. Basti pensare che nella provincia di Terni alcuni comuni stanno completando gli interventi richiesti dalle scuole, altri prevedono di iniziarli la prossima settimana o addirittura ancora devono avviare le interlocuzioni con le scuole. Inerzia e ritardo doppiamente colpevoli dal momento che i fondi con cui gli enti locali dovrebbero dare risposte alle esigenze delle scuole non provengono dal bilancio degli stessi, ma da un finanziamento specifico attraverso i fondi europei del Pon per la scuola. Risorse certe, note già alla fine di giugno perché assegnate in base al numero di studenti frequentanti un determinato territorio comunale o provinciale, disponibili ufficialmente per il loro utilizzo già lo scorso 7 di luglio. Tanto per dare un’idea dell’ordine di grandezza, il Comune di Terni dispone a questo scopo di 520mila euro”.

“Il ritardo che stiamo registrando – conclude la Flc Cgil – rischia di vanificare il grande e logorante lavoro dei dirigenti scolastici, del personale amministrativo e tecnico, dei collaboratori e dei docenti svolto ininterrottamente durante tutta l’estate in ossequio alla responsabilità di dare risposte adeguate e tempestive al personale della scuola, alle famiglie, agli studenti per la ripresa dell’attività didattica in presenza in sicurezza e secondo il calendario previsto. Nessuno si azzardi ad addossare alla comunità educante la responsabilità di ritardi e disservizi, prerogativa esclusiva del governo nazionale e di enti locali inerti e inadempienti”.

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