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Scuola, partenza a singhiozzo: “Orari, dispositivi di sicurezza e personale: ecco le cose che non vanno”

Confronto tra Usb pubblico impiego e vertici comunali sui servizi educativi a Terni: l’anno scolastico si è avviato solo grazie al forte senso di responsabilità del personale

È passato quasi un mese dal suono della prima campanella. L’anno scolastico che si è aperto sotto il segno del Covid porta con sé una serie di problematiche organizzative e sanitarie che si sono aggiunte “alla preoccupazione che ha accompagnato gli ultimi anni, nei quali i servizi educativi comunali hanno funzionato principalmente grazie alla professionalità e allo spirito di appartenenza del personale educativo, insegnante e ausiliario che vi opera”.

E anche questo anno scolastico si è riaperto “grazie al forte senso di responsabilità del personale tutto, che ha fatto e continua a fare fronte ai limiti istituzionali, con l’entusiasmo di ripartire, di accogliere i bambini e le bambine nei luoghi educativi di sempre”.

A parlare è il sindacato Usb pubblico impiego dopo un confronto avuto nei giorni scorsi con l’assessore comunale alla scuola, il funzionario ed i tecnici della direzione, nel corso del quale sono state evidenziate “le principali criticità dei servizi educativi comunali – spiega il sindacato - che in parte esistevano già e a cui la pandemia ha dato maggiore rilievo, frutto, in estrema sintesi, dei tagli lineari sia sulla spesa del personale educativo/insegnante, sia sulla ristrutturazione e manutenzione, oltre che della progressiva esternalizzazione del personale ausiliario”.

L’elenco delle cose che non vanno parte dal “calendario scolastico, che peraltro si persevera a redigere senza alcuna collaborazione e condivisione con il personale” e che “è stato inviato quando già tutti erano rientrati in servizio nelle proprie sedi”.

“Neanche la modulistica standard (ad esempio quella necessaria ad indicare le persone delegate a riprendere i minori) è stata fornita, nonostante le reiterate richieste da parte del personale. Dei protocolli di sicurezza per il contenimento del Covid19 nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, che erano stati perfino sottoposti alle organizzazioni sindacali per le osservazioni già mesi fa – rileva Usb - si sono perse le tracce e il personale, di fatto, ha ricevuto le indicazioni per la riapertura e le procedure da seguire, in forma orale, in maniera frammentaria, a volte contraddittoria e, inevitabilmente, incompleta”.

“La formazione specifica, peraltro obbligatoria e conditio sine qua non per la riapertura, non è stata fatta e rimandata a data da destinarsi, sostituendola con una semplice informazione verbale, senza fornire alcun materiale scritto a cui fare riferimento. I dispositivi di protezione individuale sono stati forniti in maniera incompleta, solo per l’attività quotidiana, senza prevedere le necessità di dispositivi aggiuntivi specifici per la gestione di eventuali casi con sintomi riconducibili al Covid19. Il personale ausiliario, che pure ha visto un incremento importante, è insufficiente, soprattutto in alcune fasce orarie, nelle quali si sovrappongono, per una sola unità, vari compiti da svolgere contemporaneamente (senza volere considerare possibili emergenze), relativi all’accoglienza, alla pulizia/sanificazione”.

Altra nota dolente riguarda il tempo di apertura dei servizi e il numero dei posti disponibili. “Il 10 settembre è anche arrivata ai Comuni l’autorizzazione a derogare al tetto di spesa per le assunzioni a tempo determinato nelle scuole e nei servizi educativi”, ma secondo Usb questa “è una opportunità che l’amministrazione comunale di Terni non ha voluto prendere in considerazione” andando a concretizzare “una scelta che porta ad una contrazione significativa (da 7,45 ore di apertura a 5,40) dell’orario delle scuole dell’infanzia e ad una diminuzione, fino anche ad un 30% circa, dei posti a disposizione nei servizi educativi”.

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