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Preoccupati per il futuro e pieni di timori: ecco come sono gli adolescenti nel 2022

I dati emergono dal rapporto ventennale dell'associazione no-profit Laboratorio Adolescenza e dell’Istituto di ricerca IARD, su un campione di 5.600 studenti della fascia di età 13-19 anni

L'indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata dalla associazione no-profit Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD su un campione nazionale rappresentativo di 5.600 studenti della fascia di età 13-19 anni, è ormai una realtà da oltre vent'anni.

Ma quelo che è emerso nel 2022 dall'indagine nazionale, è a dir poco prepccupante. Ansiosi e disillusi riguardo al futuro e consapevoli che il Covid ha in parte compromesso in modo irreversibile la loro formazione scolastica. Molto meno propensi, rispetto al passato recente, a proseguire con gli studi universitari. Ingordi e sedentari, insoddisfatti del proprio aspetto fisico e in preda ai diktat estetici degli influencer e fashion blogger. Sempre più “connessi” e con un lento ma costante peggioramento dei rapporti in famiglia e con il gruppo dei pari. Il desiderio diffuso, grandemente accresciuto rispetto a prima, tanto da sembrare una vera e propria “voglia di fuga”, è quello di viaggiare.

Sono queste le considerazioni allarmenti emerse dal rapporto 2022. "Dopo l’anno del Covid – spiega Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – avevamo dato all’indagine di quest’anno il titolo “Adolescenza tra speranze e timori”, ma purtroppo, dati alla mano, i timori sembrano essere molto maggiori delle speranze. Passare dalla Dad alla guerra, senza soluzione di continuità, ha reso gli adolescenti, già duramente colpiti a livello psicologico dalla pandemia, ancora più fragili e timorosi. Un dato su tutti che descrive impietosamente la situazione: in un’età che dovrebbe essere tutta protesa verso il futuro, in cui a farla da padrone dovrebbero essere i sogni e le utopie, in cui si dovrebbe essere ottimisti quasi “per statuto”, il 52,7% degli adolescenti guarda al proprio futuro definendosi “incerto” o “preoccupato”. Gli “ottimisti” sono il 14%, percentuale che scende al 12,7% tra gli studenti delle scuole superiori e all’11,8% tra le ragazze. La considerazione più amara, sulla quale siamo chiamati tutti ad una profonda riflessione, è che il panorama che questi adolescenti vedono quando si affacciano alla finestra del loro futuro lo abbiamo costruito noi, pezzo per pezzo”.

La difficoltà a riprendere la socialità in balìa dei modelli “social”

Il 58% degli adolescenti (69,4% delle femmine) intervistati nell'indagine sostiene che nei due anni di pandemia ha mangiato in modo sbagliato (troppo, troppo poco, in modo sregolato…) e il 37% lamenta di essere aumentato di peso. Oltre questo aspetto in qualche modo mosirabile, il 27% (35,4% delle femmine) “si vede” più grasso della media dei suoi amici. E, soprattutto, il 50,5% (60,7%) delle ragazze non è soddisfatto del proprio aspetto fisico in generale.

Se generalmente in adolescenza si sa, non è facile accettare il proprio corpo in forte trasformazione, la ricerca fa emergere – confrontando i dati delle indagini Laboratorio Adolescenza-IARD degli anni passati (realizzati su campioni confrontabili) – un effetto causato dal periodo Covid, in cui le relazioni sociali si sono drasticamente ridotte, e l’attuale ritorno alla normalità. Nel 2020 (dati raccolti prima dello scoppio della pandemia) l’insoddisfazione riguardo al proprio aspetto fisico riguardava il 31% dei maschi (oggi è il 39%) e il 55,4% delle femmine (oggi è il 60,7%). Percentuali di “insoddisfatti” che nell’anno dei lockdown e della “socialità limitata” si erano ridotte (27% maschi e 50,1% femmine).

Quello che si comprende con questi dati, è che gran parte del problema deriva proprio dal confronto con gli altri. Cosa che, per altro, sono gli stessi adolescenti ad ammettere quando affermano (il 34% dei maschi e 53,7% delle ragazze) che nella valutazione del proprio aspetto fisico è importante il giudizio di amici e compagni.

Ma, soprattutto, a incidere sul rapporto con il proprio fisico e anche con il cibo, risulta importantissimo il ruolo di influencer, fashion blogger, moda, pubblicità. Vale per il 59,1% dei maschi e, addirittura, per il 77,6% delle ragazze. E il condizionamento aumenta con l’età passando dal 63,5% tra gli studenti delle scuole medie inferiori al 70,1% delle superiori. Questa evidenza risulta preoccupante ma non può sorprendere se consideriamo che il 76,1% afferma di aver trascorso su social molto più tempo rispetto agli anni passati.

La “lista dei desideri” per piacersi di più (vedi tabella) è quasi infinita – ed anche qui troviamo insoddisfazioni estetiche significativamente aumentate rispetto al passato – ma in cima ai desideri delle ragazze c’è sempre il mmito dell magrezza (67%) e a quelli dei ragazzi l'essere più alto (57,2%). Passando dalle scuole medie alle superiori i “vorrei”, salvo alcune spiegabili eccezioni, tendenzialmente aumentano.

%

Femmine

Maschi

Scuole medie

Scuole superiori

Vorrei essere più magra/o

67,0

38,3

51,9

52,1

Vorrei essere meno magra/o

9,9

16,9

11,1

14,7

Vorrei esse più alta/o

45,1

57,2

52,5

50,9

Vorrei essere meno alta/o

11,1

3,7

8,4

6,7

Vorrei denti più belli

54,5

44,3

54,0

46,9

Vorrei una pelle più bella

61,0

30,2

39,7

47,5

Vorrei un naso più bello

52,5

27,0

34,0

41,7

Vorrei un seno più bello

41,6

-

19,5

24,9

Il contributo della scuola

“Se il nostro osservatorio annuale sugli stili di vita degli adolescenti va avanti da oltre vent’anni con successo – commenta Carlo Buzzi, sociologo dell'Università di Trento e coordinatore scientifico del lavoro – è unicamente grazie alla sensibilità delle scuole. Decine di insegnanti e dirigenti in tutta Italia che collaborano in modo straordinario, da anni, prendendosi carico della somministrazione del questionario. Un contributo importantissimo alla ricerca sociale su una fascia d’età – quella dell’adolescenza – spesso trascurata. L’ampiezza del campione – oltre 5000 casi - e la continuità con cui riusciamo a svolgere le nostre rilevazioni ci consentono, infatti, non solo di fotografare la realtà adolescenziale, ma anche di osservare e descrivere le evoluzioni su abitudini e stili di vita, spesso rapidissime, che la riguardano”.

La ricerca per progettare il futuro dei giovani

"Conoscere gli adolescenti, anche attraverso la ricerca - afferma Paolo Paroni, Presidente di Rete ITER-Istituto IARD – è un punto di partenza indispensabile per progettare interventi e politiche finalizzati a garantire alle nuove generazioni un contesto sociale in cui vivere adeguato alle loro esigenze e ai loro obiettivi futuri. Ed è proprio questo l’obiettivo di Rete ITER che propone interventi concreti e misurabili a favore dei giovani, da realizzare anche sfruttando i fondi che proverranno dal Recovery Fund”.

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