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Addette alle vendite costrette a pulire i bagni dei supermercati: video denuncia della Filcams Cgil

Il sindacato raccoglie la testimonianza delle lavoratrici: “Crediamo che sia necessario un intervento delle istituzioni ed in particolare dei sindaci, come primi responsabili della salute pubblica sul territorio”

Non dovrebbero farlo, perché non rientra tra le loro mansioni, non lo prevede il contratto di lavoro e poi ci sono rischi molto seri sotto il profilo della sicurezza e della salute, non solo quella di lavoratrici e lavoratori, ma anche della clientela. Eppure, in diverse catene della grande distribuzione, in particolare nel ramo dei discount (ma non solo), le “addette alle vendite” vengono chiamate (quando non costrette) a fare le pulizie straordinarie, ovvero a pulire spogliatoi, piazzali e soprattutto i bagni.

La denuncia arriva da tre lavoratrici della provincia di Perugia, in forma anonima per il timore di ritorsioni da parte delle proprie aziende, ed è stata raccolta dalla Filcams Cgil.

“Lavoro in un supermercato da più di 30 anni e guadagno 700 euro al mese - racconta una delle lavoratrici nel video pubblicato da Collettiva.it - so che fare le pulizie non rientra tra le mie mansioni, eppure io e le mie colleghe ci troviamo spesso costrette a fare anche questo, pur non avendo strumenti e formazione adeguata a questo tipo di compiti, che comportano rischi notevoli per la nostra salute”.

Anche perché, osservano le lavoratrici (tutte donne, gli uomini infatti quasi mai sono coinvolti dal problema) i bagni di un supermercato sono frequentati da decine di persone ogni giorno e spesso sono in condizioni davvero “pietose”. Ma oltre a questo c’è anche un problema di sicurezza per la clientela, tanto più in tempi di pandemia: “Queste pulizie, infatti, le facciamo indossando la stessa divisa con cui poi torniamo alla casa o magari al banco a servire i clienti”, riferiscono ancora le lavoratrici.

“Come Filcams Cgil abbiamo intrapreso da tempo una battaglia per interrompere questa prassi illegale e pericolosa da parte delle aziende - afferma Massimiliano Cofani, della Filcams Cgil di Perugia - Ci sono sentenze della Cassazione che chiariscono chi ha ragione, ma le aziende continuano a fare muro. Siamo pronti a sostenere e difendere le lavoratrici che si rifiuteranno di svolgere questi compiti da ogni possibile ritorsione, ma crediamo che a questo punto sia necessario un intervento delle istituzioni ed in particolare dei sindaci, come primi responsabili della salute pubblica sul territorio”.

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