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Referendum, anche il Popolo della Famiglia dice no: "Rinnovare la classe politica, non ridurla"

In una nota, il direttivo del Popolo della Famiglia dell'Umbria definisce la propria posizione al prossimo referendum costituzionale: "La classe dirigente di un paese si rinnova, non si riduce per renderla più efficiente"

Anche il Popolo della Famiglia Umbria definisce la sua posizione di fronte alla prossima sfida referendaria orientandosi decisamente per il no.

"Nonostante le posizioni ufficiali, sottotraccia, - fa sapere Marco Sciamanna, presidente del Popolo della Famiglia Umbria - i partiti del Centrodestra sono tutti convinti che la riduzione del numero dei parlamentari sarà una ferita tremenda per tutta la democrazia rappresentativa e soprattutto per l'Umbria che vedrà ridotti da 16 a 9 gli eletti nelle nostre circoscrizioni. Chiediamo agli elettori ed ai dirigenti del Cdx uno scatto di orgoglio ed un appello al NO deciso, netto e senza equilibrismi per cadere in piedi con qualsiasi esito delle urne

Alle teorie farlocche del Meno parlamentari = Meno corrotti, o Meno parlamentari = Più governabilità, - prosegue Sciamanna - rispondiamo con decisione che la classe dirigente di un paese si rinnova, non si riduce per renderla più efficiente", ha continuato Sciamanna ricordando anche i ridicoli risparmi che una tale riforma porterebbe al bilancio dello Stato (meno di 1€/anno per ciascun abitante). 

L'Italia ha già bocciato la riforma Renzi che voleva abolire il Senato, ora ci riprovano. L'Umbria respinga questo attacco alla Costituzione - conclude il presidente del Pdf - e ciascuno moltiplichi gli appelli a votare NO al referendum, è l'unico modo per non allontanare i cittadini dalla democrazia".

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