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Barbara Corvi, la memoria e le polemiche: “Ora basta davvero sindaca Pernazza”

Il Forum delle donne di Amelia replica all’intervento del primo cittadino sulla rimozione del banner che ricorda la donna scomparsa: ecco fatti e date, le cose sono andate così

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Forum donne di Amelia in replica alle dichiarazioni rese dal sindaco, Laura Pernazza, in merito alla rimozione del banner in ricordo di Barba Corvi, la giovane mamma amerina scomparsa nell’ottobre del 2009.

Con queste righe intendiamo ristabilire la verità dei fatti su quanto affermato dalla sindaca Pernazza, nell’articolo apparso su Ternitoday il 2 luglio scorso.

LEGGI| Il link all’articolo

Lo vogliamo fare assumendo la responsabilità di tutte le nostre scelte politiche - quindi realmente tese ai valori del bene comune - di questi anni, che non hanno nulla d’ideologico e polemico, in particolare su una storia che appartiene dolorosamente alla nostra comunità. E lo facciamo riportando la cronologia dei fatti.

Nel 2013 si costituisce il Comitato Barbara Corvi per iniziativa della famiglia di Barbara, di Libera contro le Mafie, del Comune di Amelia, del Forum Donne Amelia e di tante cittadine e cittadini liberi. Un forte atto politico della comunità amerina, su una questione considerata una priorità sui cui impegnarsi costantemente, per mantenere sempre viva la memoria di Barbara e non smettere mai di chiedere verità e giustizia.  

Per questo il manifesto di Barbara Corvi è stato esposto sul cancello dell’ingresso comunale in modo permanente dal 2013 al 2016.

Nel 2016 la nuova giunta rimuove consapevolmente il manifesto. Atto che ci sembra comunque meno grave - in termini di mancata attenzione e importanza riconosciuta alla vicenda - dell’attuale affermazione della sindaca, apparsa nell’articolo citato e che dice "Non fui certo io a togliere il banner. Non mi resi nemmeno conto che era lì”.

Nel 2017 il “Comitato 8 marzo” (rete di associazioni e cittadini amerini), proprio in occasione della giornata internazionale della donna, promuove un corteo per portare all’attenzione dell’amministrazione Pernazza alcuni temi tra cui, appunto, l’urgenza di programmare azioni per assicurare il ricordo permanente della scomparsa di Barbara Corvi, come continuità dell’impegno istituzionale e della comunità nel chiedere la verità. A giugno una rappresentanza del Comitato si confronta con la Sindaca e l’Assessore competenti, in un incontro lungo, acceso e non rispettoso, da parte della sindaca stessa, delle persone presenti. Tuttavia l’obiettivo era molto più alto e la rappresentanza del Comitato 8 marzo resta al tavolo. Da quell’incontro si ottiene: la conferma dell’esposizione del banner di Barbara Corvi dal balcone del Comune, in alcune date (compleanno e data della scomparsa di Barbara); l’impegno di collocare in modo permanente una vela in ricordo della scomparsa nell’atrio del Comune oppure nella biblioteca ed infine l’impegno di individuare un nuovo spazio di verde pubblico, per creare un luogo della memoria comunitaria e apporre una targa per Barbara dopo che era stata dismessa quella dell’aiuola al centro dei giardini, per ristrutturazione dello spazio. Impegni, questi ultimi due, più volte sollecitati e ad oggi disattesi.

Ci preme poi evidenziare che tutti gli eventi organizzati il 27 ottobre, giorno della scomparsa di Barbara Corvi, quando si sono svolti in sedi comunali, regolarmente richieste, il Comitato ha ogni volta sostenuto il pagamento del relativo contributo comunale per la concessione degli spazi. Che intende quindi esattamente la sindaca quando, nell’articolo, dice che “ogni evento o giornata legata al ricordo di Barbara sarà sempre sostenuta in prima persona dall’amministrazione comunale”?

Questa è davvero la fine sulla vicenda del banner dedicato a Barbara, con la corretta ricostruzione dei fatti, facilmente verificabili attraverso documenti e comunicazioni inviati per pec alla sindaca in questi anni.

Circa la questione, poi, su cui la sindaca Pernazza manifesta la sua contrarietà, cioè la diserzione o, peggio, il boicottaggio, per pura ideologia, di eventi istituzionali per la giornata internazionale della donna, precisiamo che, anche qui, la ricostruzione è ben diversa.

Nel 2018 abbiamo partecipato a incontri organizzativi promossi dall’assessora Sensini per la preparazione dell’8 marzo. Anche in quell’occasione abbiamo inviato un documento di riflessione e di proposta di un percorso condiviso con tutte le associazioni, l’istituzione comunale e la cittadinanza, per informare e agire per i diritti delle donne e il contrasto alla violenza di genere. In quell’occasione abbiamo anche chiesto un consiglio comunale, aperto a tutta la comunità, su una o più priorità delle politiche di genere. Tutte proposte cadute nel vuoto.

In questi ultimi due anni siamo state invitate (anche solo con pochissimi giorni di anticipo) a eventi istituzionali per l’8 marzo e il 25 novembre, ogni volta dopo che questi erano già definiti per contenuti e target, e soprattutto dopo aver noi chiesto fortemente un percorso di costruzione condiviso, che producesse risultati duraturi nel tempo e non eventi di facciata fini a se stessi. Tutti eventi, poi, molto distanti dal linguaggio, dall’esperienza e dai contenuti in cui ci riconosciamo, avendo maturato anni di esperienza nella gestione dello sportello d’ascolto e del centro antiviolenza donne insieme dell’intera zona sociale Narni- Amelia.

Con determinazione e responsabilità abbiamo provato a sederci ai tavoli di confronto con l’amministrazione comunale, abbiamo creduto potessero aprirsi spazi di costruzione condivisa sui temi a noi cari. Tutto vano.

L’ultimo tentativo, in ordine di tempo, è quello della lettera che abbiamo inviato, nella fase 1 del Covid, alla sindaca e al consiglio comunale, richiamando l’attenzione su temi come la violenza domestica, che l’emergenza ha esasperato. Nessuna risposta formale della sindaca, nessun confronto nelle sedi preposte, la pec con la lettera non consegnata ai consiglieri per un confronto e discussione.

Ora basta sindaca Pernazza! Dica chiaramente che non le appartengono gli strumenti politici di confronto democratico e di costruzione partecipata delle priorità per le politiche della nostra comunità, attraverso l’ascolto del tessuto associativo e delle persone.  Questo è il punto pratico e concreto a cui arrivano i fatti, tutti tracciabili e documentati. Per noi, essere portatrici di un progetto di comunità inclusivo e davvero attento alle fragilità, e cercare ostinatamente di costruirlo con questa amministrazione, è un impegno politico concreto per il bene comune e non un’irritante polemica.

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