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Amelia, botta e risposta sulla riqualificazione dell'ex vivaio. Ente Palio: "Attacchi infondati. Nessuna colata di cemento"

Si infiamma sui social la discussione fra Legambiente-Italia Nostra e l'Ente Palio dei Colombi, accusato di aver presentato un progetto che deturperebbe il paesaggio della riserva naturale di Amelia. Dura la replica: "Nessuna colata di cemento. Basta con le campagne denigratorie".

Duro botta e risposta fra Legambiente-Italia nostra e l'Ente Palio dei Colombi di Amelia. Una querelle nata sulla proposta, da parte dell'Ente Palio, di recuperare e riqualificare l'area dell'ex vivaio ex vivaio, a ridosso del Rio grande e costruire nella zona un nuovo campo dei giochi per il palio amerino, oltre ad aule didattiche, strutture per l’ippoterapia e per l’accoglienza turistica.

Dopo la reazione dell'associazione ambientalista che, in sostanza, accusava l'Ente Palio di voler metter in opera una vera e propria "colata di cemento" che avrebbe deturpato uno fra i tesori naturalistici di Amelia, la discussione ha preso fuoco suoi social con una dura reazione affidato al vide presidente dell'ente Alberto Rini, rilanciato dal presidente Carlo Paolocci: " Esistono dei circoli di pensiero ad Amelia, depositari del sapere, i quali vivono e traggono l'essenza della propria esistenza facendo la guardia affinché nulla sia toccato, nulla turbi la loro vita quieta ed ecosostenibile. È in corso ad Amelia in questi giorni una campagna denigratoria nei confronti delle associazioni, in particolare delle contrade e dell'Ente Palio, proveniente da questi circoli di pensiero".

Una accusa che, per Rini, si rivolge specificamente all'ente: "Siamo stati definiti coloro i quali "vanno avanti come bulldozer a calpestare la dignità di chi lavora", coloro che si intascano i soldi delle taverne, quelli che non hanno rispetto di nessuno, che sono disgustosi e disonesti. Siamo stati additati come coloro che ce l'hanno con i ristoratori, come quelli che creano eventi che possono generare la propagazione del Covid. Dove erano questi sedicenti difensori di Amelia quando si distribuivamo le mascherine in tempo di lockdown? Dove erano quando si trattava di consegnare i pacchi alimentari ai più bisognosi? Dove erano quando si raccoglievano i soldi per acquistare i pacchi alimentari e per comprare strumenti medicali per il nostro ospedale e per i professionisti che ci lavorano?".

Poi, una riflessione sull'accusa specifica di promuovere progetti che deturpano il territorio: "L'ultima di oggi sono le "colate di cemento". Non esiste alcun progetto ancora, dobbiamo parlare con tutti i soggetti interessati ovvero regione e comune circa la fattibilità della proposta. Abbiamo fatto una richiesta formale di interesse sull'area al soggetto proprietario, l'AFOR. Ma pensate davvero che non sappiamo quale sia il contesto nel quale si trova l'area, della zona SIC, dei vincoli ad essa collegata? Esiste solo un progetto sulla destinazione dell'area dell'ex comunità montana e una articolazione di attività sociali, turistiche e sanitarie. Un'area abbandonata da anni anni nel disinteresse di tutti. Abbiamo la volontà - conclude Rini - di creare un campo di gara, sì. Ma anche un luogo per sviluppare la terapia assisitita con gli animali ed in particolare con i cavalli. Abbiamo la volontà di promuovere anche lo studio sulle piante da frutto e la produzione di confetture con i frutti coltivati. Ma dove eravate quando ad Amelia si consumava il territorio in modo abbastanza discutibile? Quando venivano costruiti palazzoni degni della miglior Kiev degli anni 60. Dove eravate?".

A dare manforte ci si mette anche Leonardo Pimpinelli, presdiente del consiglio comunale e consigliere delegato alle associazioni che tuona su Facebook: "Come consigliere comunale delegato alle associazioni, sono indignato per i continui attacchi di chiara natura politica che provengono da più parti e che strumentalizzano le iniziative atte a rivitalizzare la città e che colpiscono l'Ente Palio, le contrade e tutto il tessuto associativo ed economico che gli gira intorno. Colpire il duro lavoro di centinaia di volontari - conclude - è fare politica becera sulle spalle di chi quotidianamente senza percepire alcunché dedica il suo tempo e il suo impegno per il bene della collettività".

Tuttavia, la polemica sembra confondere due diversi piani: il primo fa riferimento specificamente alla proposta di riqualificazione della zona dell'ex vivaio, sulla quale, effettivamente, bisognerà andare con i piendi di piombo. A oggi non esiste un vero e proprio progetto su carta e ogni proposta dovrà essere vagliata al millimetro dalle istituzioni. Il secondo livello potremmo definirlo il "nervo scoperto" e fa riferimento alla decisione dell'Ente Palio di non rimandare, causa covid, la quarantacinquesima edizione del Palio dei Colombi. Da qui un rimbalzare cittadino di polemiche per una decisione che alcuni ristoratori ritengono dannosa per le economie del settore. Ma, di contro, potrebbe essere una occasione per rivitalizzare una fetta di turismo cittadino.

Insomma, la questione dell'ex vivaio è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.  

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