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Venerdì, 19 Aprile 2024
Amelia

Collescipoli, la grande ‘illusione’ Università e la situazione attuale

Il trasferimento dal borgo a San Valentino è avvenuto ad inizio 2013 dopo anni in cui c’era stato il boom di iscritti

Sono trascorsi ormai oltre sei anni dalla chiusura della facoltà di Economia Aziendale a Collescipoli. La decisione venne adottata a seguito del trasferimento a San Valentino, sede attuale del polo ternano. Una grande illusione per il borgo che avrebbe potuto beneficiare in termini di visibilità, attrattività e perché no anche a livello di marketing territoriale e commerciale. La fotografia di quanto accaduto nel corso del tempo.

Gli anni ottanta e novanta a Collescipoli

Oltre 1500 persone affollavano il paese alla fine degli anni 80’ oltre i 700/800 al di fuori dal perimetro delle mura. Un punto di riferimento per quasi 2500 complessive: si potevano trovare cinque alimentari, un tabaccaio, un forno, una farmacia, una pizzeria e le poste. Non c’erano grandi centri commerciali e la comodità stava nel fatto di poter fruire di servizi e piccole attività commerciali. Da Terni ci si spostava per assaggiare il famoso cono da ‘Remigio’ e respirare un po' di aria fresca uscendo della conca, soprattutto nei mesi più caldi. Con il passare degli anni, mentre la popolazione progressivamente invecchiava non si è assistito ad un vero e proprio ricambio generazionale. Lo spopolamento diventava così tangibile ed evidente man mano che ci si avvicinava al ventunesimo secolo. Una sorta di ‘frazione dormitorio’ la quale avrebbe meritato una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni comunali, avvicendatisi nel corso degli scorsi anni.

Università a Collescipoli

L’arrivo della facoltà di Economia a Collescipoli ha portato nuove speranze nei cuori dei residenti. La possibilità di poter rivedere il proprio centro cittadino popolato e vivo; l’indotto garantito dall’arrivo degli studenti. Qualcuno comprensibilmente ipotizzò anche a dei benefici provenienti dalla fruizione di strutture ricettive. La maggior parte dei ragazzi però proveniva da Terni, una parte minoritaria da fuori provincia e regione. Tuttavia il polo era piuttosto frequentato e così si optò anche per l’apertura di una pizzeria oltre che la disponibilità delle altre attività commerciali. Il comune ristrutturò l’ex monastero di Santa Cecilia per dare un nuovo impulso alla didattica, all’interno di una serie di interventi di consistente entità. A seguito della riforma Gelmini e di alcune valutazioni fatte dagli organi preposti però lo splendido palazzo Catucci, anch’esso ristrutturato, chiuse i battenti. Ora, come è noto, la struttura ospita un’università telematica. Le lezioni non vengono seguite fisicamente sul posto mentre gli iscritti arrivano uno o due giorni prima per sostenere gli esami. Come sottolineano dalla Pro Loco: “Il direttore responsabile del polo didattico è una persona disponibile e incline all’interazione. La struttura è molto bella, risistemata e fruibile”. Presupposti di rinascita? La speranza è come sempre l’ultima a morire.

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