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Narni Calvi dell'Umbria

Là dove c’era un parco meraviglioso con fiori e profumi, oggi c’è una giungla incolta

Calvi dell’Umbria, i giardini dell’ex convento delle Orsoline nell’abbandono più totale: “Quella grande area verde, così bella e ricca di elementi di pregio, si presenta come una inaccessibile massa informe”

Una fine ingloriosa. Che rattrista quanti in quei luoghi hanno trascorso gli anni più belli della loro gioventù. Parliamo dei giardini dell’ex monastero delle Orsoline di Calvi dell’Umbria, situati nel cuore del paese, appena dietro la piazza principale e a poche decine di metri dal palazzo comunale. Una superficie di alcune migliaia di metri quadrati, occupata un tempo da orti, viali e giardini curati e ben tenuti dalle suore. Erano gli anni cinquanta, sessanta e settanta, ma le Orsoline sono rimaste a gestire questi spazi nei decenni successivi, fino a quando il monastero non è tornato nella disponibilità del Comune che ha trasformato parte delle strutture nella propria sede, con Palazzo Ferrini che ospita il locale museo.

La parte iniziale è costituita da una sorta di piazzale ciottolato, situato appena dietro gli uffici comunali. Al centro c’è l’antico pozzo, intorno al quale hanno giocato e passeggiato, da bambini prima e ragazzi poi, migliaia di calvesi. Una piccola scalinata conduce a quello che un tempo era un bellissimo viale, pieno di essenze arboree. Tra queste, numerose palme ed altre piante esotiche. Sulla destra un giardino pieno di fiori: quelli che con grande amore coltivava la superiora del monastero, madre Giuliana. Seguendo il percorso, sul lato sinistro, si dava inizio al “giro” perimetrale di tutta l’area verde, delimitata da un muraglione sul quale c’è ancora oggi una Via Crucis molto caratteristica, realizzata in pietra ed incastonata sul muro. Un percorso in leggera salita, caratterizzato dalla presenza di “traverse” costituite da ulteriori viali che attraversavano orti e giardini nei quali le suore si affaccendavano da mattina a sera, coltivando ortaggi di ogni tipo ed allevando animali da cortile. Arrivati in cima al viale, c’erano due enormi “vasconi”, opera di ingegneria idraulica sorprendente, che servivano a raccogliere acqua piovana dalla pineta sovrastante, accumulandola e dirottandola, per scopi irrigui, tramite una condotta a vista, presso i tanti orti e giardini sottostanti.

Calvi dell'Umbria, i giardini dell'ex convento in stato di abbandono

Il profumo intenso delle piante di lauro, eucalipto, mirto e di altre essenze invadeva l'aria. A primavera questi profumi si facevano ancora più forti e cambiavano di continuo, grazie alla presenza di decine di essenze arboree. Il percorso si sposta sulla destra, in quello che è considerato il viale di congiunzione tra i due laterali. A metà di esso c’è una statua in ceramica verniciata che raffigura il patrono cittadino San Pancrazio, con il suo mantello rosso all’angolo; a destra c’è una cappellina con la Madonna. Il giro si concludeva con l’ultimo tratto in discesa che riportava verso la zona di partenza.

Tanto verde, tante piante e tanti alberi, in questo luogo che ha visto crescere migliaia di calvesi sin dai primi decenni del secolo scorso. Luoghi che ognuno di loro porta nel cuore, ma che oggi, a causa dell’incuria e dello stato di abbandono in cui sono stati lasciati da ormai tanti anni, non sono più visitabili. In pratica è possibile arrivare solo in cima al viale dove c’è il pozzo. Da lì è impossibile proseguire perché al posto dei bellissimi viali di un tempo, c’è una vera e propria giungla. Erba alta dappertutto e piante cresciute a tal punto da essere diventate degli alberi. Qua e là si riescono ancora a distinguere le sagome di qualche vecchia struttura utilizzata tanti anni fa dalle suore per ricoverare gli animali, o pali e filari. Gli stessi vasconi sono ricoperti da una fitta vegetazione. Il degrado è ovunque, ma nessuno in Comune sembra farci caso. Eppure il palazzo civico è a poche decine di metri di distanza e quegli antichi giardini, oggi abbandonati, potrebbero rappresentare un fiore all’occhiello per la stessa sede comunale ed essere resi visitabili, così come avviene in tante città italiane che hanno la fortuna di possedere dei parchi simili.

“Quegli orti e quei giardini - ricorda Alfio Nesta, consigliere comunale di opposizione di Progetto Calvi - qualche anno fa erano stati premiati dal Fai per le loro peculiarità. In passato, quando eravamo noi a governare il paese, ci adoperammo al meglio per presentare l’intero sito curato e pronto per essere aperto al pubblico, consci della pubblicità che ne sarebbe scaturita per il monastero, per il museo, e per il volano che questo luogo avrebbe potuto rappresentare per il nostro paese. A distanza di alcuni anni - aggiunge sconsolato Nesta - tutto questo non esiste più. Quella grande area verde, così bella e ricca di elementi di pregio, si presenta come una inaccessibile massa informe, dove si è persa completamente la viabilità interna, occupata da una fitta vegetazione spontanea, piena di piante e rovi. E pensare che sarebbe bastata una semplice manutenzione costante per conservare in buono stato questi giardini. Evidentemente la storia del paese e dei tantissimi nostri compaesani, che a vario titolo hanno vissuto quel periodo in simbiosi con le Orsoline e quei luoghi incantati non interessano. Sarebbe utile - si chiede Nesta - sapere cosa ne pensa il Fai di questa mancanza di sensibilità. Intanto, però, a Calvi i nostri amministratori preferiscono correre appresso a manifestazioni che nulla c’entrano con il paese e con la sua tradizione anche recente, volendo far apparire quello che Calvi non è, andando ad incrementare un’offerta di svago culturale già stanca in altri luoghi”.

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