rotate-mobile
Orvieto Orvieto

Orvieto, chiedono di costruire un impianto per smaltimento della plastica. La società è di Gubbio ma i soci sono campani

L'amministrazione Tardani ritiene che il sito individuato non è conforme con le necessità del territorio e del piano regolatore. La palla ora passa alla conferenza regionale di servizi

Sarà la conferenza regionale dei servizi a valutare la legittimità dell'istanza di costruzione di un nuovo impianto per il recupero e lo smaltimento di rifiuti non pericolosi (materiali plastici), in località Ponte Giulio di Orvieto. Una richiesta protocollata quasi un anno fa, precisamente il 21 febbraio del 2020 e che ora dovrà incamminarsi su un percorso valutativo. La giunta Tardani, tuttavia, si è già pronunciata in merito, esponendo nero su bianco le criticità dell'istanza legate in particolare al luogo individuato dalla società proponente.

La società Gi.Ga srl

A presentare l'istanza per la costruzione dell'impianto è la Gi.Ga srl che si è costituita nel 2005 ed ha sede ufficialmente a Gubbio ed è iscritta al registro imprese dall'ottobre del 2019 con capitale sociale di soli 10mila euro. Sono solamente due i soci proprietari uno dei quali è amministratore: il primo è Blegiro Di Marzo, 59enne di Aversa (Caserta). L'altro, che figura come amministratore unico, è Biagio Vallefuoco, 28enne di Sant'Antimo in provincia di Napoli. Da quanto si legge dalla delibera di giunta 12 del 28 gennaio 2021, l'iter autorizzativo sarebbe instradato già sui binari, tanto che la richiesta formalizzata è arrivata sui tavoli del Servizio Autorizzazioni ambientali della direzione regionale del governo del territorio e protezione civile che dovrà pronunciarsi dopo la conferenza dei servizi convocata per lunedì 1 febbraio. Ma l'amministrazione comunale ha molte riserve e ha presentato delle obiezioni relative, in particolare, al territorio individuato.

La posizione contraria della giunta comunale 

Nella delibera n. 12 viene ricostruito l'iter autorizzativo portato avanti dalla Gi.Ga srl e, punto per punto, la contrarietà della giunta Tardani al modello di intervento improntato dalla società.

Sono molte le criticità che verranno portate all'attenzione della conferenza dei servizi. Il primo, è la non congruità del progetto con il piano regolatore: "nel caso in esame - si legge nell'atto -, in relazione anche alla tipologia dei rifiuti trattati, prevedendo lo strumento urbanistico comunale la zona “F2a” per le destinazioni d’uso legate al ciclo dei rifiuti, si riscontra la non idoneità urbanistica del sito proposto”, di conseguenza si comunica che: “il progetto dell'istanza risulta non è conforme al vigente Comune di Orvieto Delibera di G.C. n.12 del 28/01/2021 3 PRG e per la sua procedibilità è necessaria la preventiva approvazione di una Variante al Piano regolatore". Ma non è tutto.

C'è un altro problema e ha a che fare con la viabilità: "Il materiale giunge all'impianto attraverso un percorso che è stato definito erroneamente dall’istante “Area di grande viabilità (SP56)”; invece dal casello Autostradale il materiale dovrà percorrere i centri abitati di Orvieto Scalo e di Sferracavallo che verranno interamente attraversati su strade urbane, ove peraltro si manifestano già enormi disagi da parte della popolazione, ingenerati dall'alta quantità di traffico pesante che percorre gli abitati, con emissioni rumorose e di gas di scarico che hanno prodotto negli anni ripetute rimostranze; conseguentemente un ulteriore aggravio del carico del flusso della circolazione deve essere valutato in modo assolutamente negativo.

Secondo quanto si apprende dall'istanza della società: "la quantità dichiarata oggetto di lavorazione (400 tonnellate di materiali classificati come rifiuti speciali non pericolosi e 400 tonnellate di rifiuti non pericolosi gestiti in modalità R13 e R12) è idonea a produrre un traffico di almeno 40 camion al giorno in andata verso l'impianto ed in ritorno verso il casello autostradale, oltre ai trasporti per la consegna del materiale lavorato, cosicché si tratta di un carico certamente non indifferente che va ad aggiungersi a quello esistente, già ritenuto eccessivo" in una zona interessa, per altro, da una strettoia dovuta al sottopasso ferroviario. 

Inoltre, di non poco conto, è l'eventuale prossimità dell'impianto al fiume Paglia e al "Parco Territoriale Comunale del Paglia, in una area già fortemente compromessa dalla presenza della discarica “Le Crete” che ha prodotto un enorme impatto sull'ambiente e sul tessuto agricolo della zona, oltre che sulle aree naturalistiche e paesaggistiche dei calanchi prospicienti il fiume Paglia". Come anche la prossimità, eventuale, a numerosi vigneti che certamente non si gioverebbero degli scarichi dell'impianto. 

Infine, la giunta comunale chiede alla conferenza dei servizi di tenere conto del nuovo piano dei rifiuti regionale, ancora tutto da armonizzare nel suo complesso, all'interno del quale si dovrà valutare l'opportunità, o meno, di installare un impianto di questo genere. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Orvieto, chiedono di costruire un impianto per smaltimento della plastica. La società è di Gubbio ma i soci sono campani

TerniToday è in caricamento