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Cronaca

Allerta siccità, bollino rosso sulle sorgenti: arrivano le prime ordinanze

Il monitoraggio di Arpa Umbria: 8 su 13 rischiano di entrare in crisi. I Municipi cominciano a vietare l’uso dell’acqua per “usi non domestici ed essenziali”

L’ultimo dato sulla portata della sorgente Lupa ad Arrone parla di 128,4 litri al secondo: numeri che sembrano lontanissimi dal minimo storico raggiunto ad ottobre del 2012 (28,6 litri/secondo) ma anche dal volume massimo del 25 febbraio del 2014, quando dalla sorgente sgorgavano 266,4 litri al secondo.

Il quadro che emerge però dal monitoraggio di Arpa Umbria sulle sorgenti della regione dice soprattutto che la tendenza è da bollino rosso per 8 sorgenti su 13 nonostante una fortissima piovosità che ha contraddistinto una delle primavere più bagnate degli ultimi decenni. È evidente però che tanta pioggia non è bastata.

Sorgenti-2L’allerta era stata evidenziata lo scorso mese di aprile da Mirko Nucci, responsabile del Servizio acqua dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale. “Dopo le gravi crisi idriche in Umbria del 2008 e 2012, leggermente meno grave ma sempre fautrice di disagi quella del 2017, la nostra regione rischia di ripiombare da giugno in una nuova fase critica per la ridistribuzione della risorsa acqua ad uso famigliare, industriale e per l’agricoltura. Le scarse precipitazioni che hanno caratterizzato l’ultimo quadrimestre (dicembre 2018-marzo 2019) hanno innescato una serie di interrogativi sul prossimo periodo estivo, che sarà probabilmente interessato da una nuova crisi idrica”.

E neanche la prolungata piovosità dell’ultimo scorcio di aprile e del mese di maggio hanno messo al riparo dal rischio.

Il nuovo acquedotto Scheggino-Pentima inaugurato a metà maggio (17 milioni di investimento per 25 chilometri di tubazioni e una portata di 400 litri al secondo) dovrebbero garantire l’approvvigionamento idrico al Ternano e dunque scongiurare i rischi di una improvvisa siccità.

Questo non ha però impedito al Servizio idrico integrato di mettere in guardia le amministrazioni comunali, alcune delle quali hanno già provveduto ad emettere ordinanze contro gli “usi non domestici ed essenziali” dell’acqua.

Come ha fatto ad esempio l’amministrazione comunale di Amelia che con una ordinanza emessa quest’oggi, 16 luglio, vieta di “utilizzare l’acqua potabile, proveniente dal pubblico acquedotto” per “annaffiatura di orti e giardini privati e pubblici, irrigazione dei campi, lavaggio autovetture e simili, lavaggio di spazi di aree private e pubbliche, riempimento di vasche e piscine private” e per “ogni altro utilizzo improprio e diverso dalle normali necessità domestiche e produttive”. Per i trasgressori sono previste multe da 25 a 500 euro.

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