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Incognite su Ast, Nevi: troppe incertezze sulla strategia di Tk

Il deputato di FI concorda con Federacciai e rilancia il tema dell'area ambientale complessa: "Provvedimento da costruire con il Governo, lavoriamo a disegno di legge. Il M5S invece di far finta di non capire coinvolga i suoi ministri. Pd in confusione"

"Concordo al 100% con le parole di Gozzi: se ThyssenKrupp non vende Ast ci faccia capire quale è la strategia". Il deputato di Forza Italia, Raffaele Nevi, commenta così l'intervista del presidente uscente di Federacciai a Terni Today sul futuro delle acciaierie di viale Brin. "Anche io - prosegue il parlamentare - auspico una soluzione italiana, se e quando Ast sarà messa in vendita. A prescindere dalla nazionalità serve comunque un soggetto imprenditoriale che dia garanzie sulla produzione e sui livelli occupazionali, un gruppo serio come può essere Arvedi i cui risultati sono stati evidenziati anche dal presidente Gozzi".

Parole che sembrano andare in contrasto con le dichiarazioni del vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli, che commentando sui social l'incontro di martedì al Mise aveva criticato le parole di Giampietro Castano e le indiscrezioni proprio su Arvedi. "Se il Governo pensa che il futuro delle acciaierie sia la vendita a un gruppetto italiano senza soldi e prospettive di sviluppo il ridimensionamento sarà inevitabile", aveva detto. "La polemica sulle frasi di Castano la dice lunga sullo stato di confusione in cui versa il Pd. Paparelli e la Regione sembrano che si siano svegliati ora - attacca Nevi - qualche tempo fa dicevano che ThyssenKrupp aveva rispettato gli accordi del 2014 ora affermano il contrario. Anche io ritengo che alcuni impegni non siano stati rispettati, come sulle partecipate o sulle scorie dove come minimo siamo in ritardo di tre anni e mezzo, ma questo non è il momento delle polemiche ma di fare squadra e far sì che il Governo si occupi seriamente di Ast e anche delle questioni ambientali lefate all'acciaeria. Ed è preoccupante che il ministro Di Maio non sappia nemmeno di cosa si parla".

Il deputato azzurro torna quindi a rilanciare la questione dell'area di crisi ambientale complessa, parole - le sue - che sono già state più volte contestate anche nella recente campagna elettorale dal M5S che ha sottolineato come tale procedimento legislativo non esista. "So benissimo che non esiste - replica - ma io ho parlato chiaro: per le sue caratteristiche Terni deve essere riconosciuta dal Governo come area ambientale complessa sulla quale sperimentare iniziative e investire risorse. Magari anche pensando a una defiscalizzazione, ad esempio, per quelle imprese che utilizzeranno il prodotto realizzato dalle scorie riciclate anzichè la comune breccia. Noi proponiamo di istituirla e stiamo lavorando a un disegno di legge. I grillini anziché far finta di non capire coinvolgano i loro ministri allo Sviluppo economico e all'Ambiente, la chiamino come vogliono ma serve un'inziativa straordinaria per questo territorio".  

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