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Coronavirus, campagna vaccinale: “Il sindaco Leonardo Latini ci metta la faccia”

“Serve chiarezza dovuta anche in virtù delle prese di posizione contro il green pass di Matteo Salvini” affermano Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e Senso Civico

“Una campagna di sensibilizzazione capillare che veda sindaco Latini e presidente Tesei in prima linea”. È l’input fornito dalle forze di opposizione del Comune di Terni, anche a seguito del decreto Covid il quale istituisce l'utilizzo del certificato verde per gli over 12, con la finalità di scongiurare il ritorno della diffusione del contagio. I gruppi consiliari di Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e Senso Civico si chiedono: “Per quale motivo il primo cittadino Leonardo Latini e la sua giunta non stiano mettendo la faccia a sostegno della campagna vaccinale. Un silenzio ambiguo palesato nei suoi canali istituzionali, dove Latini dimostra di avere una foto per ogni occasione tranne quella dove responsabilmente sta ricevendo il vaccino. Non è solo una questione di foto – sottolineano - ma soprattutto di chiarezza dovuta anche in virtù delle prese di posizione contro il green pass di Matteo Salvini. Posizioni che hanno costretto persino il presidente del consiglio Draghi a riprendere duramente il segretario della Lega”.

Secondo i consiglieri: “Il vaccino è l’unico strumento oggi a disposizione per evitare che nel giro di qualche mese si torni a subire restrizioni che potrebbero colpire, imprese, famiglie e studenti. Quello stesso malcontento che aveva visto il sindaco di Terni e la governatrice dell’Umbria in prima fila durante il governo Conte, ma che rischia di tornare per colpa anche di troppi silenzi complici da parte delle istituzioni In Umbria c'è anche un problema di adesione alla campagna vaccinale. Secondo i dati elaborati dal Sole24Ore in Umbria mancano all'appello quasi 100 mila over 40. Tra questi destano molta preoccupazione il 21% nella fascia 50-59 e oltre il 15% della fascia 60-69. Persone che se contraggono il virus in questa fase di recrudescenza dovuto alla diffusione della variante Delta potrebbero avere un decorso più grave della malattia che metterebbe di nuovo in sofferenza le nostre strutture sanitarie e sarebbe un prodromo a nuove chiusure. Ad oggi – concludono i consiglieri - non sappiamo neanche se e quando si sono vaccinati, non li abbiamo mai visti esporsi in prima persona per convincere i propri concittadini che hanno riposto in loro fiducia ad aderire. Serve questo sforzo e non possono tirarsi indietro”.

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