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Elezioni Narni 2022 Narni

Elezioni a Narni, chi vince e chi perde: così è cambiata la politica in città negli ultimi 5 anni

Pd e lista civica hanno “tirato” la coalizione di centrosinistra, Fratelli d’Italia ha più che raddoppiato i consensi. Emorragia di voti dentro Forza Italia e nel Movimento 5 Stelle. Male la sinistra, Azione “impalpabile”

Le elezioni, si sa, non le perde nessuno. Perché c’è chi esce vincitore dalle urne e chi, in qualche modo, ha fatto il meglio. Ma per sfortunate congiunzioni astrali, non è stato messo nelle condizioni di raggiungere il successo. La realtà è diversa: le elezioni si vincono e si perdono. E i numeri lo confermano.

Ora, anche se rispetto a cinque anni fa di cose ne sono successe un bel po’ – una guerra, una pandemia, un paio di governi nazionali a porte girevoli – il risultato delle elezioni amministrative di Narni un significato ce l’ha. Intanto, la città del Gattamelata resta una tra le poche “roccaforti” del centrosinistra. Sicuramente a Terni, ma anche in Umbria. Altro elemento, in casa del centrodestra: la Lega non è più la locomotiva della coalizione, che adesso viene trainata da Fratelli d’Italia, mentre gli azzurri di Forza Italia che altrove hanno avuto uno scatto d’orgoglio – vedi Todi, con la riconferma a larghissima maggioranza del sindaco uscente Antonino Ruggiano – in città precipitano. Ultimi due appunti, prima dei numeri: si conferma il “periodo negativo” del Movimento 5 Stelle e la sinistra ha perso ogni sua forma di appeal.

I numeri, dicevamo. La coalizione di centrosinistra in cinque anni – e con tutto quello che è successo nel frattempo – mette nel granaio oltre il dieci per cento in più dei consensi. Nel 2017, il secondo mandato di Francesco De Rebotti incamerò il 52% dei voti: ieri si è sfiorato il 65%. Dentro la coalizione, il Pd prende un paio di punti in più (dal 29 al 31%), i socialisti restano stabili al 10% e si conferma la forza della lista civica “del sindaco” che nel 2017 valeva poco meno del 10% e ieri ha sfiorato il 13%.

Capitolo Movimento 5 Stelle. Cinque anni fa, i pentastellati correvano da soli con Luca Tramini: il candidato sindaco prese il 10% tondo tondo, la lista poco più del 9%. Le ultime urne assegnano al Movimento poco più del 6%. Un crollo importante, che affonda le radici nella situazione nazionale del partito, con evidenti effetti sulla politica locale. Anche in questo caso, Narni è forse un’isola felice visto che a Todi - ad esempio - il Movimento non raggiunge neanche il 2% dei consensi, raggranellando meno di 120 preferenze.

A destra la situazione è la seguente: Fratelli d’Italia tiene le vele spiegate e rispetto al 2017 i consensi sono più che raddoppiati (da poco meno del 7% a poco più del 15) ma questo non basta a tenere sul binario il treno del centrodestra che invece viene rallentato dalle difficoltà di Forza Italia - da 9,86 a 5% - e Lega. Il Carroccio nel 2017 si presentava sganciato rispetto al centrodestra, ma il 9% (scarso) di ieri è soltanto un ricordo sbiadito dei fasti leghisti di un paio di anni fa.

Ultimi appunti. Rifondazione comunista stecca e manca il bersaglio del consiglio comunale. Neanche 250 voti (meno del 3%) sono un bottino troppo magro per sedere nell'assise cittadina e soprattutto sono lontanissimi dagli 800 che il candidato Roberto Pei aveva messo nel mirino. Addirittura, la sinistra perde qualcosina rispetto a cinque anni.
“Impalpabile” Maurizio Bufi: 150 voti scarsi per il candidato di Azione sono un risultato che conta poco o nulla a livello amministrativo e forse anche nel più ampio panorama provinciale.

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