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Alimentazione

Consumare miele ogni giorno previene il colesterolo "cattivo": la ricerca

Uno studio ha dimostrato la relazione tra il consumo di alcuni tipi di miele e la prevenzione del colesterolo, principale causa di patologie cardiovascolari spesso mortali

A causa delle patologie cardiovascolari, come infarto e ictus, ogni anno in Europa muoiono oltre 4 milioni di persone. In Italia rappresentano la principale causa di morte con oltre 230.000 decessi ogni anno. E' possibile prevenire l’insorgenza di questo tipo di patologie? In parte sì, adottando corretti stili di vita e tenendo sotto controllo i principali fattori di rischio. 

Tra questi c'è il colesterolo LDL (il cosiddetto "colesterolo cattivo"), considerato dalla comunità scientifica internazionale il fattore causale dello sviluppo di malattie cardiovascolari. Pertenerlo sotto controllo, i cardiologi raccomandano a tavola di consumare quotidianamente alimenti ricchi di acidi grassi Omega-3. Questi grassi essenziali sono particolarmente salutari per il cuore perchè svolgono una funzione protettiva sull’endotelio (tessuto che riveste l'interno dei vasi sanguigni e linfatici, e del cuore), migliorano la circolazione venosa e favoriscono l'elasticità dei capillari, riducendo così il rischio cardiovascolare. Ad esserne particolarmente ricchi il pesce azzurro e la frutta secca, in particolare le noci.

Una recente ricerca dell'Università di Toronto ha scoperto che anche il miele può essere considerato un alimento benefico per il cuore poichè migliora la salute cardiometabolica, compresi i livelli di colesterolo e di zucchero nel sangue, specialmente se è grezzo e proviene da una fonte floreale.

"I nostri risultati sono sorprendenti, perché il miele contiene circa l’80% di zucchero - ha affermato il primo ricercatore, Tauseef Khan -. Tuttavia, è anche un alimento composto da zuccheri comuni e rari, proteine, acidi organici e altri composti bioattivi che hanno importanti benefici per la salute". La ricerca è pubblicata sulla rivista Nutrition Reviews.

I benefici del miele

Prodotto dalle api mellifere, il miele è frutto di un processo: questi insetti immagazzinano il nettare dei fiori o le secrezioni delle foglie delle piante (melata) e lasciano che questo composto maturi nel loro alveare, dopo un lungo processo. Il risultato è un alimento altamente energetico costituito da zuccheri semplici, quali fruttosio e glucosio, enzimi, vitamine, oligominerali e sostanze antibiotico-simili.

Sin dall’antichità è considerato un alimento dalle numerose proprietà curative. Secondo la ricerca, il miele ha importanti effetti benefici sulla salute cardiometabolica, in particolare pare sia in grado di ridurre il peso corporeo e l’infiammazione, migliorare il profilo lipidico, e regolare i livelli di zucchero nel sangue.

Tuttavia, non è ancora chiaro se questi effetti differiscono a seconda del tipo di miele (se origina dal nettare dei fiori o dalla melata, se è grezzo o lavorato). Pertanto, è stata condotta una revisione sistematica, la più completa sino ad oggi, su studi controllati per esaminare l'effetto del miele su adiposità, glicemia, lipidi, pressione sanguigna, marcatori di steatosi epatica non alcolica (fegato grasso) e marcatori infiammatori.

Lo studio

I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica di 18 studi controllati che hanno coinvolto 1105 partecipanti. Per valutare la qualità dei risultati hanno utilizzato l’approccio GRADE (Grading of Recommendations, Assessment, Development, and Evaluation). Nei trial clinici, i partecipanti hanno assunto, nell’ambito di schemi dietetici sani (lo zucchero rappresentava il 10% o meno dell'apporto calorico giornaliero) 40 gr di miele (circa 2 cucchiai) per un periodo di 8 settimane.

Due cucchiai di miele per abbassare il colesterolo 

Quanto è emerso è che il consumo giornaliero di miele aveva abbassato la glicemia a digiuno, il colesterolo totale e LDL ("cattivo"), i trigliceridi, i marker della malattia del fegato grasso e i marker di infiammazione. Il miele aveva inoltre aumentato l’HDL (colesterolo "buono"). Tuttavia, sono state rilevate differenze significative negli effetti sul colesterolo e sugli esiti glicemici in funzione del tipo di miele (grezzo o lavorato), alla fonte (floreale o melata) e alla quantità.

Quale tipo di miele è migliore

In base a quanto emerso dallo studio, è il miele grezzo ad apportare i maggiori benefici, miele proveniente da fonti monofloreali (con la prevalenza di un tipo di fiore), come il miele di Robinia (commercializzato anche come miele di acacia) e il miele di Trifoglio. Il miele grezzo ha determinato una riduzione della glicemia a digiuno, del colesterolo totale, dell'colesterolo LDL e dei trigliceridi a digiuno, e un aumento dell'HDL. Gli stessi effetti sono stati osservati con il miele di Trifoglio e il miele di Robinia. "Mentre il miele trasformato perde chiaramente molti dei suoi effetti sulla salute dopo la pastorizzazione (in genere 65°C per almeno 10 minuti), l’effetto di una bevanda calda con miele grezzo dipende da diversi fattori e probabilmente non distrugge tutte le sue proprietà benefiche", ha spiegato Khan.

Sostituire lo zucchero con il miele 

Per molto tempo gli esperti di salute pubblica e nutrizione hanno ritenuto il miele come ‘uno zucchero’. "I risultati del nostro studio - ha affermato John Sievenpiper, altro autore dello studio - mostrano che non è così e suggeriscono che andrebbe messa in discussione l'idea che il miele è uno zucchero, per aggiungerlo nelle linee guida dietetiche". "Non dobbiamo iniziare ad assumere il miele se evitiamo lo zucchero - ha chiarito Khan -, piuttosto sostituiamolo con esso. Se utilizziamo lo zucchero da tavola, lo sciroppo di glucosio o un altro dolcificante, sostituiamo questi zuccheri con il miele per ridurre il rischio di malattie cardiometaboliche, come quelle cardiovascolari e il diabete“.

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