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"Nuova energia per una città sostenibile, ecco la Terni che prospettiamo e che cercheremo di costruire"

L’intervento dell’ingegner Porrazzini: siderurgia, climatizzazione, mobilità producono in città 1,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, serve un grande piano locale di ristrutturazione energetica

Gli ultimi rilevamenti a scala globale dicono che la temperatura media del pianeta è già aumentata di 1,25 gradi rispetto ai valori precedenti la rivoluzione industriale (cioè nel 1800). La scienza, anche sulla base dell’aumento continuo dei fenomeni estremi, avverte che per impedire ulteriori ed irreversibili cambiamenti climatici, è necessario che l’aumento della temperatura non vada oltre 1,5 gradi. Per riuscire a farlo, occorre ridurre le nuove emissioni di CO2 in atmosfera di almeno il 55% entro dieci anni e contenerle entro la quantità che può essere assorbita dalla natura entro il 2050 (la famosa neutralità). Ciò implica una colossale, ma non impossibile, riconversione dei modi di produrre e consumare energia per tutti gli usi, sostituendo le fonti rinnovabili a quelle fossili ed investendo massicciamente sulle tecnologie del risparmio.

Le città dovranno essere in prima linea in questa impresa; soprattutto quelle che per le loro attività produttive sono grandi consumatrici di energia prodotte da petrolio, carbone e gas e dove, perciò, le emissioni di CO2 sono più alte.

Terni, con la sua siderurgia da forno elettrico è una di queste con 300.000 tonnellate emesse direttamente dall’acciaieria ed altre 300.000 emesse indirettamente dalle centrali elettriche che forniscono l’energia elettrica necessaria all’intero processo produttivo di Ast. La città, per tutti i restanti consumi (dalla climatizzazione degli edifici, alla illuminazione, alla mobilità di persone e merci, alle attività produttive del restante apparato industriale e civile) emette, in totale, altre 600.000 tonnellate.

Occorrerebbe mettere a punto, per iniziativa delle istituzioni, con tutti i soggetti economici coinvolti, un grande piano locale di ristrutturazione energetica, per fare la nostra parte nella battaglia epocale di contrasto alla crisi climatica. Un piano capace di utilizzare le disponibilità finanziarie offerte dalla strategia europea e nazionale di lotta al cambiamento climatico (il green new deal, il recovery plan, i fondi di coesione). Un piano capace, investendo molteplici campi di attività industriale e civile, di creare nuove numerose e qualificate opportunità di lavoro per la nostra gioventù.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili, incluso il ciclo dell’idrogeno verde, l’introduzione delle Smart grid per ottimizzare la produzione capillare di energia rinnovabile, le tecniche di risparmio (partendo dal bonus 110% attuale), le nuove tecnologie industriali di cattura e riuso della CO2, la riforestazione su vasta scala, la nuova mobilità orientata all’uso di mezzi elettrici, a idrogeno o ibridi, possono essere i settori principali di questa innovazione energetica. Insomma, il nuovo lavoro e le nuove imprese della città sostenibile.

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