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Piano dei rifiuti, Rifondazione: “Il progetto per il nuovo inceneritore è poco credibile”

Il partito, insieme a Sinistra Europea, interviene dopo gli annunci della Regione sui progetti legati allo smaltimento

Rifondazione Comunista - Sinistra Europea Terni  

La giunta di centrodestra a trazione leghista che guida la Regione dell’Umbria ha scelto la strada da seguire nella gestione dei rifiuti. E la scelta è la peggiore: il ritorno all’incenerimento dei rifiuti solidi urbani. Se il fronte ambientalista ternano ed umbro era ed è impegnato, compatto e deciso, alla realizzazione della strategia “Rifiuti zero”, considerando chiusa la stagione dell’incenerimento, quello contrapposto era dibattuto tra il rilancio degli inceneritori  e la produzione del CSS (Combustibile Solido Secondario, che si ottiene dal trattamento dell’indifferenziato) da bruciare, soprattutto, nei cementifici.

La presidente Tesei e l’assessore regionale all’Ambiente Morroni mettono d’accordo tutto il fronte contrapposto a quello ambientalista: a fine anno hanno dapprima autorizzato i cementieri di Gubbio a bruciare il CSS-Combustibile nei propri camini ed oggi annunciano la prossima realizzazione di un inceneritore nel territorio del Sub Ambito 2 (quello della provincia di Perugia). Anni ed anni di battaglie ambientali, iniziate contro i governi del centrosinistra, per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti e la difesa della salute dei cittadini, spazzati via di colpo dalla scellerata scelta di una pessima classe politica. Una amministrazione, come dimostrato anche in ambito sanitario nella gestione della pandemia, piegata agli interessi dei privati e dei poteri forti e non alla tutela del bene comune.

Naturalmente, e come è d’uso ormai in Italia da tempo, per indorare la pillola non si usa il termine “inceneritore”, ma quello edulcorato e rassicurante di “termovalizzatore”. Con sommo sprezzo del ridicolo, la Tesei ed il suo assessore definiscono il ritorno al peggior passato un “salto in avanti in termini di modernizzazione e qualità nella gestione dei rifiuti in Umbria”. E straparlano di “modello virtuoso di economia circolare”, facendo finta di non sapere che quest’ultima nasce proprio in contrapposizione e come alternativa all’incenerimento.

Rifondazione Comunista, per la gestione del rifiuto indifferenziato, ha da tempo indicato la strada degli impianti finalizzati alla selezione e recupero massimo di materia. Il materiale così recuperato andrebbe ad aggiungersi alle materie prime seconde già ottenute dalla raccolta differenziata. Impianti che prevedono un fabbisogno minimo di discarica, in linea, questi sì, con l’economia circolare, a differenza di quelli destinati alla produzione di CSS. La Regione nei mesi scorsi, anticipando la scelta politica di oggi a favore dell’incenerimento, aveva, invece, destinato agli impianti di trattamento finalizzati alla produzione del CSS buona parte delle risorse destinate dal PNRR per la transizione ecologica umbra. 

Anche questa una scelta sbagliata che, molto probabilmente, come denuncia il Coordinamento Regionale Umbro Rifiuti Zero, è destinata ad essere bocciata dagli organismi di controllo europei  e che pagheranno tutti gli umbri con la perdita dell’investimento. Noi del PRC riteniamo poco credibile la realizzazione di un nuovo inceneritore nel nord della Regione. Nessun imprenditore nel passato ha mai rischiato di investire un euro in questi impianti, tanto più che nel ternano è ancora funzionante l’inceneritore di Maratta dell’ACEA, che chiede da tempo di bruciare, nel proprio camino, altro materiale oltre il pulper di cartiera.  E la multiservizi romana non si farà sfuggire questa ghiotta occasione.

La Giunta di centrodestra leghista vuol fare tornare indietro le lancette del tempo, ad un passato spazzato via, specie a Terni, da un forte movimento ambientalista. Occorrerà rimboccarsi di nuovo le maniche e lavorare sodo, unitariamente. Troveranno pane per i loro denti.

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