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Cronaca Narni

Libro del ‘700 rintracciato dopo quasi quindici anni dagli investigatori dell’arte e restituito

L’indagine dei carabinieri tutela patrimonio culturale ha permesso di recuperare un volume che era stato sottratto alla biblioteca civica di Narni

I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia, a conclusione di un’articolata indagine avviata nel 2019 che ha portato a individuare e sequestrare vari beni librari di appartenenza pubblica rubati e commercializzati, hanno restituito una preziosa testimonianza bibliografica appartenente al fondo storico della biblioteca civica, oggi ospitata nel settecentesco Palazzo Eroli, consegnandola al dirigente dell’area dipartimentale beni culturali del Comune di Narni, Pietro Flori.

La restituzione della settecentina, intitolata La caduta del Velino nella Nera presentata a N.S. Pio Sesto da Francesco Carrara segretario del Concilio, edita a Roma nel 1779 e il cui autore è lo stesso Cardinale Carrara, ha avuto luogo nella suggestiva cornice del salone d’onore dello storico palazzo narnese. Presenti alla riconsegna del bene rubato nel maggio del 2009, anche Michele Tonielli, attuale responsabile dell’archivio comunale e il suo predecessore, Roberto Nini, archeologo medievalista con la passione per la speleologia e che fu tra gli scopritori della Narni Sotterranea. In rappresentanza dell’Arma territoriale, il comandante della compagnia carabinieri di Amelia, capitano Laura Protopapa.

Il volume, del quale esistono in circolazione più copie alcune delle quali conservate in altre biblioteche storiche e valutato sul mercato antiquario circa 1.500 euro, tratta dell’incarico che papa Clemente VIII conferì all’architetto Giovanni Fontana affinché venisse studiato e risolto il problema dell’impaludamento della piana reatina attraverso la costruzione di un ponte, che potesse regolare il passaggio dell’acqua e impedire, in tal modo, le rovinose piene del fiume Velino che, stagionalmente, interessavano la sottostante valle del Nera. La pubblicazione recuperata dagli “investigatori dell’arte”, all’ultima pagina conserva ancora l’immagine ripiegata di una topografia che riproduce l’alveo del fiume Velino sino al “salto” della cascata delle Marmore nel fiume Nera.

L’attività d’indagine che ha consentito di recuperare oltre al libro restituito alla città di Narni, anche altre opere bibliografiche di dubbia provenienza e per le quali sono in corso le necessarie verifiche per risalire ai fondi librari di provenienza, ha preso avvio da uno dei tanti controlli amministrativi svolti dai militari dello specializzato reparto dell’Arma, impegnati a mantenere costantemente monitorato il commercio dei beni culturali di natura archivistica e libraria, alla ricerca di documenti storici e testi antichi indebitamente sottratti in danno di fondi pubblici ovvero dichiarati, per la loro valenza culturale, d’interesse storico.

“Questo genere di bene particolarmente ricercato dai collezionisti – spiega una nota dell’Arma - non solo italiani ma di tutto il mondo, trova un florido e consistente mercato attraverso la rete dei numerosi appassionati della materia, i quali, molto spesso e inconsapevolmente, acquistano o cedono beni frutto di sottrazioni avvenute nel tempo”.

L’illecita provenienza del bene è stata confermata dalla presenza della denuncia di furto nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il database gestito dal comando carabinieri tutela patrimonio culturale dove si trovano censite tutte le opere d’arte denunciate rubate e da ricercare. L’ulteriore conferma circa la proprietà del libro è arrivata, in prima battuta, dalla relazione tecnica del funzionario della soprintendenza bibliografica archivistica dell’Umbria, quindi dall’ulteriore formale riconoscimento, avvenuto a cura del direttore della biblioteca civica narnese, che ha immediatamente rivendicato l’appartenenza al fondo.

L’autorità giudiziaria spoletina titolare dell’indagine, sulla base delle risultanze investigative raccolte nel dettagliato resoconto dei carabinieri che hanno denunciato per ricettazione il titolare della libreria antiquaria dove il testo si trovava in vendita, dopo aver disposto il sequestro del bene culturale, ne ha autorizzato la contestuale restituzione all’ente di provenienza.

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