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Cronaca

Il pentito non si trova, il boss dal carcere di Terni: “Posso informarmi io”

Giuseppe Graviano interviene da Sabbione nel processo ‘Ndrangheta stragista e dice al giudice: “Un mio parente mi ha detto che Pennino era a Roma. Posso saperlo, decida lei”

Giuseppe Graviano non è un criminale qualunque. Fra le altre accuse che pendono sul suo conto, c’è anche quella di essere stato lui ad azionare il telecomando dell’autobomba che nel luglio del 1992 uccise il giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta.

Per questo, ma non solo, sta scontando l’ergastolo – sottoposto al 41 bis, il carcere duro per i mafiosi – nella casa circondariale di Terni, dopo essere stato nelle celle di Opera a Milano e ad Ascoli Piceno.

Ieri mattina, in collegamento da Terni, è comparso come imputato nel processo ‘Ndrangheta stragista che lo vede sul banco degli imputati di fronte ai giudici di Reggio Calabria, assieme a Rocco Santo Filippone con l’accusa di essere i mandanti dell’omicidio di due carabinieri nell’ambito della strategia stragista di Cosa nostra.

Aprendo il dibattimento, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, ha sottolineato la irreperibilità dei tre testimoni citati: Vincenzo Grimaldi, ritenuto vicino alle cosche Piromalli e Molè, Leonardo Messina, ex uomo d’onore siciliano e Gioacchino Pennino, massone ed esponente di spicco di Cosa nostra. Secondo il pm Lombardo, nessuno sarebbe “rintracciabile dal servizio centrale di protezione”, fatta eccezione per Grimaldi che alcune testimonianze darebbero in Senegal.

È a questo punto che Graviano ha chiesto la parola da Terni: “Buongiorno – ha detto, rivolgendosi alla corte - il signor Pennino ha incontrato quest’anno un mio familiare, un mio parente a Roma. L’ha chiamato lui, è stato Pennino a farsi notare. Gli ha detto: ‘Ciao come stai, se hai bisogno di qualcosa io sono disponibile’. Quindi io so che era a Roma fino a qualche mese fa. Poi un’altra persona lo ha incontrato, sempre a Roma, mentre io ero recluso ad Ascoli Piceno, tra il 2014 e il 2017. A me interessa sentire Pennino per smentire Spatuzza e Drago e anche quello che nell’ordinanza è stato scritto su Pennino. Se lei vuole sapere qualcosa di più preciso, io mi posso informare”, ha aggiunto Graviano parlando col presidente, Ornella Pastore. “Ma lei non è al 41 bis? Lei s’informa? Se mi vuole far sapere qualche cose mi scrive una lettera”, è stata la risposta del giudice al quale Graviano ha replicato: “Sono sottoposto da 26 anni al 41 bis. Io posso saperlo, poi decida lei”.

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