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Cronaca

Ricerca col “trucco”, la procura europea chiede il conto a una società ternana: bloccati 230mila euro

Operazione della guardia di finanza di Terni, nuove accuse per la Treofan che avrebbe “falsificato la documentazione di spesa”, raddoppiando il numero di personale impiegato e ore lavorate

Eseguito decreto di sequestro preventivo emesso dal tribunale di Milano richiesto dalla procura europea nei confronti di una società ternana che avrebbe “percepito la somma di circa 230mila euro quale profitto del reato di truffa aggravata ai danni dell’Unione europea e dello Stato”.

Queste le motivazioni alla base dell’operazione eseguita nella giornata di oggi, 10 novembre, dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Terni sotto il coordinamento degli uffici della procura europea di Roma e di Milano nei confronti di Treofan, ora in liquidazione. Le indagini delle fiamme gialle avrebbero infatti permesso di accertare “che la società ha indebitamente beneficiato di provvidenze comunitarie – spiega una nota della Gdf - erogate nell’ambito del programma operativo nazionale (Pon) a carico del fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) concesse dal ministero dell’istruzione.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, “la società ternana, avrebbe, con la fittizia attestazione e dichiarazione di presenze di personale dipendente impiegato nello svolgimento delle attività finanziate (ricerca e sviluppo), falsificato la documentazione di spesa di un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale su Applicazione e riciclo di nuovo poliolefine termoplastiche”. Falsi documenti che avrebbero “indotto in errore l’ente erogatore dei finanziamenti comunitari e nazionali circa l’entità delle spese sostenute per la sua regolare conclusione, percependo in maniera indebita contributi pubblici”.

“Sulla base del materiale testimoniale raccolto attraverso l’escussione di quanti hanno partecipato, anche solo figurativamente, alle attività di ricerca industriale – spiegano i finanzieri - la società avrebbe rendicontato l’impiego di un numero di dipendenti e di ore lavorate maggiori di quelli effettivi”.

Denunciati alla procura europea gli amministratori della società, contestata la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Inoltre, i militari del nucleo di polizia economico e finanziaria di Terni hanno sottoposto a sequestro il profitto del reato, congelando la somma equivalente (230mila euro) presente sui conti correnti in uso alla società, così come disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano.

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