rotate-mobile
Economia

La cooperazione va a "centodieci" verso le sfide del futuro: edilizia e rigenerazione urbana delle città

Quattordici cooperative si mettono in rete per fornire un “pacchetto completo” ai privati che vogliono accedere al superbonus edilizia. “Ma non ci fermiamo qui: prossimo obiettivi, il Pnrr e l’housing sociale”

Quattordici realtà aderenti, 250 dipendenti che salgono a 300 con l’indotto, 16 interventi già contrattualizzati per un valore di oltre 5 milioni di euro, una decina in coda e la lista d’attesa da smaltire quando le incognite relative al futuro prossimo del superbonus 110% saranno risolte.

I numeri di Rete cooperativa 110% chiariscono che la sfida cominciata lo scorso febbraio è a buon punto. “Ma non ci fermiamo al bonus 110: questo è un inizio, non la fine di un percorso”.

Al tavolo della conferenza stampa di presentazione di questa realtà siedono Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop Umbria Produzione e servizi, Laerte Grimani, presidente di Rete cooperativa 110, Sergio Filippo, presidente di Aris e Stefano Notari, presidente di Alis, una delle realtà del mondo della cooperazione che ha aderito al progetto.

Progetto che nasce con l’obiettivo di “lavorare sull’immediato – dice Ragnacci – ma con una prospettiva di futuro”. L’immediato è, appunto, il mercato e le opportunità che vengono offerte dal Bonus 110. Opportunità notevole che rischiava – e rischia – di trasformarsi in un labirinto di scartoffie e adempimenti. Da qui l’idea di costruire un gruppo di lavoro completo che offra un pacchetto chiavi in mano al cittadino.

“Noi offriamo valutazioni iniziali gratuite, assistenza ed un servizio completo a 360 gradi per una abitazione chiavi in mano, pronta per essere vissuta”, spiega Grimani.

Insomma, un esempio virtuoso di cooperazione tra cooperatori. Partita con 7 imprese all’attivo, ad oggi ne conta 14, espressione di cooperative di vari settori: commercialisti, abitazione, costruzione, edilizia, manutenzione, impiantistica e progettazione. In meno di un anno sono stati contrattualizzati 16 interventi per un valore totale delle iniziative pari ad oltre 5 milioni di euro, altri 20 interventi sono già visionati e in via di attivazione per un totale di oltre 50 condominii e case singole relazionate, con 2 cantieri già attivati: uno a Terni nel quartiere Metelli (2dove si sta facendo recupero edilizio e recupero sociale”, spiega Notari) e uno ad Orvieto.  

La prospettiva del futuro si appunta invece sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e in particolare sul Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare. Più in particolare, sul grande tema della rigenerazione urbana e sulle sue possibili declinazioni relativamente a social housing e senior housing. Ossia, su tutta quella grande platea che è composta da grandi spazi urbani dismessi, abbandonati e da recuperare – si pensi all’ex lanificio Gruber di Terni – e da tutte quelle persone che non hanno la necessaria capacità reddituale per accedere alle abitazioni del libero mercato ma sono troppo “ricchi” per avere diritto all’edilizia pubblica.

Una ricerca Nomisma del 2020 che ha coinvolto costruttori e gestori, ha evidenziato che l’Italia è ancora molto indietro – rispetto ai paesi del Nord Europa – nello sviluppo e nell’offerta di soluzioni abitative in linea con le nuove esigenze. Se fino a poco tempo fa, infatti, il prodotto immobiliare veniva principalmente pensato per le famiglie, oggi si cominciano a considerare diversi tipi di target (giovani coppie, studenti, anziani, lavoratori in mobilità, ecc.) ai quali destinare soluzioni diversificate. Queste soluzioni richiedono, però, la presenza di operatori che, oltre a essere in grado di presentarle, realizzarle ed offrirle, sappiano anche gestirle in toto, facendosi carico non solo dei tradizionali servizi di facility ma anche della gestione sociale.

“La sfida del futuro è già qui – continua Grimani – e visto il successo della start up vogliamo proporci come partner degli enti pubblici per le realizzazioni previste dal Pnrr e dai Pinqua sia per il social housing che per il senior housing”.

Creare benessere sociale attraverso un modello di offerta non-edilizia, ma guidando la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente. Non consumo del territorio quindi, ma ottimizzazione di spazi pre-esistenti in degrado.

La formula di Rete Cooperativa 110 è dunque quella del tutto incluso: offrire ai vari stakeholders pubblici e privati dalla consulenza di inizio opera, fino alla realizzazione e alla gestione della stessa.

“Noi crediamo nei valori fondanti cooperativi – conclude Ragnacci - rispondendo qualitativamente all’utente finale, promuoviamo un modello di sviluppo economico e sociale per l’Umbria basato sul benessere della comunità locale, sulla green economy e sulla sostenibilità. Ma non nascondiamo che lo stesso, sia esportabile anche su tutto il territorio nazionale”.   

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La cooperazione va a "centodieci" verso le sfide del futuro: edilizia e rigenerazione urbana delle città

TerniToday è in caricamento