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Economia Borgo Rivo

“Ho lasciato il mio vecchio lavoro per questa nuova avventura imprenditoriale. E porto la pinsa a Terni”

La scommessa di Fabrizio Cherubini che da Roma ha scelto la città dell’acciaio: “Io e la mia compagna abbiamo fatto un investimento importante perché crediamo in questo progetto”

“Ho lasciato il lavoro a Roma. Avevo un contratto a tempo indeterminato e anche un buono stipendio. Ma credo in questo progetto”. Fabrizio Cherubini ha “salutato” la Capitale per trasferirsi a Terni cinque anni fa. “In realtà, per sette anni ho fatto avanti e indietro”. Al mattino dava una mano alla sua compagna, Marina, titolare da 25 anni di una tavola calda in via Bramante, sotto agli uffici finanziari. E il pomeriggio riprendeva il suo lavoro come tecnico manutentore della metropolitana.

“Vedevo questo locale a Borgo Rivo dove prima spesso andavo a mangiare. Era una tristezza saperlo chiuso”. Così, giorno dopo giorno e chilometro dopo chilometro (“...per lavoro – racconta – ho girato un po’ tutta l’Italia”) nella sua testa e nel suo cuore prende forma una scommessa.

“Ho deciso di licenziarmi. Ma credo in questo progetto e ci abbiamo investito tantissimo”. Prende le chiavi del locale e iniziano gli interventi di ristrutturazione. “È stato rimesso a nuovo, completamente, all’interno abbiamo ricavato anche una saletta privé, molto elegante, dove i clienti potranno essere serviti e scegliere il loro menù alla carta”, fino a diventare l’Angolo del gusto, che da ieri – 18 maggio – ha aperto i battenti in via del Rivo 206.

“Ci lavoriamo io e la mia compagna, assieme ad un gruppo di sette o otto collaboratori”. Il progetto è di quelli importanti: “Abbiamo deciso di stare aperti dalle sei e mezza del mattino fino a sera. Tutti i giorni a pranzo saremo tavola calda. Poi la sera il pezzo forte sarà la pinsa, un prodotto che è ancora poco conosciuto a Terni”.

angolo gusto pinseria terni3E nel quale Fabrizio ha messo dentro la tradizione dei prodotti di qualità (“...una farina particolare, lievito madre ad alta digeribilità, 72 ore di lievitazione”) e l’esperienza che grazie al suo lavoro ha maturato andando in giro per il Belpaese.

Sul menù ci sono infatti oltre una ventina di tipi di pinsa. “Abbiamo deciso di chiamarle con i nomi delle città: Roma, Napoli, Capri, Venezia. Quella Castelli romani è fatta con mozzarella, fave e pecorino”. Ovviamente, ci sarà anche la pinsa Terni: mozzarella, funghi porcini, tartufo e salsiccia.

“Abbiamo fatto davvero un investimento importante, anche assumendo delle persone. Ma ci crediamo tantissimo”. In bocca al lupo.

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