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Concorsopoli, l'ex presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini in aula: "Nessun vertice politico”

Nelle dichiarazioni spontanee ha ripercorso alcuni passaggi della ricostruzione dell'accusa: "Valentini? Frizioni perché scelse di assumere un ruolo politico"

Non esisteva un “vertice ipoteticamente politico” che avrebbe deciso a suo piacimento i destini della Regione e dei ruoli chiave degli organismi da essa dipendenti, “Neanche la regione Elisabetta, mi sia concesso, figuriamoci il presidente della Regione che non può adottare nessun atto monocratico”. La ex presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, oggi imputata con, tra l’altro, l’allora assessore alla Sanità, Luca Barberini, il fu segretario del Pd ed ex sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci, i vertici dell’Azienda ospedaliera di Perugia dell’epoca, Emilio Duca e Maurizio Valorosi, nella cosiddetta Sanitopoli umbra, ha rilasciato dichiarazioni spontanee durante l’udienza di oggi.

Ha preso spunto da una telefonata intercettata, e finita agli atti, per precisare, alcuni nodi cruciali dell’inchiesta della Procura, nella cui ricostruzione si ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla gestione di assunzioni e incarichi pubblici. Il riferimento che fa Marini è alla nomina di Duca alla direzione generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia. Nel 2016, ha ricostruito, Duca, era direttore generale della Sanità. Il vertice del Santa Maria della Misericordia doveva essere rinnovato, ma, ha precisato, “non si tratta di un atto individuale della presidente”, ma frutto di “un accordo con l’Università di Perugia” a cui fa seguito la firma di un’intesa “perché per i direttori generali delle Azienda sanitarie si fa un’intesa che precede la nomina”. L’allora rettore Moriconi aveva individuato la figura di Duca, “io avevo anche traccheggiato un po’ perché mi scombinava gli equilibri della Regione”, e in questo modo arrivò la nomina.

Ancora, Marini spiega la telefonata del 13 aprile 2018 con i direttori delle aziende sanitarie. C’è necessità di nominare il nuovo amministratore unico di Umbria Sanità, dopo la scomparsa improvvisa del precedente. Il presidente del collegio sindacale, impegnato anche in altri ruoli in azienda pubblico, ha ricostruito la ex presidente della Regione, sollecita di individuare una soluzione definitiva perché l’incaricato in deroga non può gestire anche questo ruolo. “Come presidente della Regione la rifarei quella telefonata, perché sollecitavo il funzionamento della principale società responsabile del funzionamento della sanità pubblica” ha aggiunto ancora, ricordando che la stessa, una scarl, non dipendente direttamente dalla Regione, ma dalle Aziende sanitarie. Quindi, secondo le sue dichiarazioni, Marini avrebbe solo sollecitato, riferendo sollecitazioni di altro. I toni perentori? “Perché avere un rapporto franco e diretto con i direttori generali è normale”.

Poi un passaggio su Valentino Valentini, suo collaboratore stretto, ma anche di fatto uno dei principali “accusatori” che ha deposto ieri. Con lui, ha precisato, si era arrivati a uno scontro feroce quando “decide autonomamente, senza informare la presidente e nessuno del gabinetto, che avrebbe svolto una funzione di primissimo piano per la candidatura politica di un collega, presidente di un’altra Regione (Zingaretti, ndr) e già questo non è bellissimo”. “Gli dissi: devi decidere o continui a fare il lavoro nel gabinetto o ti candidati anche all’Onu per me, si creano delle frizioni perché lo richiamo alla non ingerenza e poi arrivano le dimissioni”.

Unica richiesta, ha spiegato, che aveva fatto ai suoi collaboratori, cioè di non avere ruoli politici “perché non lo ritenevo opportuno” visto il ruolo che svolge il gabinetto di presidenza. “Frizioni che si sono sviluppate proprio quando emerge l’indagine” ha aggiunto ancora prima di concludere le sue dichiarazioni.

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