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Fratelli d'Italia riporta in consiglio regionale la mozione sulla disabilità bocciata dalla Lega e FI. C'è attesa per il voto

Il testo della mozione a firma Pace e Squarta ricalca il precedente atto presentato da Bianconi (gruppo misto), sottoscritto dalla minoranza e FdI e bocciato dalla Lega e Forza Italia. C'è l'appoggio del mondo associativo della disabilità ma anche alcune opposizioni

Torna nell'aula consiliare di Palazzo Cesaroni la "mozione della discordia" che ha spaccato la maggioranza qualche settimana fa. L'atto, presentanto dai consiglieri di Fratelli d'Italia Eleonora Pace e Marco Squarta, ricalca la precedente mozione relativa all'ampliamento dei servizi, dei progetti personalizzati e della libertà di scelta per la cura dei disabili non autosufficienti, presentata dal consigliere regionale Vincenzo Bianconi (gruppo misto) e sottoscritta da tutta la minoranza più FdI. 

Per la Lega e Forza Italia il primo round di questo match è stato un duro affronto all'armonia e all'alleanza interna al centro destra. Per i consiglieri del partito della Meloni, invece, solo un atto dovuto nei confronti di un duro lavoro iniziato già nella precedente consiliatura che avrebbe dovuto avere un terminale in seno all'assemblea legislativa. Per i due consiglieri di Fratelli d'Italia, infatti, i tempi erano ormai maturi per rendere operativi alcuni orientamenti emersi già nelle sedute fiume della Terza commissione consiliare con numerosi rappresentanti del mondo associativo legato alla disabilità. 

"Garantire ai cittadini una assistenza indiretta è un compito inderogabile"

Forte sostegno da parte alla rete associativa che si è creata attorno alle necessità emerse dal mondo della disabilità. Sono 15 gli enti no profit regionali che hanno promosso questo nuovo atto (Aila, Aniu, Un volo per Anna, Aucla, Afad, Auret, Anpvi, Agepi, Insieme per te, Dimensione autismo, Ruotabile, Noi cittadini, Casa famiglia Nocera Umbra , Auser Terni e X Fragile) e che da anni si spendono nelle istituzioni per portare avanti gli interessi delle famiglie. "La nostra rete associativa - si legge in una nota congiunta - da anni lotta in favore del pieno riconoscimenti dei diritti umani fondamentali delle persone con disabilità di tutte le età  nonchè dei familiari che se ne prendono cura. Noi rappresentiamo i titolari dei diritti (persone minori, adulte ed anziane  che necessitano di cure a attenzioni costanti, altresi è nostro interesse tutelare i caregivers familiari).

Nonostante i costanti tentativi di escluderci dai tavoli istituzionali - spiegano i rappresentanti delle associazioni - apprezziamo la buona volontà del Consiglio di continuare  a garantire quel percorso di sana e concreta partecipazione. Le nostre associazioni non percepiscono  finanziamenti pubblici, pertanto riteniamo di rappresentare in modo più efficace e credibile le istanze dei cittadini non autosufficienti , disabili e caregivers in tutte le sedi competenti . 

L'Assemblea Legislativa della Regione Umbria si trova di fronte al compito nobile e inderogabile di garantire a tutti i cittadini  la concreta possibilità di accedere all'assistenza indiretta, affinché questa possibilità non resti confinata a mere dichiarazioni di principio.

Al tal fine è necessario ottimizzare tutte le risorse anche in considerazione delle crescenti richieste dei cittadini. In quest'ottica è fondamentale evitare la costituzione di nuove strutture e burocrazie che finiribbero per drenare risorse altrimenti da destinare ad assegni di cura /sollievo e nuovi progetti di vita indipendente. Il faro che dovrebbe orientare l'azione del nostro legislatore regionale è evitare a tutti i costi la costituzione e il finanziamento di nuove strutture e burocrazie inutili e potenzialmente dannose. La presa in carico è in capo ai soggetti deputati per legge. Se i referenti dei servizi sociali presso Asl e comuni sono inadeguati ad affrontare questi nuove sfide nulla osta alla possibilità di implementare percorsi di formazione presso gli enti preposti

Occorre urgentemente garantire alle persone con grave disabilità minori e anziane le stesse opportunità che ora vengono offerte ai disabili gravissimi e ai beneficiari dei progetti di vita indipendente".

Secondo la rete delle associazioni "Funzionale al raggiungimento di una platea sempre maggiore di beneficiari è la costituzione di un fondo unico presso il quale far convergere tutte le varie fonti di finanziamento per la domiciliarità e l'autonomia. Un fondo unico al quale accedere per garantire strumenti essenziali al fine di arricchire e dinamicizzare il progetto personalizzato. Nell'auspicio che il Consiglio regionale della regione Umbria condivida all'unanimità la mozione proposta dal consigliere Eleonora Pace e dal presidente Marco Squarta - conclude la nota . nella speranza che la Giunta Regionale si adegui prontamente a quanto richiesto, auguriamo buon lavoro ai componenti dell'assemblea".

"Una mozione che fa leva sull'assistenzialismo"

Di tutt'altro avviso è Yari Lupattelli, disabile e presidente dell'impresa sociale di Terni "Agire con responsabilità", che stigmatizza il contenuto e le finalità della mozione che si sarebbero appiattiti sulle logiche dell'assistenzialismo.

"Il testo dell'atto - spiega Lupattelli - non è altro che la versione riveduta e corretta del punto sulla disabilità proposto dal disegno di legge regionale della Lega sulla famiglia. Quando viene richiesto di incrementare risorse economiche e servizi per favorire il sostegno domiciliare dei disabili - osserva -, non si sta facendo altro che conferire un'importanza preminente, anche e soprattutto a livello economico, a un caregiver familiare e questo, a nostro avviso, è davvero assurdo".

Yari Lupattelli sostiene che se non viene scisso l'aspetto sanitario da quello sociale e non si promuove una diversificazione della disabilità, continueranno a resistere dei percorsi assistenziali dei quali i veri beneficiari non saranno mai i portatori di handicap, soprattutto quelli più gravi: "Trovo inconcepibile - osserva - che si affianchi il concetto di autodeterminazione a un disabile grave. È una contraddizione in termini che crea un equivoco sul quale, in definitiva, si poggia tutto l'impalco dei cosiddetti diritti del disabile. Noi siamo convinti, ancora una volta, che vada messa mano alla legge nazionale 328/2000 e che oltre alle istanze dei portavoce delle associazioni e dei loro familiari, andrebbero ascoltate le voci dei disabili che, come noi, hanno progetti pronti per poter essere messi in atto così da tutelare sia i portatori di handicap nel loro percorso di vita ma soprattutto per far risparmiare la pubblica amministrazione e sgravarla da costi insostenibili. Onestamente, tutto mi pare - conclude Lupattelli - tranne che un atto proposto da un partito di centro destra".

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