“Non campi più con me… Ti rovino… Se non mi dai i soldi, ti faccio venire a cercare da mio figlio”. È una voce tesa, insistente, minacciosa. E secondo i carabinieri di Viterbo e gli inquirenti che si sono occupati del caso, sarebbe una delle prove delle estorsioni messe in atto da due persone, madre e figlio – 60 anni lei, 30 lui – finite in manette con l’accusa di estorsione.

La coppia avrebbe messo in piedi dei ricatti sessuali nei confronti di almeno tre soggetti - più o meno cinquantenni - scegliendole in base alla loro “peculiare situazione affettiva”, ossia individuando persone “sole, ritenute particolarmente vulnerabili - hanno spiegato in una nota i militari dell’Arma - approfittando della loro momentanea solitudine e debolezza”.

In base alla ricostruzione degli inquirenti, la coppia avrebbe “dapprima carpito la buona fede delle vittime, inventando stati di bisogno ed indigenza, per poi passare alle minacce, ponendo quindi in essere vere e proprie estorsioni, simulando anche interventi di autorità immaginarie (come un giudice e un avvocato, ndr) per incutere maggiore timore”.

Gli investigatori hanno fino ad ora ricostruito passaggi di denaro per almeno 25mila euro, ottenuti inventando false relazioni amorose con donne inesistenti, utilizzando in particolare profili social fake. I due, raggiunti dal provvedimento nel territorio della provincia di Terni, si trovano attualmente agli arresti domiciliari. La procura ritiene che “vi siano altre persone adescate dai soggetti attualmente indagati, soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla pandemia, che per moltissimi mesi ha reso più difficili i contatti tra le persone, approfittando della solitudine di molti e della paura e della vergogna che possano aver ingenerato nelle loro malcapitate vittime”.