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Cronaca

Coronavirus, mamma ternana: “Mio marito in dialisi da otto anni con figlia positiva al test rapido”. L’appello al sindaco Latini

Il lungo messaggio: “Non si trova un test da acquistare nemmeno a pagarlo oro. L'unica soluzione è recarci personalmente presso una delle pochissime farmacie attive, visto il giorno di festa, contravvenendo comunque alla quarantena”

Un lungo ed accorato appello rivolto al primo cittadino Leonardo Latini. Riceviamo e pubblichiamo un post pubblicato da una mamma ternana che descrive ciò che si sta vivendo, all’interno della propria famiglia. Una situazione complicata, quella illustrata poiché suo marito, da otto anni in dialisi ed in attesa del trapianto, non può rischiare di prendere il Covid quanto nessun’altra malattia. Inoltre a rendere più complesso il contesto le giornate festive e l’attesa nel poter eseguire il tampone molecolare a sua figlia, risultata positiva al test rapido.

“Cari amici aiutatemi a fare arrivare al sindaco questo messaggio in qualche modo. Chi scrive è la mamma di una delle tante studentesse che malgrado tutta l'attenzione possibile, alla soglia della vigilia di Natale, è risultata positiva al Covid. Saputo a lezioni appena sospese per le feste, da bravi cittadini, ci siamo subito adoperati ad avvertire tutti i contatti avuti nelle precedenti 48 ore come da protocollo ed ogni persona avvertita, tra cui quindi l'intera classe a scuola e a danza ha provveduto in modo autonomo a fare test rapidi per salvaguardare i rispettivi parenti in procinto della cena della vigilia.

Trattandosi di giorni a ridosso di Natale anche noi genitori abbiamo avuto più contatti del solito e quindi abbiamo esteso il più possibile la notizia sentendoci quasi in colpa per aver potuto rovinare le feste a chissà quanta gente. E tutto questo allarmismo scatenato da un tampone rapido di farmacia che l'Usl prende solo come monito e non come attendibile. In attesa del famoso sms da parte della Usl per comunicarci l'orario del molecolare, abbiamo attivato immediatamente le nostre misure di isolamento.

Perché come tutti i nostri amici sanno, ma il sindaco sicuramente no, nella nostra famiglia il problema principale è mio marito, papà della positiva o presunta tale che in dialisi da otto anni e in attesa di trapianto non solo non può rischiare di prendere il Covid ma nessun'altra malattia, la quale possa compromettere il suo stato di attesa o che non possa essere curata senza interferire con le limitazioni farmacologiche che la sua insufficienza renale gli impone.

Per questo ha fatto già le tre dosi di vaccino richieste ed ha attuato tutte le misure necessarie per evitare il contagio nonché tenere nostra figlia, durante l'intero anno scolastico precedente, quello della seconda e terza ondata, costantemente in Dad e costantemente isolata da tutti i suoi contatti anche extrascolastici, chiedendole un sacrificio tanto grande quanto necessario non essendo ancora coperta da vaccino. Lo stesso per migliorare il suo tenore di vita e per evitare di entrare continuamente in contatto con un ambiente potenzialmente pericoloso ha preferito spostare a casa la sua terapia che prima effettuava in ospedale a giorni alterni, dove io sono diventata la sua caregiver con un impegno quotidiano non indifferente.

Anche io ho ricevuto le tre dosi di vaccino, in anticipo rispetto alla mia fascia di età proprio per questo ruolo che ricopro. Così come nostra figlia, che in qualità di convivente di persona disabile ha potuto ricevere le prime due dosi prima dei suoi coetanei. Il nostro dovere di cittadini lo abbiamo fatto quindi. E ci siamo anche prodigati, tutti e tre in modo attivo e convinto, a favore del vaccino, cercando di portare avanti la campagna verso le tante, troppe persone che conosciamo che ancora non ci credono.

Malgrado tutte lo dosi fatte, malgrado in possesso del Super Green pass, di tanto in tanto in occasione di eventi particolari abbiamo continuato a fare i test rapidi, ovviamente sempre a nostre spese, come tutto il resto degli italiani coscienziosi, sapendo che il vaccino è un'arma per contrastare il virus nelle sue forme più aggressive e non per evitarlo totalmente.  

E così è stato anche il 23 dicembre scorso, quando dopo un tampone negativo del 22, al continuare di insorgere dei classici sintomi da Covid, ne è stato fatto un altro, per scrupolo. Mi scuso sindaco se sono molto prolissa nello spiegarle la situazione ma è anche per capire quanto veramente tiene ai suoi concittadini.

Veniamo ad oggi. Lei non è mai stato a casa mia, parto dal presupposto che fortunatamente è una abitazione grande e fortunatamente abbiamo un contesto familiare che si è subito prodigato a farci avere tutto il sostegno soprattutto materiale, che ci potesse servire, fortuna che tante altre famiglie nelle nostre condizioni se non peggiori, non hanno. Mia figlia è isolata nella sua camera dal 23, ha il suo bagno, riceve cibo e necessità da me senza uscire dalla sua stanza. Mio marito sta a distanza il più possibile ed evita qualsiasi contatto con lei ma con me deve averli per forza perché come già detto provvedo alla sua terapia che consiste anche nell'entrare a contatto con il sangue, malgrado l'uso di guanti.  Malgrado tutto o forse per aver avuto contatti molto stretti con lei fino al 22, quando risultava ancora negativa, sono iniziati ad arrivare i sintomi anche a me.

Che si fa a questo punto?

La risposta più sensata sarebbe sapere immediatamente se sono positiva o meno ed attivare una qualsiasi procedura che permetta a mio marito di fare la terapia in sicurezza, che sia fargliela fare in un ospedale, avere un sostituto in casa o semplicemente dei dispositivi più adeguati come una tuta protettiva per me. Peccato che l'Asl, dopo un test rapido fatto alle 10 di mattina abbia avviato la procedura la sera inviando un sms dove nostra figlia era invitata ad effettuare il molecolare il 29, dopo sei giorni. Sappiamo tutti che con due dosi di vaccino, teoricamente dopo 6 giorni potrebbe negativizzarsi.

Quindi è probabile che il 29 quando farà questo test potrebbe risultare negativa e non sapremo mai se sia stata realmente positiva o se lo è stata ed è guarita. In tal caso non partirà nessun tracciamento e tutti i contatti avvisati saranno stati avvertiti solo grazie al nostro buon senso. Allo stesso modo non verremo sottoposti a test nemmeno io e mio marito pur essendo conviventi perché la procedura non lo prevede.

Allo stato attuale anch'io nel dubbio mi sono isolata in un'altra stanza, quella in cui lavoro da casa in smart working da 2 anni. Condivido il bagno di mia figlia perché nel dubbio scelgo di lasciare libero un bagno a mio marito. Ma tra poche ore dovrò assisterlo alla terapia e così domani, dopodomani, e via dicendo.

Posso munirmi solo di guanti e mascherina dentro casa perché anche volendo oggi è 26, i sintomi sono iniziati il 25 e nessuno può darci altro materiale utile per proteggere mio marito dal contatto con me. A questo punto solo lui può provvedere a noi, quindi è costretto ad entrare nelle nostre stanze e ogni volta è un pensiero, ogni bicchiere che tocchiamo è un dubbio. E tutto questo senza la certezza assoluta che possiamo essere entrambe positive. Mia figlia quasi certa, io nel limbo, un'ipotesi, tanto reale quanto no. Decidiamo di fare dei test rapidi, sempre a nostre spese, di farceli portare a casa. A Terni oggi non si trova un test da acquistare nemmeno a pagarlo oro. L'unica soluzione è recarci personalmente presso una delle pochissime farmacie attive, visto il giorno di festa, contravvenendo comunque alla quarantena che ci è imposta dal 23.

La richiesta al sindaco

Il molecolare a mia figlia lo fate il 29, risultato il 30, fosse positiva ancora a me quando lo fate? In attesa, come posso tutelare mio marito che in autonomia si è organizzato con il reparto ma che ovviamente gli hanno sconsigliato a questo punto di recarsi in ospedale a fare le sue terapie, dove non ci sono più spazi sufficienti per fargliele in isolamento, essendo un soggetto potenzialmente positivo. Devo trasgredire la quarantena, e mettermi in fila con i miei sintomi insieme a tutti gli altri, fuori di una farmacia, magari pure sotto l'acqua, così se non è Covid mi prende qualcos'altro? Chiamare la mia dottoressa che attiva la procedura e magari l'Usl mi prenota un test per il 2022 ormai? E comunque senza un rapido positivo non me la attiverebbe. E se non esco non posso fare il rapido.

Mio marito è riuscito ad ottenere un molecolare presso il suo reparto per domani in modo di sapere almeno lui come sta, per me non è previsto. È previsto il vaccino anticipato come caregiver ma non lo screening all'occorrenza.  È previsto che il vaccino non ti copra completamente e questo lo accetto, ma se c'è un dubbio non è prevista soluzione. Concludo sindaco, che sarà già abbastanza stanco, sempre se fin qui ci è arrivato. La nostra famiglia è una delle tante, nemmeno quella messa peggio, anzi, una famiglia che se avesse potuto, domani avrebbe fatto le corse per prendere i biglietti per il Capodanno.

Ma siamo una realtà, e come tale le chiedo come dobbiamo affrontare secondo lei questa situazione? Le chiedo di riflettere bene prima di rispondere e se ha bisogno lo chieda a chi sta sopra di lei. Lei non rappresenta un partito in questo momento, chiunque altro si sarebbe trovato nella stessa situazione. Ma rappresenta colui che deve aiutare e sostenere la città. Vogliamo vedere la luce, non le lucine! Che dopo Natale quelle si spengono e qui brancoliamo nel buio da troppo ormai”.

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