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Cronaca

Troppi ladri e poche guardie: ecco i mali delle carceri del Ternano

A Sabbione sovraffollamento da record, ad Orvieto più di un detenuto su due è straniero. La relazione del garante regionale dei detenuti

Trentadue detenuti in più rispetto alla capienza massima e 57 agenti di polizia penitenziaria in meno. Troppi ladri e poche guardie. E non è soltanto questo il problema delle carceri del Ternano.

La situazione delle strutture penitenziarie della regione è illustrata nella relazione che il garante umbro per le persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Stefano Anastasia, ha inviato all’esame del consiglio regionale. Un dossier di 40 pagine che prende in esame non sole le cifre delle carceri umbre ma gli strumenti di reinserimento e l’applicazione – o meno – degli strumenti alternativi alla detenzione.

La situazione in Umbria

Tra il 31 dicembre 2016 e il 31 dicembre 2017, la popolazione penitenziaria umbra è aumentata di 52 unità, passando da 1.318 a 1.370, a fronte di una capienza complessiva compresa tra 1.336 (al giugno 2016) a 1.331 posti (a dicembre 2017). Considerando il periodo compreso tra il giugno 2016 e la fine del 2017 l’andamento delle presenze è stato altalenante. Infatti, mentre tra il 30 giugno 2016 e il dicembre dello stesso anno il numero di presenti si è ridotto di 81 unità, nei due bimestri successivi la popolazione è cresciuta costantemente. “Tale andamento - spiega la relazione - è stato determinato essenzialmente dalla disposizione adottata dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che ha bloccato i trasferimenti verso le regioni e gli istituti segnati dagli eventi sismici della seconda metà del 2016”.

La casa circondariale di Terni

La struttura penitenziaria di Terni – aperta nel 1992 – ospita attualmente 443 detenuti rispetto ad una capienza regolamentare di 411 detenuti, per un tasso di affollamento superiore al 107%, il più alto della regione ma sotto la media nazionale, pari al 114%. Gli stranieri sono 110 e rappresentano il 24,8% del totale dei detenuti. “In prevalenza – scrive il garante - il complesso penitenziario ospita detenuti appartenenti al circuito di alta sicurezza. Oltre a essi, l’istituto conta una sezione riservata a detenuti in regime di 41 bis. Nell’anno 2013 è stato costruito ed aperto un nuovo padiglione che ospita quattro sezioni, di cui una riservata ai detenuti appartenenti a categorie riconducibili al circuito penitenziario ‘protetto’ (collaboratori di giustizia, autori di reati sessuali, appartenenti alle forze dell’ordine) e le altre dedicate ai detenuti del circuito di media sicurezza”. A fronte di una presenza di detenuti superiore a quelli che sarebbe possibile ospitare, il garante rileva carenze di personale “sia nel reparto di polizia che tra gli addetti all’amministrazione e alla contabilità”. Nel dettaglio, a fronte dei 276 agenti di polizia penitenziaria previsti, ne sono in servizio effettivo 219, mentre sono 13 – invece che 17 – gli amministrativi in servizio. In equilibrio il numero di educatori (6).

Il carcere di Orvieto

La casa di reclusione della città del Duomo è l’unica in Umbria con un numero di detenuti inferiore rispetto alla capienza regolamentare: gli ospiti sono 96 rispetto ai 106 possibili. Il numero di detenuti stranieri è però particolarmente alto: sono 56, ossia oltre il 58% del totale. Ce ne sono di più – in proporzione – soltanto nel carcere perugino di Capanne. “Il personale - scrive Anastasia nella sua relazione - presenta carenze nell’ordine del 20-25% in tutti i settori”. Più in particolare, mancano 14 agenti di polizia penitenziaria (sono 55 anziché 69), 6 amministrativi ed un educatore.

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