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Economia

Acciai Speciali Terni, verso il ritorno della produzione del magnetico: “L’officina meccanica possibile location designata”

Una struttura dalla lunghezza di oltre 300 metri, distante qualche centinaio di metri dai forni dell'acciaieria di viale Brin

Una procedura antitrust in corso per Acciai Speciali Terni, fase decisiva quanto antecedente al closing. Solo una volta ultimata questo step si potranno avere informazioni sul piano industriale che riguardano l’azienda ternana. Da più parti si parla in un probabile ritorno alle produzioni del magnetico, in particolare il grano non orientato, richiesto dal mercato delle macchine elettriche, un vecchio pallino del cavaliere Giovanni Arvedi. L’area di ES, Electric Steel, la società del magnetico all’interno dello stabilimento di viale Brin è stata occupata da Pix2, ma dopo le chiusure e il ridimensionamento di alcuni reparti alla fine del secolo scorso, qualche spazio potrebbe essere disponibile. Dei lavoratori di Ast indicano, ad esempio, come ipotesi, l’officina meccanica. Si tratta della struttura che ha preso il posto della carpenteria, la quale faceva parte della divisione CCF (Carpenteria Condotte Forzate), di una lunghezza di oltre 300 metri, distante qualche centinaio di metri dai forni dell'acciaieria, e a pochi passi dal treno a caldo. Ovviamente le eventuali scelte spettano al management, ma ci sarà tempo per le valutazioni. I volumi produttivi di Ast dovranno essere rivisti al rialzo, gli impianti possono produrre almeno 1,5 milioni di tonnellate.

Sarà necessario assumere alcune centinaia di nuovi lavoratori, una boccata di ossigeno per il territorio. A margine dell’assemblea annuale di Federacciai che si è tenuta a Rho Fiera Milano Arvedi, parlando con i giornalisti, ha detto che Ast dovrà diventare un’azienda competitiva al massimo, un player mondiale. Il cavaliere si è anche soffermato sugli aumenti dei costi dell’energia elettrica e del gas che potrebbero frenare, se non compromettere, la produzione di acciaio. Inoltre Arvedi ha messo il dito nella piaga sul costo dell’energia, in particolare sui produttori, cioè quelli che dispongono, tra l’altro, dei forni elettrici, come Ast. Per l’acquirente di Acciai speciali Terni “Il costo dell’energia del nostro Paese è quasi il doppio di quello che pagano gli altri Paesi del nord Europa. Questa è una situazione iniqua e una concorrenza sleale, un atto di discriminazione”. Il cavaliere ha sottolineato di aver più volte chiesto alla Comunità Europea che il prezzo dell’energia sia più europeo, che ci sia un mercato dell’energia europeo con un prezzo accessibile a tutti i 29 Paesi europei in eguale misura. Il piano della siderurgia, richiesto a gran voce dalle parti sociale, dovrà tenere conto anche dei costi energetici, prima che non sia troppo tardi.

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