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Economia

Asm Terni, la “grana” dei fornitori: conti in rosso e fatture da pagare, il tavolo dal prefetto

Incontro tra l’azienda e Confartigianato: sul tappeto la strada per ripianare circa dieci milioni di debiti. Le proposte sul tappeto

Scorrendo le pagine dell’ultimo bilancio di Asm Terni pubblicato sul sito istituzionale dell’azienda, il monte debiti della società – al 51 per cento di proprietà del Comune di Terni e per il restante 49 per cento di Acea – ammonta a circa 95 milioni. In riduzione rispetto all’anno precedente, con un trend confermato anche dagli ultimi documenti. Di questi, circa 51 milioni sono riferiti genericamente a debiti verso “fornitori”.

Questo capitolo è stato trattato in un recente incontro che ha visto sedersi attorno al tavolo il prefetto di Terni, Giovanni Bruno, che ha accolto la richiesta avanzata dai vertici di Confartigianato Terni, rappresentata a Palazzo Bazzani dal presidente, Mauro Franceschini, e dal direttore Michele Medori. Presente, ovviamente, anche l’amministratore delegato di Asm, Tiziana Buonfiglio.

Tema del confronto una parte di questa esposizione, relativa “ai pagamenti delle fatture dei fornitori della società”, come spiega una nota diffusa dalla prefettura. Si tratta di un “rosso” che si aggirerebbe attorno ai dieci milioni di euro e che interesserebbe qualche decina di aziende locali, alcune delle quali rappresentate proprio da Confartigianato.

Il confronto si è sviluppato dunque attorno a due questioni centrali: come ripianare i debiti pregressi e come affrontare il futuro prossimo.

Attualmente Asm, anche grazie alle linee di credito aperte in conseguenza dell’ingresso in società di Acea, sta pagando le fatture scadute a gennaio. Resta la coda delle vecchie pendenze e la strategia per affrontare le questioni economiche che si presenteranno in futuro.

In particolare, rispetto alla proposta di Asm di “allungamento delle tempistiche di pagamento anche con riferimento a contratti in essere”, i vertici di Confartigianato hanno manifestato il rischio di “possibili ripercussioni sulle aziende creditrici”. In estrema sintesi, ad oggi le fatture verrebbero liquidate da Asm nei 60 giorni successivi all’emissione. La proposta sembra voglia allungare questi tempi fino ad un limite di 180 giorni (sei mesi) che sembra però insostenibile da parte delle aziende a fronte di costi – come materiali e manodopera – che vengono affrontati nell’immediatezza.

Da qui la controproposta dell’associazione di categoria di stabilire una “scadenza più ravvicinata – spiega ancora la nota della prefettura - per consentire di rendere bancabili i crediti per fatture emesse nei confronti dell’Asm”.

Posizioni diverse che, così come auspicato dal prefetto, verranno di nuovo analizzate in incontri successivi per trovare la quadra rispetto al rapporto tra la multiservizi e le aziende fornitrici.

“Accogliamo con grande favore la notizia del tavolo aperto in prefettura su richiesta di Confartigianato Imprese Terni con la partecipazione di Asm Terni per affrontare il tema urgente del pagamento dei debiti della nostra partecipata nei confronti dei suoi fornitori”, così l’assessore comunale Stefano Fatale e la consigliera comunale Lucia Dominici.

“Un problema, questo -proseguono - che va urgentemente affrontato e per il quale è in gioco la sopravvivenza del tessuto economico e produttivo della nostra città. Infatti, secondo anche quanto ricostruito dai media, ad oggi le fatture verrebbero liquidate dall’Asm nei 60 giorni successivi all’emissione. La proposta dell’attuale management sembrerebbe che voglia allungare questi tempi fino ad un limite di 180 giorni (sei mesi) il quale sembra però insostenibile da parte delle aziende a fronte di costi (come materiali e manodopera) che vengono affrontati nell’immediatezza. Da qui la controproposta della Confartigianato nelle mani del prefetto di stabilire una scadenza più ravvicinata per consentire di rendere bancabili i crediti per fatture emesse nei confronti dell’Asm, con un piano di rientro in 5 rate mensili pari al 20 percento ogni rata con pagamento prima rata entro il 31 marzo 2023 ed il pagamento delle fatture correnti a 60 giorni data fattura”.

“Riteniamo che chiarire le tempistiche dei pagamenti anche futuri e prevedere un piano certo e sicuro per ripianare i debiti scaduti – sostengono Fatale e Dominici - rappresentano ora delle priorità e per questo ringraziamo quanto sta già facendo la società aprendo finalmente un dialogo con il sistema bancario, con l’auspicio che arrivino presto risposte certe che possano prevedere il pagamento delle fatture correnti in tempi più brevi, il pagamento dei debiti scaduti in rate sostenibili per le aziende così come proposto dai partecipanti al tavolo”.

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