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Crisi da Covid, Terni tra le “province più performanti d’Italia”: la “locomotiva” dell’edilizia trascina la ripresa

L’analisi realizzata da Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere: nel 2021 prodotta più ricchezza del 2019, il boom del settore delle costruzioni e le incognite sui provvedimenti del governo

“Solo 22 province su 107 hanno lasciato alle spalle nel 2021 la crisi causata dal Covid superando la ricchezza prodotta nel 2019 a valori correnti, più della metà si trova in Campania e Sicilia”. Una di queste è Terni.

Lo dice l’analisi realizzata da Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale del 2021 e i confronti con il 2019, che è una delle “tradizionali attività di misurazione dell’economia dei territori realizzata dal sistema camerale”.

La performance della città dell’acciaio si inserisce in un contesto nazionale che nel 2021 ha fatto segnare “una decisa ripresa dell’attività economica del Paese dopo il 2020 caratterizzato dalla presenza della pandemia. In termini correnti – spiga l’analisi - il valore aggiunto del complesso del paese nel 2021 è cresciuto del 6,1% con una lieve differenza fra Centro-Nord e il Mezzogiorno, con la prima area che ha chiuso a +6,2% (trascinata dal Nord-Est che ha concluso il 2021 con un bilancio del 6,9% a cui ha corrisposto un Centro cresciuto solo del 5,4%) mentre il Mezzogiorno ha visto il 2021 chiudere con un bilancio di +5,9% con una decisa suddivisione fra le performance del Sud (+6,0%) e quella isolana (+5,5%)”.

“Va però evidenziato come, nonostante il Sud abbia chiuso con un bilancio leggermente peggiore rispetto a quello del resto del paese, le due province che hanno evidenziato il maggiore dinamismo (in un contesto nel quale tutte le province hanno chiuso il 2021 con il segno positivo) sono entrambe del Mezzogiorno ed entrambe della Basilicata: Potenza (+11,3%) e Matera (+9,4%) a cui si può aggiungere rimanendo nella top ten delle province più dinamiche anche l’ottava piazza conseguita da Crotone (+7,5%).

“Per quanto concerne le altre macro aree – prosegue il dossier - nel Nord-Ovest (che non presenta alcuna provincia all’interno delle prime dieci posizioni) si segnala Savona (undicesima) che supera di un soffio Genova (per ambedue la valutazione al primo decimale ammonta al 7,5%). Nel Nord-Est prevale, invece quella che è una delle province italiane manifatturiere per eccellenza come Vicenza (+8,3%, quarta in Italia) mentre nel Centro la palma di provincia che maggiormente ha cambiato marcia va assegnata a Terni (+9,2% sufficiente per salire sul podio delle province più performanti)”.

L’ottimo risultato di Terni è influenzato in modo particolare dal settore dell’edilizia. Rileva infatti il centro studi Tagliacarne che “grazie anche al già accennato provvedimento noto comunemente come Superbonus 110%, il settore che ha saputo mettersi alle spalle la crisi con maggiore rapidità è stato quello dell’edilizia. Anzi il valore aggiunto del comparto a livello nazionale nel 2021 è stato di quasi il 13% superiore rispetto a quello del 2019 con tassi di crescita superiori al 30% nelle due province dell’Umbria, con Terni che con una crescita del 41,9% è stata la provincia più performante in Italia”.

Sfogliando i dati diffusi nei giorni scorsi dall’osservatorio provinciale dell’economia ternana, emerge come, proprio in città, le imprese di costruzioni abbiano avuto nell'ultimo anno un incremento del 4,6% passando da 1.411 imprese nel terzo trimestre 2021 a 1.429 della fine dell'anno. Crescita, seppure più ridotta anche a Narni-Amelia (da 617 a 623) e Orvieto (da 495 a 503).

Come già rilevato dal centro studi, a fornire “carburante” alla ripresa dell’edilizia hanno sicuramente contribuito i provvedimenti statali, primo fra tutti il superbonus. Su cui ora è in corso una riflessione: utile, di certo, ma anche da correggere perché viziato da storture che rischiano di ritorcersi contro la bontà del progetto. Storture di cui l’Umbria dovrebbe avere contezza: fra ricostruzione post sisma ’97 e lavori per il giubileo del 2000, in regione arrivarono centinaia di miliardi di vecchie lire. Le imprese di costruzione esplosero e si parcellizzarono. Fino alla grande crisi del 2008. Sarebbe il caso di non rivedere un film già visto.

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