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Economia

Futuro a "Km zero". I produttori bio dell’Umbria si mettono in rete su “Bio Fast Prime”

L’emergenza sanitaria ha ampliato la domanda di un ritorno definitivo alle piccole produzioni di qualità. Si impennano in Umbria le richieste del comparto enogastronomico e turistico. Nasce così Bio-fast.

Non è più soltanto un’esigenza di piccoli gruppi di persone, comunità di consumatori a “chilometri zero” ma è tutto il comparto enogastronomico e ricettivo che sta facendo impennare la richiesta di prodotti biologici. Un necessario ritorno alla sostenibilità, che si è fatta importante anche a seguito delle cause che hanno generato la pandemia da covid-19.

I produttori biologici dell’Umbria, allora, hanno deciso di fare quadrato per agganciare la domanda espressa dai grandi acquirenti: ristoranti, alberghi, strutture agrituristiche, mense scolastiche e aziendali e gruppi d’acquisto.

Nasce così “Bio fast prime” (Bfp), una piattaforma informatica che mette insieme, attraverso la sezione regionale dell’Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica), i produttori di cibo bio per offrire a questo importante segmento di potenziali acquirenti una vetrina delle disponibilità di prodotti “puliti” e a km 0. Una possibilità mettere in circolo la produzione dei allevatori e coltivatori biologici che altrimenti riuscirebbero a soddisfare la richiesta e promuovere la loro attività.

Non solo. “Il trattamento degli ordini che verranno effettuati utilizzando la piattaforma informatica – fanno sapere gli ideatori - verrà curato in maniera da mettere a punto un modello predittivo. Sulla base degli ordini ricevuti in un certo intervallo di tempo cioè, sarà possibile programmare il fabbisogno di produzione per il periodo successivo e soddisfare sempre di più questo importante segmento di mercato. La messa a punto di una rete logistica comune consentirà l’evasione degli ordini quasi in tempo reale”

Da una stima fatta dallo studio di settore, è stato possibile rilevare un possibile incremento nella sola regione Umbria di 75 milioni di valore annuo da portare sulle tavole delle persone rispettando l’ambiente e la salute.

Capofila del progetto, finanziato dal Piano di sviluppo rurale della Regione, è l’azienda agricola Melagrani, di Fabio Berna. I partner sono: Lombrico felice, Soc. Agr. Reno sas, Il Buiolo, Podere della Quercia, Luppolo Made in Italy (rete di imprese). Al progetto partecipa l’Aiab, Associazione italiana agricoltura biologica tramite i Godo (Gruppi organizzati domanda-offerta). L’infrastruttura tecnologica è stata affidata a due start-up: ETI3 eFaberBee in collaborazione con Par-Tec Spa.

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