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Economia San Gemini

Il Giardino ha trovato una casa, la sfida di Lorena e Leslie: “Cucina del territorio, qualità e tradizione”

Dal corso di cucina agli aperitivi nel cuore di San Gemini fino al nuovo ristorante: “Facciamo tutto a mano, anche i savoiardi per il tiramisù”

Ce ne andiamo con una domanda sospesa fra cuore e pancia: ma come sono le polpette di agnello? “Se vuoi, lo abbiamo anche subito…”, dice lei, gentile. E qual è il piatto che le viene meglio? “È una domanda a cui non so rispondere”. Poi, però, saltano fuori pasta alle patate, pasta e fagioli, parmigiana di melanzane, coda alla vaccinara. “Anche la pastiera le viene molto bene”. E ancora il pampepato, “bianco e nero”. Addirittura, i savoiardi per il tiramisù: “Li faccio da me. Ci vuole un’ora e mezza, ma è tutta un’altra cosa”.

il giardino_7A riavvolgere la storia, il filo rosso che viene fuori è questo. Nella vita “precedente” – e anche in quella di adesso - Lorena Autuori fa l’insegnate, di sostegno, in una scuola superiore a Narni. “Ma a me piace cucinare, stare qui nel ristorante, parlare coi clienti. Qualche anno fa, a scuola, abbiamo pensato ad un progetto per i ragazzi disabili”. Il progetto prevedeva alcune lezioni di cucina. “Una a settimana, venivano a casa mia a San Gemini. Preparavamo dolci, pampepati. C’era uno studente che non poteva muovere una mano, eppure tagliava benissimo”. Insomma: le cose preparate in casa poi finiscono sul banco di un mercatino assieme ad altri oggetti. “Coi soldi guadagnati – racconta Lorena – abbiamo comprato arredi, materiale scolastico e altro per l’aula in cui stavano i ragazzi”.

Le lezioni, da una a settimana per un solo mese, si estendono da maggio a dicembre. E intanto Lorena viene sempre di più “avvolta” dal sacro fuoco della cucina. Nel 2010 partecipa ad un corso di cucina: “Quattrocento ore di formazione”. Sull’attestato c’è la firma di Gualtiero Marchesi e la sigla dell’Alma, la scuola internazionale di cucina italiana. “Volevo acquisire delle tecniche”, racconta oggi. L’idea era quella di fare corsi di cucina agli stranieri. La cosa funziona, gli “studenti” non mancano. Le lezioni si svolgono in casa sua, nel cuore di San Gemini. E Lorena viene chiamata anche come chef a domicilio.

Tra le richieste che arrivano, c’è quella di due musicisti. Sono tedeschi, hanno affittato una villa a Collazzone, nel Perugino. Lei non sa chi siano e neanche loro hanno idea di chi sia lei. Ma i manicaretti che sforna piacciono, eccome. Soprattutto, una pasta e patate. “Voglio fare un libro di cucina con te”, le dice lui. Che poi, è Herbert Grönemeyer, uno tra i più popolari cantautori della Germania. E ad aprile 2023 uscirà il libro di ricette, con protagonista Lorena e tanto di foto della pasta e patate in copertina.

Passano le settimane, i mesi e gli anni. Siamo nel 2016 e a Lorena viene l’idea di utilizzare il giardino di casa. Un’oasi nel centro storico di San Gemini: attraverso l’associazione Percorsi con gusto cominciano le prime serate. Taglieri, qualche calice di vino, un cocktail, gli aperitivi. La gente risponde, l’idea piace. E visto che funziona, la sfida successiva è quella di cercare di trasformare sempre di più una passione in una occasione di lavoro.

il giardino_2A dicembre 2019, il giardino trova una casa: si apre il ristorante, anche questo nel cuore del centro storico di San Gemini. La passione non manca, la voglia di rimboccarsi le maniche pure. Salvo poi dover fare i conti con l’emergenza Covid.

Così, come tanti in quel periodo, si va avanti a fatica ma poi, a distanza di tre (quasi quattro) anni, la cosa prende piede. Grazie proprio a quell’idea originaria: “Cucina del territorio, qualità, tradizione, stagionalità”, dice ora Lorena che nel progetto “Il Giardino, vino e cucina” è sostenuta dalla figlia Leslie e da alcuni collaboratori.

“Puntiamo sui prodotti del territorio. I salumi, ad esempio, arrivano da un norcino di Foligno. Facciamo la pasta a mano. In giardino ho salvia, timo, maggiorana… Anche il basilico, però i miei collaboratori lo colgono un po’ troppo spesso…”.

Dalla primavera fino all’ingresso dell’autunno si lavora nel giardino con aperitivi e taglieri e mentre il ristorante al “chiuso” offre piatti della tradizione e prodotti di qualità. “Qualche tempo fa – racconta Lorena – ho letto un articolo che diceva che in un buon ristorante non può mai mancare la torta di mele. Sabato scorso l’ho preparata. Beh, domenica né ho dovuta fare un’altra”. Evidentemente era buona. Come sicuramente saranno buone anche le polpette di agnello. “Le serviamo con una salsa alla menta”. Come invito a tornare, basta e avanza.

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