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Erg, ricavi in aumento grazie agli impianti di Terni

Le frequenti piogge del 2018 hanno contribuito ai risultati positivi dell'azienda di Garrone: il nucleo idroelettrico ha prodotto più del doppio dell'energia dello scorso anno

La frequente pioggia di questo bizzarro, dal punto di vista del clima, 2018 ha guastato un'intera estate ma c'è chi sorride. E' il bilancio di Erg che grazie agli impianti del nucleo idroelettrico di Terni ha aumentato i ricavi colmando anche le difficoltà degli altri settori in cui opera l'azienda di Edoardo Garrone, eolico e termoelettrico in particolare. 

Nei primi nove mesi del 2018, secondo il resoconto intermedio di gestione approvato oggi dal consiglio di amministrazione, il margine operativo lordo del settore idroelettrico è stato di 118 milioni, 45% in più rispetto ai 73 milioni del 2017, in forte crescita rispetto all’esercizio precedente che tra l’altro beneficiava per 8 milioni del recupero di incentivi pregressi legati all’annullamento della revoca IAFR di alcuni impianti. "La performance - si legge - ha beneficiato di un’elevata idraulicità registrata nel periodo, in particolare a partire dal mese di marzo, oltre che all’utilizzo degli invasi avvenuto nel terzo trimestre".

Nello stesso periodo gli investimenti sono stati pari a 3 milioni e si riferiscono principalmente a commesse di mantenimento e a progetti previsti in ambito di miglioramento sismico delle infrastrutture e di salute, sicurezza e ambiente. La produzione di Erg Hydro, costituita dalle 19 centrali e 7 dighe del nucleo ternano, nel terzo trimestre è stata pari a 401 gigawattora, in significativo incremento (+73%) rispetto allo stesso periodo del 2017 (232 GWh) grazie appunto all’elevata idraulicità riscontrata e alla gestione del livello degli invasi. Nei nove mesi del 2018 complessivamente la produzione si è attestata su 1.402 GWh, +59% rispetto all'analogo periodo dello scorso anno (885 GWh) in aumento anche rispetto alla media storica decennale.

"Erg nel corso del 2018 - si legge ancora nella relazione approvata dal cda - continuerà nell’operazione di consolidamento del Nucleo idroelettrico di Terni. Si prevedono risultati in forte crescita grazie ai maggiori volumi attesi rispetto all’anno precedente, tali da più che compensare il minore prezzo dell’incentivo di cui beneficia circa il 40% delle produzioni, ed i ricavi legati al recupero di incentivi pregressi di circa 8 milioni di cui aveva beneficiato l’idroelettrico nel 2017. II risultato operativo lordo dell’idroelettrico è atteso in decisa crescita".

Ricavi in aumento per il gruppo

I risultati degli impianti ternani hanno contribuito in maniera imporrante all'aumento dei ricavi dell'intero gruppo che nei primi nove mesi sono stati pari a 766 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai primi nove mesi del 2017 (759 milioni). Il risultato netto di Gruppo è stato pari a 124 milioni contro gli 88 milioni dei primi nove mesi del 2017.

"Per l’esercizio 2018 - dicono da Erg - si conferma un’attesa per un margine operativo lordo complessivo nell’intervallo compreso tra 490 e 500 milioni di euro, in crescita rispetto al 2017 (472 milioni) nonostante un perimetro incentivato in diminuzione nel Wind in Italia e il minor prezzo dell’incentivo sui volumi incentivati sia nel Wind che nell’Hydro. Tali effetti vengono più che compensati dal contributo dei nuovi assets del Solare e dei nuovi parchi nel Wind all’estero, oltre che da una previsione di significativi maggiori volumi nell’Hydro. Gli investimenti per il 2018 sono attesi nel range compreso tra 520 e 540 milioni di euro, in linea con la precedente indicazion"e.

“Risultati ancora in crescita nel trimestre - commenta Luca Bettonte, amministratore delegato di Erg - a conferma del trend osservato da inizio anno. Anche in questi tre mesi dell’anno caratterizzati da scarsa ventosità e forte idraulicità, la grande complementarietà delle diverse fonti di energia, e l’apporto della nuova capacità nel Solare in Italia e nel Wind in Europa, hanno contribuito in modo determinante all’ottenimento di risultati superiori allo scorso anno. Questi fattori, supportati anche da uno scenario prezzi favorevole, hanno più che compensato nell’Eolico la scarsa ventosità, i maggiori oneri di sbilanciamento e il venire meno degli incentivi su una parte della produzione italiana, e nel Termoelettrico il minor valore dei certificati bianchi e la contrazione dei margini di generazione attribuibile alla crescita del prezzo della CO2". 

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