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Oltre 6mila libri universitari nell'hard disk, condannato per fotocopie illegali

L'accusa aveva chiesto 1 anno e 9 mesi, il giudice ha condannato il titolare della copisteria a 6 mesi con pena sospesa. Incastrato dalle riprese fatte di nascosto dal proprietario di un'attività concorrente

Sei mesi con pena sospesa e 1.500 euro di risarcimento alla Siae per seimila e duecento testi universitari fotocopiati, conservati in un hard disk e pronti per essere stampati e rilegati, su ordinazione ad uso degli studenti universitari di Perugia e non solo.

Il giudice Lidia Brutti ha condannato il titolare di una copisteria che, di fatto, deteneva tutti i libri dei corsi universitari di Perugia perfettamente scansionati e pronti da stampare. Lo studente, secondo la Guardia di finanza, richiedeva il libro e passava a ritirarlo una volta pronto. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 1 anno e 9 mesi, senza sospensione della pena. La Siae aveva chiesto al giudice di valutare il danno sulla base dei 6mila testi fotocopiati.

La vera e propria biblioteca digitale, dai costosissimi e voluminosi libri di medicina e veterinaria, ai manuali classici di giurisprudenza, fino a testi per qualche corso monografico di letteratura italiana o inglese era stata scoperta grazie alla collaborazione del titolare di un’altra copisteria. L’uomo, dopo essere finito al centro di un’indagine della Finanza, non solo aveva fatto i nomi delle altre copisterie che vendevano fotocopie illegali di libri universitari, ma aveva mandato un conoscente ad acquistare i libri, fingendosi uno studente e armato di telecamera nascosta per riprendere tutto quanto. Alla fine aveva fornito un cd con le immagini alla Guardia di finanza.

Nel 2016 era scattato il blitz e il rinvenimento dei testi contenuti in un hard disk, catalogati e recuperabili grazie ad un database ben ordinato. Durante le indagini i militari hanno fotografato gli studenti che entravano a mani vuote e uscivano con un libro fotocopiato.

Il titolare della copisteria, difeso dall’avvocato Leonardo Orioli, è finito sotto processo per il possesso dei libri fotocopiati e la vendita, in violazione di tutte le norme che tutelano il diritto d’autore. Contestata anche la mancata emissione di scontrini. Si è mossa anche l’Agenzia delle entrate con la notifica di una cartella esattoriale da 1 milione di euro.

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